VERSO IL NATALE DEL SIGNORE 2016 – RIFLESSIONI SULLE SETTE ANTIFONE MAGGIORI – O ORIENS

O Oriens, splendor lucis aeternae, et sol justitiae: veni, et illumina sedentes in tenebris,
et umbra mortis.

O astro che sorgi, splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina coloro che siedono nelle tenebre, e nell’ombra della morte.

O ASTRO CHE SORGI: Gesù è il Sole che sorge. Immaginiamo una notte buia, senza alcuna luce, né di stelle né di luna. È il buio assoluto. Sorge il sole, ogni cosa appare nella sua verità. È questa la luce di Cristo Signore. Lui sorge e ogni cosa è vista secondo la sua reale essenza di male, bene, falsità, verità, menzogna, giustizia, ingiustizia, santità, immoralità, pietà, idolatria, superstizione. Con Lui che sorge niente potrà essere più confuso. Gesù è la Luce che illumina Dio, l’eternità, il tempo, la vita, la morte, ogni relazione dell’uomo con se stesso, con gli altri, con l’intera creazione. Senza la Luce di Cristo, vivremo in eterno in una grande guerra di ignoranza, idolatria, immoralità, stoltezza, insipienza, stupidità del cuore e della mente, pazzia intellettuale.

Gesù è la Luce che sorge nella carne. La Luce è tutta nella sua umanità. La sua umanità è Luce perché la Luce eterna si è fatta carne, è divenuta uomo, vero uomo. È Luce perché il Figlio di Dio, Luce increata si è fatta luce creata, per lo Spirito Santo. Dio, per tutto l’Antico Testamento, è il Dio che parla dall’Alto, dalle nubi, dai cieli, che deve apparire per dialogare con l’uomo. Gesù è presenza abituale, permanente. Mentre i profeti erano luce a tempo, quando il Signore dava loro la sua Parola, mentre i Saggi avevano la sapienza quando venivano presi dallo Spirito Santo e da Lui mossi e ispirati, Gesù è sempre Dio, sempre Figlio di Dio, sempre Luce, sempre verità, sempre purissima manifestazione di Dio in ogni cosa. Lui è il Dio incarnato. Non è Dio a tratti, a tempi, in circostanze. Lui è Dio sempre. Lui è il Dio che si è fatto carne, è il Dio ormai eternamente nella carne. È questa l’abissale differenza tra Cristo Signore e tutti gli altri che in qualche modo sono stati chiamati per essere a servizio della Parola di Dio.

Gesù è la Luce che sempre sgorga per noi dalla carne. Lui parla e parla la luce. Lui agisce ed agisce la luce. Lui si muove e si muove la luce. Lui se ne va e se ne va la luce. La Luce non solo è dalla carne, ma anche nella carne, non fuori di essa. Chi vuole la luce di Cristo, sempre la deve attingere nella sua carne, dimorando, divenendo sua carne. La legge dell’incarnazione vale oggi per ogni altro uomo. È dalla carne di Cristo cioè dalla sua Chiesa che la luce sgorga in eterno per l’umanità. È nella carne di Cristo, divenendo Chiesa, divenendo corpo di Cristo, che la luce si prende, si diviene luce dalla luce, luce nella luce, luce per la luce.

Sono contro la Legge dell’incarnazione, tutti coloro che pensano che si possa saltare il corpo di Cristo in tutto il processo della nostra illuminazione e nell’altro processo del dono della luce al mondo. Come Dio è luce in Cristo, con Cristo, per Cristo, così l’uomo potrà essere luce in Cristo, con Cristo, per Cristo, divenendo con Lui un solo corpo nella verità, nella carità, nella pace, nella giustizia. Uno solo è il corpo della luce, non due, non più.

La somma Luce. La Luce perfettissima, Gesù l’ha fatta sgorgare dalla croce, dal suo corpo trafitto. Dal suo costato aperto Lui verso il sangue e l’acqua. Cosa sono il sangue e l’acqua? Sono il suo dolore, la sua sofferenza, il mistero della sua croce, trasformato in grazia di salvezza e si redenzione, fatto divenire un frutto di salvezza. Lo Spirito Santo e i Sacramenti, sono frutto di perdono e riconciliazione, frutto eterno di amore e misericordia per ogni uomo, frutto eterno di grazia e verità, di giustizia, pace, unità, comunione.

Quando il cristiano diviene luce di salvezza e di redenzione per i suoi fratelli? Quando anche Lui, in Cristo, per Cristo, con Cristo, mai senza di Lui, mai fuori di Lui, sempre nello Spirito Santo, per lo Spirito Santo, trasforma la sua sofferenza che matura sull’albero dalla più alta obbedienza alla divina volontà, manifestata nella Parola di Gesù, aggiornata nel suo cuore dallo Spirito Santo, in un frutto di grazia, verità, luce, Spirito Santo. Senza sofferenza maturata sull’albero dell’obbedienza nessuna conversione per lui si compirà, perché manca la trasformazione del dolore in un frutto di grazia e di Spirito Santo da offrire ai suoi fratelli.

Il cristiano, se vuole essere strumento di redenzione e salvezza, deve essere continuazione, perpetuazione della vita di Gesù sulla terra, in mezzo agli uomini. La conformazione a Cristo più è grande e perfetta e più per lui i frutti di Cristo maturati sulla croce, continueranno a maturare nel suo cuore e per esso dati al mondo intero. Altre vie di salvezza non sono date.

SPLENDORE DI LUCE ETERNA: Luce eterna è il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe. È il Dio di Mosè. È il Dio dei Profeti e dei Saggi. Si compie in Cristo Gesù la profezia di Isaia: “Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore (Is 60, 19). Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto” (Is 60, 20). Dio, che è Luce eterna, divina, non creata, soprannaturale, illumina l’uomo dalla carne di Cristo, perché questa carne è carne della Luce eterna che è il Figlio suo Unigenito, la luce vera che viene per illuminare ogni uomo.

Leggiamo bene la Scrittura Antica. In essa non c’è un solo uomo del quale possiamo affermare che dal giorno della sua vocazione, dall’istante in cui il Signore lo ha chiamato, lui sia rimasto sempre splendore della luce del Signore dalla quale era illuminato. Abramo ebbe un momento di sbandamento. Vedeva la Parola di Dio che non si compiva. Mosè per un istante si oscurò e il Signore, perché non si oscurasse mai più, gli diede una punizione esemplare. Davide commise un peccato di adulterio, fu pluriomicida, cadde anche nella superbia. Geremia era tormentato nella sua missione fino al punto di volerla abbandonare. Abacuc si lamenta con Dio perché vede il malvagio ingoiare il giusto. Così chi per un verso e chi per un altro, non sempre sono piena luce dalla luce del Signore. Elia si stanca e chiede di morire. La missione è pesante.

Cristo Signore invece è cresciuto di sapienza in sapienza, di grazia in grazia, di luce in luce, di giustizia in giustizia, di misericordia in misericordia, raggiungendo il sommo della luce sulla croce. Qui la luce divenne offerta al Padre in espiazione dei peccati del mondo. Così alta luce non è mai esistita sulla terra e mai esisterà. Gesù non è solo splendore di luce eterna nella carne, ma è la carne, la sua vita che è splendore di luce eterna. È la sua carne che è vestita di luce eterna. La sua carne è la luce che deve attrarre ogni uomo al Padre, sempre però divenendo sua carne, nella sua carne, per mezzo della sua carne.

Questo mistero deve compiersi anche nel discepolo di Gesù. Lui è chiamato a divenire luce eterna nella carne, sempre nella carne di Cristo per la carne di Cristo. Questo mistero è possibile perché il cristiano, nutrendosi della carne di Cristo, nell’Eucaristia, si nutre della luce eterna della carne, nella carne, per divenire anche lui luce eterna nella carne, dalla carne. Quando questo avverrà, allora anche il cristiano è un astro che sorge, un solo che illumina e riscalda di Dio, in Cristo, l’umanità. Sarà luce visibile e non solo udibile.

E SOLE DI GIUSTIZIA: Gesù è il Sole di Giustizia. È quel sole che sorge per i giusti, per i cultori di nome di Dio, secondo il profeta Malachia: “Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla” (Ml 3, 20). Ma che significa che Gesù è Sole di Giustizia?

Prima di ogni altra cosa che Lui ha compiuto tutta, sempre, nella più alta perfezione, la volontà del Padre. Nessuna Parola è caduta invano in Lui. Ad ognuna ha dato pieno compimento, sempre. Ha detto tutto ciò che il Padre gli ha comandato di dire. Ha fatto tutto ciò che il Padre gli ha comandato di fare. È andato dove il Padre lo ha mandato, secondo le modalità e gli ordini ricevuti di volta in volta. La sua vita termina è tutta nella sua professione di fede e di fedeltà: “Tutto è compiuto”. Niente resta da compiere. Neanche una piccolissima parola o precetto.

