Voi stessi date loro da mangiare
Tra la compassione umana e quella divina vi è un abisso che li separa e li divide. Questo abisso si chiama pienezza nella verità, nella carità, nella speranza. Noi spesso siamo compassionevoli, ma senza verità, senza carità, senza speranza soprannaturali. Diamo quella compassione che viene dal nostro cuore, non certo quella che viene dal cuore di Dio.
Gesù è compassionevole. Dona se stesso da mangiare, perché mangiando di Lui, a causa di Lui, per questo cibo di vita eterna, che è vita eterna, ogni uomo possa entrare nella vita eterna, possa vivere di vita eterna, che è infinitamente differente dalla sola vita per il corpo, che può dare un tozzo di pace offerto ad un povero della terra. La compassione di Gesù Signore è visione della morte spirituale ed eterna nella quale l’uomo vive e trova ogni soluzione perché questa morte sia vinta e l’uomo ritorni finalmente ad essere nuovamente uomo, vero uomo.
La compassione di Cristo Signore non è il dono all’uomo di una libertà di peccato, libertà nella quale si può uccidere, disprezzare, denigrare, insultare, deridere Dio nel suo mistero di unità e di trinità anche con vignette che vanno ben oltre ogni elementare decenza. Libertà nella quale si può annientare l’anima e lo spirito dell’uomo, negando la loro esistenza. Libertà nella quale l’uomo viene ridotto neanche al rango degli animali, perché viene posto in un grandino inferiore. Libertà nella quale si può insultare qualsiasi persona, solo per il gusto di insultare. Questa libertà non appartiene alla compassione di Cristo Gesù.
La libertà di Cristo Gesù è ben diversa, infinitamente diversa. La sua libertà è nella sua volontà di immolarsi per ogni uomo, per ogni suo nemico, carnefice, denigratore, flagellatore, perché dalla sua carne immolata, resa cibo di vita eterna, ogni uomo venga messo nelle condizione di liberarsi dalla libertà della stoltezza, dell’insipienza, delle infinite ingiustizie perpetrate in nome di questa falsa e peccaminoso libertà, e finalmente gusti quella vera, che viene dall’immersione nell’eterna, santa, divina libertà di Dio. L’uomo da Dio è stato creato libero e da essere libero deve vivere. Ma la libertà secondo Dio è nel rispetto della verità di Dio, dell’uomo e di ogni altro essere creato. Non è libertà distruggere il creato e quanto in esso vive.
La compassione di Gesù non si ferma alla sua persona. Vuole che i suoi Apostoli siamo per i secoli dei secoli i datori del vero pane della vera libertà ad ogni uomo. L’uomo non si può procurare questo pane, anche se va per i villaggi, le città, i paesi. Questo pane è speciale e solo essi lo possono fare perché chi ne mangia entri nella vera libertà. Essi sono i “fornai” che fanno il pane di Cristo e donano Cristo, vero pane di vita, al mondo intero. Sarà questa il loro dono perenne assieme altro pane che essi sempre dovranno fare e dare, che è quello della Parola di Gesù. Gli Apostoli questa compassione dovranno vivere. L’altra compassione, quella del pane della terra, non compete loro. Saranno altri a donare l’altro pane. Loro si devono occupare di dare solo il pane di Cristo e il pane della Parola di Cristo. È la loro sublime compassione.
Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini (Mc 6,30-44).
Divina libertà di Cristo Gesù che sa attingere nel cuore del Padre l’onnipotenza creatrice con la quale può sfamare non solo cinquemila uomini, ma l’intera umanità! Sempre che i suoi discepoli si lascino ricolmare della sua stessa compassione e vadano per il mondo ad offrire ad ogni uomo questo pane di vita, nel quale è la vera libertà, perché solo in esso è la vera umanità. Chi non è nella libertà della sua vera umanità mai potrà dare libertà vera agli altri. Darà sempre falsa libertà, una libertà che uccide lo spirito, ignorando che lo spirito ucciso uccide il corpo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci liberi in Cristo Gesù, l’Uomo libero.