In secondo luogo chi vuole conoscere come si compie la volontà del Padre non dovrà guardare nessun altro uomo o donna sulla terra. Dovrà guardare solo verso di Lui, Lui imitare, Lui contemplare, Lui studiare, sulla sua vita meditare e riflettere. Cristo Gesù è modello eterno e universale per ogni uomo. Pensare che un solo altro uomo possa essere sole di fedeltà, obbedienza, rispetto della volontà di Dio, è alta follia e pazzia spirituale. Non esistono sulla terra altri soli di giustizia. Quando nella storia l’uomo guarda l’uomo, è allora che si perde e commette ogni aberrazione. Sempre quando gli uomini hanno guardato gli uomini e hanno smesso di guardare Cristo, sono nati scismi, eresie, dottrine strane, pensieri malvagi e cattivi .

Il Padre celeste ha costituito sole di Giustizia solo il suo Cristo, il Verbo Incarnato. Questa Legge vale per ogni discepolo di Gesù, per l’intera Chiesa, per l’umanità. Anche nella Chiesa, nessuno deve pensarsi sole di giustizia. Diverrebbe all’istante un idolatra, un usurpatore, un tiranno. Distruggerebbe Cristo. Rinnegherebbe il Padre. Cristo Signore è l’unico Sole verso il quale ogni uomo dovrà guardare. Oggi questo sguardo è reso difficile, se non impossibile. Dall’interno della Chiesa i suoi figli o seguono modelli umani, o addirittura si stanno costruendo un idolo di pensieri fusi, che è il Dio unico. Fuori della Chiesa vi è un attacco satanico per la cancellazione di Cristo dalla storia. Se muore, perché si toglie dalla nostra vista, il Sole di giustizia, muore la stessa giustizia, la verità e l’uomo precipita nelle tenebre senza ritorno.

Chiediamoci anche come il cristiano diviene in Cristo, per Cristo, con Cristo, sole di giustizia? Cerchiamo di rispondere con qualche esempio. Sulla terra non vi sono gli alberi che producono la giustizia. Essa è la volontà del Padre, rivelata e vissuta da Cristo Gesù sulla Croce, manifesta e realizzata in noi secondo la verità e le modalità dello Spirito Santo, aiutati e confortati dal sostegno della Madre di Gesù, intercedenti gli Angeli e i Santi. La giustizia è la visibilità della volontà di Dio che risplende dal nostro cuore e irradia il mondo intero.

Al posto di giustizia, proviamo a porre un’altra parola: fedeltà. La fedeltà è la sola parola che ci permette di saltare il nostro cuore, la nostra mente, la nostra volontà, tutto ciò che è frutto della nostra mente, del nostro spirito, dei nostri pensieri, della nostra volontà. È la sola parola che ci catapulta nel mondo di Dio, nel suo cuore, dal quale solamente è possibile conoscere cosa è la giustizia e come viverla. Chiediamo allora: fedeltà a chi e a che cosa?

Fedeltà alla parola data a Dio: Noi cristiani abbiamo dato una parola a Dio, per Cristo, nello Spirito Santo, nella mediazione della Vergine Maria. La Beata Trinità ha impostato tutto il suo programma di salvezza e di redenzione sulla nostra parola data. Il programma non può essere attuato per la nostra infedeltà. Si è ingiusti dinanzi a Dio e agli uomini. Per la nostra non fedeltà alla Parola data, molti cuori si perdono, si dannano. La nostra ingiustizia apre le porte dell’inferno, chiude quelle del paradiso. Il cristiano è giustizia se è fedele alla Parola data.

Fedeltà a tutto il Vangelo: Il cristiano ha l’obbligo di annunziare tutta la Parola del Vangelo, mostrando al mondo, ad ogni uomo, come essa si vive. Senza una vita evangelica, fatta di ogni Parola del Vangelo, non si è giusti. Il mondo manca della luce. Rimane nelle tenebre. Non vede Cristo. Adora l’Anticristo. Non serve il Vangelo, ma l’Anti-vangelo. Non entra nella Chiesa, Rimane mondo nel mondo a servizio del mondo. Il cristiano è giusto, se è fedeltà piena a tutto il Vangelo. Se non è fedele a tutto il Vangelo, è ingiusto, vive di ingiustizia. Non serve Dio, Cristo, lo Spirito Santo, ma il mondo, anche se apparentemente dice o afferma di essere cristiano.

Fedeltà alla verità: Il Vangelo è la “brocca” che contiene la verità. La verità è versata perennemente in essa dallo Spirito Santo. È evidente che senza una ininterrotta comunione nello Spirito Santo, il cristiano non conosce la verità. Se non conosce la verità, mai potrà essere fedele ad essa. Anche se dice la Parola, la dirà sempre dal suo cuore e mai dal cuore dello Spirito Santo. Quando la Parola è detta dal proprio cuore, si cade dalla fedeltà alla verità, al Vangelo, si è ingiusti. Un cristiano ingiusto mai convertirà un solo cuore. Gli manca la verità.

Fedeltà al perdono, alla misericordia, alla compassione, alla carità: Sono quattro fedeltà di cui l’una non può esistere senza l’altra. La compassione è misericordia, la misericordia è carità, la carità è il perdono, il perdono è la misericordia. Queste quattro fedeltà possono essere vissute sempre solo se nell’altro si vede Cristo, che ti chiede perdono, misericordia, compassione, carità. Senza questa visione di fede, l’altro lo si vede nella sua umanità e nessuna misericordia, o compassione, o carità o perdono gli viene manifestata. Il cristiano deve sempre avere una visione soprannaturale, deve vedere Cristo nel fratello. Se manca di questa visione cade nell’ingiustizia. Mai salverà una sola anima, un solo cuore. Dall’ingiustizia mai si potrà amare. Senza amore non c’è credibilità, non c’è salvezza.

Fedeltà alla missione: Il cristiano è fedele alla missione in un solo modo: trasformando la sua vita in vita interamente intessuta di verità evangelica. Il cristiano è corpo di Vangelo, bocca di Vangelo, occhi di Vangelo, cuore di Vangelo, mani di Vangelo. Anche la parola più semplice è parola di Vangelo. Cristo Gesù era Parola di Vangelo sempre, perché la sua vita era vita di Vangelo. Senza questa trasformazione della nostra vita in vita evangelica, la missione è un tempo, non tutto il tempo. Se non è tutto il tempo, non è missione, perché sciupiamo tutto il tempo da non missionari. L’arta missione, quella a tempo, è missione artificiale. Siamo ingiusti. Non convertiamo nessun cuore.

Fedeltà a Cristo: la fedeltà a Cristo esige una perenne opera di conformazione a Lui nell’anima, nello spirito, nel corpo. Amare come Lui, obbedire come Lui, pensare come Lui, vedere come lui, parlare come Lui, agire come Lui, mostrare Cristo nel nostro corpo così come Cristo mostrava il Padre. Senza questo cammino in Cristo per divenire Cristo, si è infedeli. Siamo ingiusti. Non possiamo convertire alcuno. L’altro non vede Cristo in noi. Senza la visione di Cristo in noi, nessuna conversione a Cristo sarà mai possibile.

Fedeltà allo Spirito Santo: La fedeltà allo Spirito Santo è fedeltà alla grazia, al ministero, al carisma. Questa fedeltà ci chiede di non essere i “tuttofare” dello Spirito. Ci obbliga a rimanere nel nostro piccolo quadrato da lui assegnato per la nostra opera di salvezza e di redenzione del mondo. Questa giustizia ci obbliga ad essere gli uni dalla grazia, dal ministero, dal carisma dell’altro. Se nel cristiano non si vive questa fedeltà – e non si vive quando ad esempio un laico non crede nella parola autorevole del Sacerdote – mai ci potrà essere missione di salvezza. Ma anche se il sacerdote non è parola autorevole di verità in Cristo e nello Spirito, se da mediatore tra Dio e l’uomo, si fa mediatore tra uomo e uomo, cercando la giustizia della terra e non quella del cielo, nessuna salvezza si potrà mai compiere. Si è nell’ingiustizia dello Spirito Santo. Senza la giustizia del cielo, mai si potrà lavorare per il cielo.

Fedeltà alla croce: La fedeltà alla croce obbliga il cristiano a consegnare la sua vita a Dio, in Cristo, per lo Spirito Santo, mentre viene perseguitato, non per la giustizia umana, ma per la giustizia del cielo, che è differente dalla giustizia umana. Quando lo calunniano, lo insultano, dicono menzogne, lo privano dei propri diritti, gli tolgono la tunica e lui rinunzia anche al mantello. È la fedeltà a questa giustizia, alla giustizia che viene dalla croce, accolta e vissuta per amore, in Cristo, nella verità dello Spirito Santo, che fa del cristiano un missionario di conversione e di salvezza. Il cristiano non ha altra verità da mettere in luce, non possiede altra giustizia da pretendere, esigere. Ma solo. Deve mostrare al mondo come lui sa stare in silenzio sopra ogni croce, piccola o grande.

Fedeltà alle proprie responsabilità: Ognuno è stato, è investito dal Signore di una sua particola, personale responsabilità. Ognuno pertanto è obbligato conoscere ciò che è di sua competenza e responsabilità e mettere ogni impegno, lasciando agli altri ciò che è di loro competenza e responsabilità. Se si fa ciò che spetta agli altri, non si fa ciò che spetta a noi. Siamo ingiusti, infedeli. Per noi nessuna anima vedrà mai la luce di Cristo Gesù. Siamo fuori di ogni giustizia.

VIENI ED ILLUMINA COLORO CHE SIEDONO NELLE TENEBRE, E NELL’OMBRA DELLA MORTE: sappiamo perché Gesù è Sole di Giustizia, Astro che sorge, Splendore di luce eterna. A Lui ora viene rivolta la preghiera del cuore. Si chieda di venire e di illuminarci con la sua luce. Si chiede di venire per farci luce della sua luce, verità della sua verità, fedeltà della sua fedeltà, giustizia della sua giustizia, obbedienza della sua obbedienza.

Chiediamo tutto questo, perché coscienti di sedere nelle tenebre e bell’ombra della morte. Se manchiamo di questa coscienza, se pensiamo di essere nella luce, allora la preghiera non serve. Anche se dovessimo essere nella luce, dobbiamo ricordarci che il passaggio dalla luce alle tenebre non solo è facile, può avvenire in un istante. È sufficiente una tentazione. Si acconsente, la si accoglie, si trasgredisce il comandamento del Signore e dalla luce si è già nelle tenebre. Non c’è luce per chi cade nel peccato grave o mortale. La luce si affievolisce e le tenebre iniziano ad allungarsi quando si convive con i peccati veniali.

Che oggi si abbia bisogno di tanta luce, lo rivelano le tenebre che stanno avvolgendo popoli e nazioni. La attesta anche l’accanimento da più parti contro Gesù Signore. Lo si vuole cancellare dalla storia, perché la nostra società vuole essere del benessere, non della croce, non del sacrificio, non dell’olocausto, non dell’obbedienza al Vangelo e alla croce. Lo mostra la volontà satanica di raschiare dalla cuore dell’uomo ogni traccia di riferimento alla grazia, alla verità, al soprannaturale, al Dio Trinità, alla sua Legge, alla sua Creazione, ai suoi Statuti eterni.

Chi osserva con occhio di fede, nello Spirito Santo, non può non constatare il grande spessore delle tenebre che stanno avvolgendo le nazioni, i popoli. Un tempo si poteva parlare di ateismo. Oggi siamo andati ben oltre questa cecità che era nel cuore dell’uomo. Oggi dall’ateismo si è passati al combattimento contro Dio, contro Cristo, contro la Chiesa, contro i Comandamenti, Contro il Vangelo, contro ogni riferimento alla rivelazione, contro l’affermazione dell’origine da Dio dell’uomo. Oggi si vuole affermare un uomo frutto di se stesso. Senza passato, senza presente, senza futuro. Si vuole un uomo che sia di un istante, dalla decisione di un istante, dall’impegno di un istante. Poi, passato l’istante, ci si trova dinanzi ad un altro uomo, con altre decisioni, altre scelte, altre vie da percorrere. Ci si trova dinanzi ad un uomo che non vuole atti perenni. Sono queste le tenebre più fitte che stanno conquistando il mondo. Dall’uomo spirituale di un tempo, prima si è passati all’uomo materiale. Oggi si vuole un uomo non più legato alla materia, lo si vuole materia libera da ogni vincolo, ogni impegno, ogni legame. Lo si vuole un uomo sciolto da tutto ciò che dura. Si vuole l’uomo aleatorio, volubile, degradabile.

Per questa ragione il Crocifisso spaventa l’uomo attuale. Il Crocifisso si è inchiodato all’amore per l’umanità per i secoli eterni. In questa miserevole condizione di ogni tenebra spirituale, diviene più che necessario chiedere al Sole che sorge, che venga, non tardi, illumini le nostre tenebre, ci tolga da questo carcere di morte, che è preludio delle tenebre eterne.

Chi crede deve pregare il Sole, che è Cristo Gesù, perché sorga e venga per chi non crede. Ma anche deve pregare perché ogni giorno illumini la sua mente e riscaldi il suo cuore, perché nessuna tenebra lo aggredisca e lo trascini nel buio senza ritorno. Altra preghiera sempre necessaria è perché si cresca di luce in luce, così solamente si ha la certezza di non finire nelle tenebre con il rischio che possano trasformarsi in perdizione o inferno.

Una cosa è certa. Il mondo attuale sta male. È nel buio. È in un grande buio. O preghiamo Gesù perché sorga e diradi, dissolvendole, queste tenere di morte, oppure non ci sarà futuro per questo mondo che stiamo costruendo, perché il futuro di speranza per l’uomo è solo Gesù Signore, il nostro Salvatore, Redentore, Dio, Re di luce, verità, giustizia, stabilità nell’amore.

APPARATO BIBLICO:
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia (Gen 15, 6). Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso” (Gen 18, 19). Lungi da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?” (Gen 18, 25). Rachele disse: “Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio”. Per questo essa lo chiamò Dan (Gen 30, 6). In quella notte io passerò per il paese d’Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dei dell’Egitto. Io sono il Signore! (Es 12, 12).

Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera (Es 18, 13). Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un’ingiustizia (Es 23, 1). Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia (Es 23, 2). Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia (Lv 19, 15). Mentre gli Egiziani seppellivano quelli che il Signore aveva colpiti fra di loro, cioè tutti i primogeniti, quando il Signore aveva fatto giustizia anche dei loro dei (Nm 33, 4).

In quel tempo diedi quest’ordine ai vostri giudici: Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia le questioni che uno può avere con il fratello o con lo straniero che sta presso di lui (Dt 1, 16). La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi, davanti al Signore Dio nostro, come ci ha ordinato (Dt 6, 25). Quando il Signore tuo Dio li avrà scacciati dinanzi a te, non pensare: A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questo paese; mentre per la malvagità di queste nazioni il Signore le scaccia dinanzi a te (Dt 9, 4). No, tu non entri in possesso del loro paese a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore tuo Dio scaccia quelle nazioni dinanzi a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe (Dt 9, 5). Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore tuo Dio ti dá il possesso di questo fertile paese; anzi tu sei un popolo di dura cervice (Dt 9, 6).

Rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dá pane e vestito (Dt 10, 18). La giustizia e solo la giustizia seguirai, per poter vivere e possedere il paese che il Signore tuo Dio sta per darti (Dt 16, 20). Poiché chiunque compie tali cose, chiunque commette ingiustizia è in abominio al Signore tuo Dio (Dt 25, 16). Egli è la Roccia; perfetta è l’opera sua; tutte le sue vie sono giustizia; è un Dio verace e senza malizia; Egli è giusto e retto (Dt 32, 4). Perché il Signore farà giustizia al suo popolo e dei suoi servi avrà compassione; quando vedrà che ogni forza è svanita e non è rimasto né schiavo, né libero (Dt 32, 36). Poi si scelse le primizie, perché là era la parte riservata a un capo. Venne alla testa del popolo eseguì la giustizia del Signore e i suoi decreti riguardo a Israele” (Dt 33, 21).

Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché la mia mano non si stenderà su di te (1Sam 24, 13). Il Signore sia arbitro e giudice tra me e te, veda e giudichi la mia causa e mi faccia giustizia di fronte a te” (1Sam 24, 16). Ora, mio signore, per la vita di Dio e per la tua vita, poiché Dio ti ha impedito di venire al sangue e farti giustizia con la tua mano, siano appunto come Nabal i tuoi nemici e coloro che cercano di fare il male al mio signore (1Sam 25, 26). Non sia di angoscia o di rimorso al tuo cuore questa cosa: l’aver versato invano il sangue e l’aver fatto giustizia con la tua mano, mio signore. Dio ti farà prosperare, mio signore, ma tu vorrai ricordarti della tua schiava” (1Sam 25, 31). Benedetto il tuo senno e benedetta tu che mi hai impedito oggi di venire al sangue e di fare giustizia da me (1Sam 25, 33). Quando Davide sentì che Nabal era morto, esclamò: “Benedetto il Signore che ha fatto giustizia dell’ingiuria che ho ricevuto da Nabal; ha trattenuto il suo servo dal male e ha rivolto sul capo di Nabal la sua iniquità” (1Sam 25, 39).

Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore (1Sam 26, 23). Davide regnò su tutto Israele e pronunziava giudizi e faceva giustizia a tutto il suo popolo (2Sam 8, 15). Assalonne aggiungeva: “Se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e io gli farei giustizia” (2Sam 15, 4). Achimaaz figlio di Zadok disse a Ioab: “Correrò a portare al re la notizia che il Signore gli ha fatto giustizia contro i suoi nemici” (2Sam 18, 19). Ed ecco arrivare l’Etiope che disse: “Buone notizie per il re mio signore! Il Signore ti ha reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani di quanti erano insorti contro di te” (2Sam 18, 31). Il Signore mi ricompensò secondo la mia giustizia, mi trattò secondo la purità delle mie mani (2Sam 22, 21).

Il Signore mi trattò secondo la mia giustizia, secondo la purità delle mie mani alla sua presenza (2Sam 22, 25). Salomone disse: “Tu hai trattato il tuo servo Davide mio padre con grande benevolenza, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che sedesse sul suo trono, come avviene oggi (1Re 3, 6). Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?” (1Re 3, 9). Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunziata dal re e concepirono rispetto per il re, perché avevano constatato che la saggezza di Dio era in lui per render giustizia (1Re 3, 28). Fece anche il vestibolo del trono, ove rendeva giustizia, cioè il vestibolo della giustizia; era di cedro dal pavimento alle travi (1Re 7, 7). Tu ascoltalo dal cielo, intervieni e fa’ giustizia con i tuoi servi; condanna l’empio, facendogli ricadere sul capo la sua condotta, e dichiara giusto l’innocente rendendogli quanto merita la sua innocenza (1Re 8, 32).

Ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia (1Re 8, 45). Tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia (1Re 8, 49). Queste parole, usate da me per supplicare il Signore, siano presenti davanti al Signore nostro Dio, giorno e notte, perché renda giustizia al suo servo e a Israele suo popolo secondo le necessità di ogni giorno (1Re 8, 59). Sia benedetto il Signore tuo Dio, che si è compiaciuto di te sì da collocarti sul trono di Israele. Nel suo amore eterno per Israele il Signore ti ha stabilito re perché tu eserciti il diritto e la giustizia” (1Re 10, 9). Davide regnò su tutto Israele e rese giustizia con retti giudizi a tutto il popolo (1Cr 18, 14). Tu ascoltalo dal cielo, intervieni e fa’ giustizia fra i tuoi servi; condanna l’empio, facendogli ricadere sul capo la sua condotta, e dichiara giusto l’innocente, rendendogli quanto merita la sua innocenza (2Cr 6, 23).

Ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia (2Cr 6, 35). Tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia. Perdona al tuo popolo che ha peccato contro di te (2Cr 6, 39). Sia benedetto il Signore tuo Dio, che si è compiaciuto di te e ti ha costituito, sul suo trono, re per il Signore Dio tuo. Poiché il tuo Dio ama Israele e intende renderlo stabile per sempre, ti ha costituito suo re perché tu eserciti il diritto e la giustizia” (2Cr 9, 8). Dio nostro, non ci vorrai rendere giustizia nei loro riguardi, poiché noi non abbiamo la forza di opporci a una moltitudine così grande piombataci addosso? Non sappiamo che cosa fare; perciò i nostri occhi sono rivolti a te” (2Cr 20, 12). Mentre faceva giustizia della casa di Acab, Ieu trovò i capi di Giuda e i nipoti di Acazia, suoi servi, e li uccise (2Cr 22, 8). L’esercito degli Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle loro mani un grande esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore Dio dei loro padri. Gli Aramei fecero giustizia di Ioas (2Cr 24, 24).

Quanto a te, Esdra, con la sapienza del tuo Dio, che ti è stata data, stabilisci magistrati e giudici, ai quali sia affidata l’amministrazione della giustizia per tutto il popolo dell’Oltrefiume, cioè per quanti conoscono la legge del tuo Dio, e istruisci quelli che non la conoscono (Esd 7, 25). A riguardo di chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, sia fatta prontamente giustizia o con la morte o con il bando o con ammenda in denaro o con il carcere” (Esd 7, 26). Io, Tobi, passavo i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine (Tb 1, 3). Allora Achikar prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib re degli Assiri, Achikar era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhaddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela (Tb 1, 22). Ogni giorno, o figlio, ricordati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandi. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia (Tb 4, 5). Se agirai con rettitudine, riusciranno le tue azioni, come quelle di chiunque pratichi la giustizia (Tb 4, 6). Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia. Meglio il poco con giustizia che la ricchezza con ingiustizia. Meglio è praticare l’elemosina che mettere da parte oro (Tb 12, 8). Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici della propria vita (Tb 12, 10). Convertitevi a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima, per fare la giustizia davanti a Lui, allora Egli si convertirà a voi e non vi nasconderà il suo volto (Tb 13, 6).

Ora contemplate ciò che ha operato con voi e ringraziatelo con tutta la voce; benedite il Signore della giustizia ed esaltate il re dei secoli (Tb 13, 7). Io gli do lode nel paese del mio esilio e manifesto la sua forza e grandezza a un popolo di peccatori. Convertitevi, o peccatori, e operate la giustizia davanti a lui; chi sa che non torni ad amarvi e vi usi misericordia? (Tb 13, 8). Tutte le genti che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia (Tb 14, 6). Tutti gli Israeliti che saranno scampati in quei giorni e si ricorderanno di Dio con sincerità, si raduneranno e verranno a Gerusalemme e per sempre abiteranno tranquilli il paese di Abramo, che sarà dato in loro possesso. Coloro che amano Dio nella verità gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l’ingiustizia spariranno da tutta la terra (Tb 14, 7). Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l’obbligo di fare la giustizia e l’elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verità e con tutte le forze (Tb 14, 8).

Tu dunque, figlio, parti da Ninive, non restare più qui. Dopo aver sepolto tua madre presso di me, quel giorno stesso non devi più restare entro i confini di Ninive. Vedo infatti trionfare in essa molta ingiustizia e grande perfidia e neppure se ne vergognano (Tb 14, 9). Non solo cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma esaltati dallo strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male (Est 8, 12d). Dio si è allora ricordato del suo popolo e ha reso giustizia alla sua eredità (Est 10, 3i). Allora molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero per dimorare nel deserto (1Mac 2, 29). Intanto si avvicinava per Mattatia l’ora della morte ed egli disse ai figli: “Ora domina la superbia e l’ingiustizia, è il tempo della distruzione e dell’ira rabbiosa (1Mac 2, 49). Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e non gli fu ciò accreditato a giustizia? (1Mac 2, 52). E andarono dal re e gli dissero: “Fino a quando non farai giustizia e vendetta dei nostri fratelli? (1Mac 6, 22).

Allora la paura e il terrore si sparsero per tutto il popolo, perché tutti dicevano: “Non c’è in loro verità né giustizia, perché hanno trasgredito l’alleanza e il giuramento prestato” (1Mac 7, 18). Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente (1Mac 14, 35). Se pertanto uomini pestiferi sono fuggiti dalla loro regione presso di voi, consegnateli a Simone, perché ne faccia giustizia secondo la loro legge” (1Mac 15, 21). Per questo Menelao, incontratosi in segreto con Andronìco, lo pregò di sopprimere Onia. Quegli, recatosi da Onia e ottenutane con inganno la fiducia, dandogli la destra con giuramento lo persuase, sebbene ancora guardato con sospetto, ad uscire dall’asilo e subito lo uccise senza alcun riguardo alla giustizia (2Mac 4, 34).

Allora i paurosi e quanti non confidavano nella giustizia di Dio fuggirono, portandosi lontano dalla zona (2Mac 8, 13). Tolomeo, chiamato Macrone, preferendo osservare la giustizia nei riguardi dei Giudei, a causa dei torti che erano stati fatti loro, cercava di svolgere i rapporti con loro pacificamente (2Mac 10, 12). Fece giustiziare coloro che si erano resi colpevoli di tradimento e senza indugio espugnò le due torri (2Mac 10, 22). C’è speranza per il misero e l’ingiustizia chiude la bocca (Gb 5, 16). Su, ricredetevi: non siate ingiusti! Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui! (Gb 6, 29). Può forse Dio deviare il diritto o l’Onnipotente sovvertire la giustizia? (Gb 8, 3). Se puro e integro tu sei, fin d’ora veglierà su di te e ristabilirà la dimora della tua giustizia (Gb 8, 6).

Se si tratta di forza, è lui che dá il vigore; se di giustizia, chi potrà citarlo? (Gb 9, 19). Se allontanerai l’iniquità che è nella tua mano e non farai abitare l’ingiustizia nelle tue tende (Gb 11, 14). Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta, chiedo aiuto, ma non c’è giustizia! (Gb 19, 7). Mi terrò saldo nella mia giustizia senza cedere, la mia coscienza non mi rimprovera nessuno dei miei giorni (Gb 27, 6). Mi ero rivestito di giustizia come di un vestimento; come mantello e turbante era la mia equità (Gb 29, 14). Mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconoscerà la mia integrità (Gb 31, 6). Supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza, gli mostrerà il suo volto in giubilo, e renderà all’uomo la sua giustizia (Gb 33, 26).

Egli si rivolgerà agli uomini e dirà: “Avevo peccato e violato la giustizia, ma egli non mi ha punito per quel che meritavo (Gb 33, 27). Perciò ascoltatemi, uomini di senno: lungi da Dio l’iniquità e dall’Onnipotente l’ingiustizia! (Gb 34, 10). Su un uomo come te ricade la tua malizia, su un figlio d’uomo la tua giustizia! (Gb 35, 8). Prenderò da lontano il mio sapere e renderò giustizia al mio creatore (Gb 36, 3). Non lascia vivere l’iniquo e rende giustizia ai miseri (Gb 36, 6). L’Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere, sublime in potenza e rettitudine e grande per giustizia: egli non ha da rispondere (Gb 37, 23).

Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia: dalle angosce mi hai liberato; pietà di me, ascolta la mia preghiera (Sal 4, 2). Offrite sacrifici di giustizia e confidate nel Signore (Sal 4, 6). Signore, guidami con giustizia di fronte ai miei nemici; spianami davanti il tuo cammino (Sal 5, 9). Il Signore decide la causa dei popoli: giudicami, Signore, secondo la mia giustizia, secondo la mia innocenza, o Altissimo (Sal 7, 9). Ecco, l’empio produce ingiustizia, concepisce malizia, partorisce menzogna (Sal 7, 15). Loderò il Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l’Altissimo (Sal 7, 18). Giudicherà il mondo con giustizia, con rettitudine deciderà le cause dei popoli (Sal 9, 9). Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia; l’empio è caduto nella rete, opera delle sue mani (Sal 9, 17). Per far giustizia all’orfano e all’oppresso; e non incuta più terrore l’uomo fatto di terra (Sal 9, 39).

Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente (Sal 14, 2). Venga da te la mia sentenza, i tuoi occhi vedano la giustizia (Sal 16, 2). Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza (Sal 16, 15). Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani (Sal 17, 21). Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi (Sal 17, 25). Annunzieranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: “Ecco l’opera del Signore!” (Sal 21, 32). Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza (Sal 23, 5). Guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie (Sal 24, 9).

Di Davide. Signore, fammi giustizia: nell’integrità ho camminato, confido nel Signore, non potrò vacillare (Sal 25, 1). In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami (Sal 30, 2). Egli ama il diritto e la giustizia, della sua grazia è piena la terra (Sal 32, 5). Giudicami secondo la tua giustizia, Signore mio Dio, e di me non abbiano a gioire (Sal 34, 24). La mia lingua celebrerà la tua giustizia, canterà la tua lode per sempre (Sal 34, 28). La tua giustizia è come i monti più alti, il tuo giudizio come il grande abisso: uomini e bestie tu salvi, Signore (Sal 35, 7). Concedi la tua grazia a chi ti conosce, la tua giustizia ai retti di cuore (Sal 35, 11). Farà brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo diritto (Sal 36, 6).

Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi fedeli; gli empi saranno distrutti per sempre e la loro stirpe sarà sterminata (Sal 36, 28). La bocca del giusto proclama la sapienza, e la sua lingua esprime la giustizia (Sal 36, 30). Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai (Sal 39, 10). Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato. Non ho nascosto la tua grazia e la tua fedeltà alla grande assemblea (Sal 39, 11). Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall’uomo iniquo e fallace (Sal 42, 1). Avanza per la verità, la mitezza e la giustizia (Sal 44, 5). Ami la giustizia e l’empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali (Sal 44, 8).

Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino ai confini della terra; è piena di giustizia la tua destra (Sal 47, 11). Il cielo annunzi la sua giustizia, Dio è il giudice (Sal 49, 6). Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia (Sal 50, 16). Dio, per il tuo nome, salvami, per la tua potenza rendimi giustizia (Sal 53, 3). Rendete veramente giustizia o potenti, giudicate con rettitudine gli uomini? (Sal 57, 2). Gli uomini diranno: “C’è un premio per il giusto, c’è Dio che fa giustizia sulla terra!” (Sal 57, 12). Con i prodigi della tua giustizia, tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, speranza dei confini della terra e dei mari lontani (Sal 64, 6). Esultino le genti e si rallegrino, perché giudichi i popoli con giustizia, governi le nazioni sulla terra (Sal 66, 5). Imputa loro colpa su colpa e non ottengano la tua giustizia (Sal 68, 28). Liberami, difendimi per la tua giustizia, porgimi ascolto e salvami (Sal 70, 2). La mia bocca annunzierà la tua giustizia, proclamerà sempre la tua salvezza, che non so misurare (Sal 70, 15). La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo, tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio? (Sal 70, 19). Anche la mia lingua tutto il giorno proclamerà la tua giustizia, quando saranno confusi e umiliati quelli che cercano la mia rovina (Sal 70, 24).

Di Salomone. Dio, dá al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia (Sal 71, 1) Regga con giustizia il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine (Sal 71, 2). Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia (Sal 71, 3). Ai miseri del suo popolo renderà giustizia, salverà i figli dei poveri e abbatterà l’oppressore (Sal 71, 4). Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace, finché non si spenga la luna (Sal 71, 7). Difendete il debole e l’orfano, al misero e al povero fate giustizia (Sal 81, 3). Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno (Sal 84, 11). La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo (Sal 84, 12). Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza (Sal 84, 14).

Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, la tua giustizia nel paese dell’oblio? (Sal 87, 13).

Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, grazia e fedeltà precedono il tuo volto (Sal 88, 15). Esulta tutto il giorno nel tuo nome, nella tua giustizia trova la sua gloria (Sal 88, 17). Per annunziare quanto è retto il Signore: mia roccia, in lui non c’è ingiustizia (Sal 91, 16). Dio che fai giustizia, o Signore, Dio che fai giustizia: mostrati! (Sal 93, 1). Ma il giudizio si volgerà a giustizia, la seguiranno tutti i retti di cuore (Sal 93, 15). Davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti (Sal 95, 13). Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sono la base del suo trono (Sal 96, 2). I cieli annunziano la sua giustizia e tutti i popoli contemplano la sua gloria (Sal 96, 6).

Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia (Sal 97, 2). Davanti al Signore che viene, che viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine (Sal 97, 9). Re potente che ami la giustizia, tu hai stabilito ciò che è retto, diritto e giustizia tu eserciti in Giacobbe (Sal 98, 4). Di Davide. Salmo. Amore e giustizia voglio cantare, voglio cantare inni a te, o Signore (Sal 100, 1). Il Signore agisce con giustizia e con diritto verso tutti gli oppressi (Sal 102, 6). Ma la grazia del Signore è da sempre, dura in eterno per quanti lo temono; la sua giustizia per i figli dei figli (Sal 102, 17).

Finché si avverò la sua predizione e la parola del Signore gli rese giustizia (Sal 104, 19). Beati coloro che agiscono con giustizia e praticano il diritto in ogni tempo (Sal 105, 3). E gli fu computato a giustizia presso ogni generazione, sempre (Sal 105, 31). Le sue opere sono splendore di bellezza, la sua giustizia dura per sempre (Sal 110, 3). Le opere delle sue mani sono verità e giustizia, stabili sono tutti i suoi comandi (Sal 110, 7). Onore e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre (Sal 111, 3). Felice l’uomo pietoso che dá in prestito, amministra i suoi beni con giustizia (Sal 111, 5). Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua potenza s’innalza nella gloria (Sal 111, 9).

Apritemi le porte della giustizia: voglio entrarvi e rendere grazie al Signore (Sal 117, 19). Ho scelto la via della giustizia, mi sono proposto i tuoi giudizi (Sal 118, 30). Ecco, desidero i tuoi comandamenti; per la tua giustizia fammi vivere (Sal 118, 40). Quanti saranno i giorni del tuo servo? Quando farai giustizia dei miei persecutori? (Sal 118, 84). Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia (Sal 118, 106). Ho agito secondo diritto e giustizia; non abbandonarmi ai miei oppressori (Sal 118, 121). I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza e della tua parola di giustizia (Sal 118, 123). Con giustizia hai ordinato le tue leggi e con fedeltà grande (Sal 118, 138). La tua giustizia è giustizia eterna e verità è la tua legge (Sal 118, 142). La verità è principio della tua parola, resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia (Sal 118, 160). Sette volte al giorno io ti lodo per le sentenze della tua giustizia (Sal 118, 164). I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia, i tuoi fedeli cantino di gioia (Sal 131, 9).

Salmo. Di Davide. Signore, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alla mia supplica, tu che sei fedele, e per la tua giustizia rispondimi (Sal 142, 1). Per il tuo nome, Signore, fammi vivere, liberami dall’angoscia, per la tua giustizia (Sal 142, 11). Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, acclamano la tua giustizia (Sal 144, 7). Rende giustizia agli oppressi, dá il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri (Sal 145, 7).

Per acquistare un’istruzione illuminata, equità, giustizia e rettitudine (Pr 1, 3). Vegliando sui sentieri della giustizia e custodendo le vie dei suoi amici (Pr 2, 8). Allora comprenderai l’equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene (Pr 2, 9). Per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia (Pr 8, 16). IO cammino sulla via della giustizia e per i sentieri dell’equità (Pr 8, 20). Non giovano i tesori male acquistati, mentre la giustizia libera dalla morte (Pr 10, 2). Non serve la ricchezza nel giorno della collera, ma la giustizia libera dalla morte (Pr 11, 4). La giustizia dell’uomo onesto gli spiana la via; per la sua empietà cade l’empio (Pr 11, 5). La giustizia degli uomini retti li salva, nella cupidigia restano presi i perfidi (Pr 11, 6).

L’empio realizza profitti fallaci, ma per chi semina la giustizia il salario è sicuro (Pr 11, 18). Chi pratica la giustizia si procura la vita, chi segue il male va verso la morte (Pr 11, 19). Chi aspira alla verità proclama la giustizia, il falso testimone proclama l’inganno (Pr 12, 17). Nella strada della giustizia è la vita, il sentiero dei perversi conduce alla morte (Pr 12, 28). La giustizia custodisce chi ha una condotta integra, il peccato manda in rovina l’empio (Pr 13, 6). La giustizia fa onore a una nazione, ma il peccato segna il declino dei popoli (Pr 14, 34). La condotta perversa è in abominio al Signore; egli ama chi pratica la giustizia (Pr 15, 9).

Poco con onestà è meglio di molte rendite senza giustizia (Pr 16, 8). E’ in abominio ai re commettere un’azione iniqua, poiché il trono si consolida con la giustizia (Pr 16, 12). Corona magnifica è la canizie, ed essa si trova sulla via della giustizia (Pr 16, 31). L’iniquo accetta regali di sotto il mantello per deviare il corso della giustizia (Pr 17, 23). Il testimone iniquo si beffa della giustizia e la bocca degli empi ingoia l’iniquità (Pr 19, 28). Praticare la giustizia e l’equità per il Signore vale più di un sacrificio (Pr 21, 3). La violenza degli empi li travolge, perché rifiutano di praticare la giustizia (Pr 21, 7). E’ una gioia per il giusto che sia fatta giustizia, mentre è un terrore per i malfattori (Pr 21, 15).

Chi segue la giustizia e la misericordia troverà vita e gloria (Pr 21, 21). Chi semina l’ingiustizia raccoglie la miseria e il bastone a servizio della sua collera svanirà (Pr 22, 8). Mentre tutto andrà bene a coloro che rendono giustizia, su di loro si riverserà la benedizione (Pr 24, 25). Togli il malvagio dalla presenza del re e il suo trono si stabilirà sulla giustizia (Pr 25, 5). I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto (Pr 28, 5). Il re con la giustizia rende prospero il paese, l’uomo che fa esazioni eccessive lo rovina (Pr 29, 4). Apri la bocca e giudica con equità e rendi giustizia all’infelice e al povero (Pr 31, 9). Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’empietà (Qo 3, 16). Se vedi nella provincia il povero oppresso e il diritto e la giustizia calpestati, non ti meravigliare di questo, poiché sopra un’autorità veglia un’altra superiore e sopra di loro un’altra ancora più alta (Qo 5, 7). Tutto ho visto nei giorni della mia vanità: perire il giusto nonostante la sua giustizia, vivere a lungo l’empio nonostante la sua iniquità (Qo 7, 15).

Amate la giustizia, voi che governate sulla terra, rettamente pensate del Signore, cercatelo con cuore semplice (Sap 1, 1). Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione, se ne sta lontano dai discorsi insensati, è cacciato al sopraggiungere dell’ingiustizia (Sap 1, 5). Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste, la giustizia vendicatrice non lo risparmierà (Sap 1, 8). Perché la giustizia è immortale (Sap 1, 15). La nostra forza sia regola della giustizia, perché la debolezza risulta inutile (Sap 2, 11). Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità; la luce della giustizia non è brillata per noi, né mai per noi si è alzato il sole (Sap 5, 6). Indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio infallibile (Sap 5, 18). Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita (Sap 8, 7). E governi il mondo con santità e giustizia e pronunzi giudizi con animo retto (Sap 9, 3). Perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, uomo debole e di vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi (Sap 9, 5).

Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia, da essi ingannati, venerarono rettili senza ragione e vili bestiole. Tu inviasti loro in castigo una massa di animali senza ragione (Sap 11, 15). Anche senza questo potevan soccombere con un soffio, perseguitati dalla giustizia e dispersi dallo spirito della tua potenza. Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso (Sap 11, 20). Essendo giusto, governi tutto con giustizia. Condannare chi non merita il castigo lo consideri incompatibile con la tua potenza (Sap 12, 15). La tua forza infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti (Sap 12, 16). Ma, per l’uno e per l’altro motivo, li raggiungerà la giustizia, perché concepirono un’idea falsa di Dio, rivolgendosi agli idoli, e perché spergiurarono con frode, disprezzando la santità (Sap 14, 30).

Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta, conoscere la tua potenza è radice di immortalità (Sap 15, 3). Non dire: “Chi mi dominerà?”, perché il Signore senza dubbio farà giustizia (Sir 5, 3). Figlio, non seminare nei solchi dell’ingiustizia per non raccoglierne sette volte tanto (Sir 7, 3). Non cercare di divenire giudice, che poi ti manchi la forza di estirpare l’ingiustizia; altrimenti temeresti alla presenza del potente e getteresti una macchia sulla tua dirittura (Sir 7, 6). Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia, all’uno e agli altri è in abominio l’ingiustizia (Sir 10, 7). Poiché anche l’Altissimo odia i peccatori e farà giustizia degli empi (Sir 12, 6).

Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte, il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi (Sir 13, 3). “Chi a Dio annunzierà le opere di giustizia? Ovvero chi le attende? L’alleanza infatti è lontana” (Sir 16, 22). Disse loro: “Guardatevi da ogni ingiustizia!” e diede a ciascuno precetti verso il prossimo (Sir 17, 12). Fa’ ritorno all’Altissimo e volta le spalle all’ingiustizia; detesta interamente l’iniquità (Sir 17, 21). Un eunuco che vuol deflorare una ragazza, così chi vuol rendere giustizia con la violenza (Sir 20, 4). Chi lavora la terra accrescerà il raccolto; chi piace ai grandi si fa perdonare l’ingiustizia (Sir 20, 28).

Due cose mi serrano il cuore, la terza mi provoca all’ira: un guerriero che languisca nella miseria, uomini saggi trattati con disprezzo, chi passa dalla giustizia al peccato; il Signore lo tiene pronto per la spada (Sir 26, 19). Se cerchi la giustizia, la raggiungerai e te ne rivestirai come di un manto di gloria (Sir 27, 8). Il leone sta in agguato della preda, così il peccato di coloro che praticano l’ingiustizia (Sir 27, 10). Quanti temono il Signore troveranno la giustizia, le loro virtù brilleranno come luci (Sir 32, 16). Come l’argilla nelle mani del vasaio che la forma a suo piacimento, così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati, per retribuirli secondo la sua giustizia (Sir 33, 13). Non esagerare con nessuno; non fare nulla senza giustizia (Sir 33, 30). Sacrificare il frutto dell’ingiustizia è un’offerta da burla; i doni dei malvagi non sono graditi (Sir 34, 18). Cosa gradita al Signore è astenersi dalla malvagità, sacrificio espiatorio è astenersi dall’ingiustizia (Sir 35, 3). Finché non abbia fatto giustizia al suo popolo e non lo abbia allietato con la sua misericordia (Sir 35, 23).

Ogni regalo per corrompere e l’ingiustizia spariranno, mentre la lealtà resterà sempre (Sir 40, 12). Vi infonda Dio sapienza nel cuore per governare il popolo con giustizia, perché non scompaiano le virtù dei padri e la loro gloria nelle varie generazioni (Sir 45, 26). Imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova” (Is 1, 17). Come mai è diventata una prostituta la città fedele? Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava; ora invece è piena di assassini! (Is 1, 21). I tuoi capi sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all’orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge (Is 1, 23). Renderò i tuoi giudici come una volta, i tuoi consiglieri come al principio. Dopo, sarai chiamata città della giustizia, città fedele (Is 1, 26). Sion sarà riscattata con la giustizia, i suoi convertiti con la rettitudine (Is 1, 27). Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito l’interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio (Is 4, 4). Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi (Is 5, 7). Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia (Is 5, 16).

Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti (Is 9, 6). Per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per spogliare gli orfani (Is 10, 2). Poiché anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, solo un suo resto ritornerà; è decretato uno sterminio che farà traboccare la giustizia (Is 10, 22). Ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio (Is 11, 4).

Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà (Is 11, 5). Allora sarà stabilito un trono sulla mansuetudine, vi siederà con tutta fedeltà, nella tenda di Davide, un giudice sollecito del diritto e pronto alla giustizia (Is 16, 5). La mia anima anela a te di notte, al mattino il mio spirito ti cerca, perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra, giustizia imparano gli abitanti del mondo (Is 26, 9). Si usi pure clemenza all’empio, non imparerà la giustizia; sulla terra egli distorce le cose diritte e non guarda alla maestà del Signore (Is 26, 10). Ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale, forza per chi respinge l’assalto alla porta (Is 28, 6). Io porrò il diritto come misura e la giustizia come una livella. La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace, le acque travolgeranno il vostro riparo (Is 28, 17).

Ecco, un re regnerà secondo giustizia e i principi governeranno secondo il diritto (Is 32, 1). Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino (Is 32, 16). Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza (Is 32, 17). Eccelso è il Signore poiché dimora lassù; egli riempie Sion di diritto e di giustizia (Is 33, 5). Chi cammina nella giustizia e parla con lealtà, chi rigetta un guadagno frutto di angherie, scuote le mani per non accettare regali, si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male (Is 33, 15). Poiché nel cielo si è inebriata la spada del Signore, ecco essa si abbatte su Edom, su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia (Is 34, 5).

A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza? (Is 40, 14). “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni (Is 42, 6). Il Signore si compiacque, per amore della sua giustizia, di dare una legge grande e gloriosa (Is 42, 21). Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo” (Is 45, 8). Io l’ho stimolato per la giustizia; spianerò tutte le sue vie. Egli ricostruirà la mia città e rimanderà i miei deportati, senza denaro e senza regali”, dice il Signore degli eserciti (Is 45, 13). Io non ho parlato in segreto, in un luogo d’una terra tenebrosa. Non ho detto alla discendenza di Giacobbe: Cercatemi in un’orrida regione! Io sono il Signore, che parlo con giustizia, che annunzio cose rette (Is 45, 19).

Ascoltatemi, voi che vi perdete di coraggio, che siete lontani dalla giustizia (Is 46, 12). Faccio avvicinare la mia giustizia: non è lontana; la mia salvezza non tarderà. Io dispenserò in Sion la salvezza a Israele, oggetto della mia gloria (Is 46, 13). Se avessi prestato attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un fiume, la tua giustizia come le onde del mare (Is 48, 18). E’ vicino chi mi rende giustizia; chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me (Is 50, 8). Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti (Is 51, 1). Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra di sotto, poiché i cieli si dissolveranno come fumo, la terra si logorerà come una veste e i suoi abitanti moriranno come larve. Ma la mia salvezza durerà sempre, la mia giustizia non sarà annientata (Is 51, 6).

Ascoltatemi, esperti della giustizia, popolo che porti nel cuore la mia legge. Non temete l’insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni (Is 51, 7). Poiché le tarme li roderanno come una veste e la tignola li roderà come lana, ma la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza di generazione in generazione (Is 51, 8). Sarai fondata sulla giustizia. Sta’ lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere, dallo spavento, perché non ti si accosterà (Is 54, 14). Così dice il Signore: “Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché prossima a venire è la mia salvezza; la mia giustizia sta per rivelarsi” (Is 56, 1). Io divulgherò la tua giustizia e le tue opere, che non ti saranno di vantaggio (Is 57, 12). Mi ricercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio (Is 58, 2).

Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà (Is 58, 8). Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con lealtà. Si confida nel nulla e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera l’iniquità (Is 59, 4). Non conoscono la via della pace, non c’è giustizia nel loro procedere; rendono tortuosi i loro sentieri, chiunque vi cammina non conosce la pace (Is 59, 8). Per questo il diritto si è allontanato da noi e non ci raggiunge la giustizia. Speravamo la luce ed ecco le tenebre, lo splendore, ma dobbiamo camminare nel buio (Is 59, 9). Così è trascurato il diritto e la giustizia se ne sta lontana, la verità incespica in piazza, la rettitudine non può entrarvi (Is 59, 14). Egli ha visto che non c’era alcuno, si è meravigliato perché nessuno intercedeva. Ma lo ha soccorso il suo braccio, la sua giustizia lo ha sostenuto (Is 59, 16).

Egli si è rivestito di giustizia come di una corazza, e sul suo capo ha posto l’elmo della salvezza. Ha indossato le vesti della vendetta, si è avvolto di zelo come di un manto (Is 59, 17). Farò venire oro anziché bronzo, farò venire argento anziché ferro, bronzo anziché legno, ferro anziché pietre. Costituirò tuo sovrano la pace, tuo governatore la giustizia (Is 60, 17). Per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore per manifestare la sua gloria (Is 61, 3). Poiché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un’alleanza perenne (Is 61, 8).

Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli (Is 61, 10). Poiché come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutti i popoli (Is 61, 11). Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada (Is 62, 1). Allora i popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà (Is 62, 2). Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di rosso? Costui, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza? – “Io, che parlo con giustizia, sono grande nel soccorrere” (Is 63, 1).

Tu vai incontro a quanti praticano la giustizia e si ricordano delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli (Is 64, 4). Siamo divenuti tutti come una cosa impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento (Is 64, 5). Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia su tutta la terra e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti dal Signore (Is 66, 16).

Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri, per allontanarsi da me? Essi seguirono ciò ch’è vano, diventarono loro stessi vanità (Ger 2, 5). Il tuo giuramento sarà: Per la vita del Signore, con verità, rettitudine e giustizia. Allora i popoli si diranno benedetti da te e di te si vanteranno” (Ger 4, 2). Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la giustizia, non si curano della causa dell’orfano, non fanno giustizia ai poveri (Ger 5, 28). Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo, di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che agisce con misericordia, con diritto e con giustizia sulla terra; di queste cose mi compiaccio”. Parola del Signore (Ger 9, 23).

Tu sei troppo giusto, Signore, perché io possa discutere con te; ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia. Perché le cose degli empi prosperano? Perché tutti i traditori sono tranquilli? (Ger 12, 1). Come una pernice che cova uova da lei non deposte è chi accumula ricchezze, ma senza giustizia. A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle e alla sua fine apparirà uno stolto” (Ger 17, 11). Casa di Davide, così dice il Signore: Amministrate la giustizia ogni mattina e liberate l’oppresso dalla mano dell’oppressore, se no la mia ira divamperà come fuoco, si accenderà e nessuno potrà spegnerla, a causa della malvagità delle vostre azioni (Ger 21, 12). Dice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate l’oppresso dalle mani dell’oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero, l’orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo (Ger 22, 3).

Guai a chi costruisce la casa senza giustizia e il piano di sopra senza equità, che fa lavorare il suo prossimo per nulla, senza dargli la paga (Ger 22, 13). Forse tu agisci da re perché ostenti passione per il cedro? Forse tuo padre non mangiava e beveva? Ma egli praticava il diritto e la giustizia e tutto andava bene (Ger 22, 15). Ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra (Ger 23, 5). Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà il nome con cui lo chiameranno: “Signore-nostra-giustizia” (Ger 23, 6). “Poiché il paese è pieno di adùlteri; a causa della maledizione tutto il paese è in lutto, si sono inariditi i pascoli della steppa. Il loro fine è il male e la loro forza è l’ingiustizia (Ger 23, 10). Poiché io sono con te per salvarti, oracolo del Signore. Sterminerò tutte le nazioni, in mezzo alle quali ti ho disperso; ma con te non voglio operare una strage; cioè ti castigherò secondo giustizia, non ti lascerò del tutto impunito” (Ger 30, 11).

Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: “Si dirà ancora questa parola nel paese di Giuda e nelle sue città, quando avrò cambiato la loro sorte: Il Signore ti benedica, o dimora di giustizia, monte santo (Ger 31, 23). In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra (Ger 33, 15). In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia (Ger 33, 16). Quanti le trovavano, le divoravano e i loro nemici dicevano: Non commettiamo nessun delitto, perché essi hanno peccato contro il Signore, pascolo di giustizia e speranza dei loro padri (Ger 50, 7). Al Signore nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri il disonore sul volto, come avviene ancor oggi (Bar 2, 6).

Apri, Signore, gli occhi e osserva: non i morti che sono negli inferi, il cui spirito se n’è andato dalle loro viscere, danno gloria e giustizia al Signore (Bar 2, 17). Ma chi geme sotto il peso, chi se ne va curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi sono coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore (Bar 2, 18). Non si curarono dei suoi decreti, non seguirono i suoi comandamenti, non procedettero per i sentieri della dottrina, secondo la sua giustizia (Bar 4, 13). Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell’Eterno (Bar 5, 2). Sarai chiamata da Dio per sempre: Pace della giustizia e gloria della pietà (Bar 5, 4). Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui (Bar 5, 9). Perciò non si deve ritenere né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere giustizia né beneficare gli uomini (Bar 6, 63).

Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l’iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l’avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te (Ez 3, 20). Ebbene, così dice il Signore Dio: Ecco anche me contro di te: farò in mezzo a te giustizia di fronte alle genti (Ez 5, 8). Sarai un obbrobrio e un vituperio, un esempio e un orrore per le genti che ti circondano, quando in mezzo a te farò giustizia, con sdegno e furore, con terribile vendetta – io, il Signore, parlo – (Ez 5, 15). Ecco il giorno, eccolo che arriva. E’ giunta la tua sorte. L’ingiustizia fiorisce, germoglia l’orgoglio (Ez 7, 10). Vi scaccerò dalla città e vi metterò in mano agli stranieri e farò giustizia su di voi (Ez 11, 9).

Anche se nel paese vivessero questi tre uomini: Noè, Daniele e Giobbe, essi con la loro giustizia salverebbero solo se stessi, dice il Signore Dio (Ez 14, 14). Anche se in mezzo a quella terra ci fossero Noè, Daniele e Giobbe, giuro com’è vero ch’io vivo, dice il Signore Dio: non salverebbero né figli né figlie, soltanto essi si salverebbero per la loro giustizia (Ez 14, 20). Incendieranno le tue case e sarà fatta giustizia di te sotto gli occhi di numerose donne: ti farò smettere di prostituirti e non distribuirai più doni (Ez 16, 41). Se uno è giusto e osserva il diritto e la giustizia (Ez 18, 5). Voi dite: Perché il figlio non sconta l’iniquità del padre? Perché il figlio ha agito secondo giustizia e rettitudine, ha osservato tutti i miei comandamenti e li ha messi in pratica, perciò egli vivrà (Ez 18, 19).

Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità (Ez 18, 20). Ma se il malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei decreti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà (Ez 18, 21). Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticata (Ez 18, 22). Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette l’iniquità e agisce secondo tutti gli abomini che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà (Ez 18, 24). Se il giusto si allontana dalla giustizia per commettere l’iniquità e a causa di questa muore, egli muore appunto per l’iniquità che ha commessa (Ez 18, 26).

E se l’ingiusto desiste dall’ingiustizia che ha commessa e agisce con giustizia e rettitudine, egli fa vivere se stesso (Ez 18, 27). Così farò giustizia di Moab e sapranno che io sono il Signore” (Ez 25, 11). Annunziale: Dice il Signore Dio: Eccomi contro di te, Sidòne, e mostrerò la mia gloria in mezzo a te. Si saprà che io sono il Signore quando farò giustizia di te e manifesterò la mia santità (Ez 28, 22). Devasterò Patròs, darò fuoco a Tanis, farò giustizia su Tebe (Ez 30, 14). Farò giustizia dell’Egitto e si saprà che io sono il Signore” (Ez 30, 19). Figlio dell’uomo, dì ancora ai figli del tuo popolo: La giustizia del giusto non lo salva se pecca, e l’empio non cade per la sua iniquità se desiste dall’iniquità, come il giusto non potrà vivere per la sua giustizia se pecca (Ez 33, 12). Se io dico al giusto: Vivrai, ed egli, confidando sulla sua giustizia commette l’iniquità, nessuna delle sue azioni buone sarà più ricordata e morirà nella malvagità che egli ha commesso (Ez 33, 13). Se il giusto desiste dalla giustizia e fa il male, per questo certo morirà (Ez 33, 18). Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia (Ez 34, 16). Io salverò le mie pecore e non saranno più oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora (Ez 34, 22). Per questo, com’è vero ch’io vivo – oracolo del Signore Dio – io agirò secondo quell’ira e quel furore che tu hai dimostrato nell’odio contro di loro e mi rivelerò in mezzo a loro quando farò giustizia di te (Ez 35, 11).

Farò giustizia di lui con la peste e con il sangue: farò piovere su di lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui, torrenti di pioggia e grandine, fuoco e zolfo (Ez 38, 22). Fra le genti manifesterò la mia gloria e tutte le genti vedranno la giustizia che avrò fatta e la mano che avrò posta su di voi (Ez 39, 21). Dice il Signore Dio: “Basta, prìncipi d’Israele, basta con le violenze e le rapine! Agite secondo il diritto e la giustizia; eliminate le vostre estorsioni dal mio popolo. Parola del Signore Dio (Ez 45, 9). Giusto è stato il tuo giudizio per quanto hai fatto ricadere su di noi e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme. Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati (Dn 3, 28)

Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella superbia” (Dn 4, 34). Finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno (Dn 7, 22). A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te (Dn 9, 7). Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia (Dn 9, 18). Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi (Dn 9, 24).

I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn 12, 3). Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore (Os 2, 21). Dicono parole vane, giurano il falso, concludono alleanze: la giustizia fiorisce come cicuta nei solchi dei campi (Os 10, 4). Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga e diffonda su di voi la giustizia (Os 10, 12). Avete arato empietà e mietuto ingiustizia, avete mangiato il frutto della menzogna. Poiché hai riposto fiducia nei tuoi carri e nella moltitudine dei tuoi guerrieri (Os 10, 13). Tu ritorna al tuo Dio, osserva la bontà e la giustizia e nel tuo Dio poni la tua speranza, sempre (Os 12, 7). Quando farò giustizia dei misfatti d’Israele, io infierirò contro gli altari di Betel; saranno spezzati i corni dell’altare e cadranno a terra (Am 3, 14).

Essi trasformano il diritto in veleno e gettano a terra la giustizia (Am 5, 7). Piuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne (Am 5, 24). Corrono forse i cavalli sulle rocce e si ara il mare con i buoi? Poiché voi cambiate il diritto in veleno e il frutto della giustizia in assenzio (Am 6, 12). Io dissi: “Ascoltate, capi di Giacobbe, voi governanti della casa d’Israele: Non spetta forse a voi conoscere la giustizia? (Mi 3, 1). Mentre io son pieno di forza con lo spirito del Signore, di giustizia e di coraggio, per annunziare a Giacobbe le sue colpe, a Israele il suo peccato (Mi 3, 8). Udite questo, dunque, capi della casa di Giacobbe, governanti della casa d’Israele, che aborrite la giustizia e storcete quanto è retto (Mi 3, 9).

Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio (Mi 6, 8). Sopporterò lo sdegno del Signore perché ho peccato contro di lui, finché egli tratti la mia causa e mi renda ragione, finché mi faccia uscire alla luce e io veda la sua giustizia (Mi 7, 9). Non sei tu fin da principio, Signore, il mio Dio, il mio Santo? Noi non moriremo, Signore. Tu lo hai scelto per far giustizia, l’hai reso forte, o Roccia, per castigare (Ab 1, 12). In quel tempo perlustrerò Gerusalemme con lanterne e farò giustizia di quegli uomini che riposando sulle loro fecce pensano: “Il Signore non fa né bene né male” (Sof 1, 12). Cercate il Signore voi tutti, umili della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore (Sof 2, 3). “Ecco ciò che dice il Signore degli eserciti: Praticate la giustizia e la fedeltà; esercitate la pietà e la misericordia ciascuno verso il suo prossimo (Zc 7, 9).

li ricondurrò ad abitare in Gerusalemme; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio, nella fedeltà e nella giustizia” (Zc 8, 8). Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: Come lo abbiamo stancato? Quando affermate: Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace; o quando esclamate: Dov’è il Dio della giustizia? (Ml 2, 17). Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’oblazione secondo giustizia (Ml 3, 3). Ecco infatti sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà – dice il Signore degli Eserciti – in modo da non lasciar loro né radice né germoglio (Ml 3, 19).

Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla (Ml 3, 20). Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì (Mt 3, 15). Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati (Mt 5, 6). Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5, 10). Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli (Mt 5, 20). Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6, 33). E’ venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere” (Mt 11, 19).

Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti (Mt 12, 18). La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia (Mt 12, 20). E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli (Mt 21, 32). Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle (Mt 23, 23). In santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni (Lc 1, 75).

Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni (Lc 7, 29). Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli” (Lc 7, 35). Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l’amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre (Lc 11, 42). In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario (Lc 18, 3). Poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi” (Lc 18, 5).

E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare? (Lc 18, 7). Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18, 8). Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati (Lc 23, 32). Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia (Gv 7, 18). E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio (Gv 16, 8). Quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più (Gv 16, 10).

Ma del popolo di cui saranno schiavi io farò giustizia, disse Dio: dopo potranno uscire e mi adoreranno in questo luogo (At 7, 7). Ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto (At 10, 35). “O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore? (At 13, 10). Poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti” (At 17, 31). Ma quando egli si mise a parlare di giustizia, di continenza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e disse: “Per il momento puoi andare; ti farò chiamare di nuovo quando ne avrò il tempo” (At 24, 25). Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra loro: “Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal mare, la Giustizia non lo lascia vivere” (At 28, 4). E’ in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede (Rm 1, 17).

In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia (Rm 1, 18). Colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori (Rm 1, 29). Sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all’ingiustizia (Rm 2, 8). Se però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira? Parlo alla maniera umana (Rm 3, 5). Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti (Rm 3, 21).

Giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione (Rm 3, 22). Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati (Rm 3, 25). Nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù (Rm 3, 26). Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia (Rm 4, 3). A chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia (Rm 4, 5). Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere (Rm 4, 6).

Orbene, questa beatitudine riguarda chi è circonciso o anche chi non è circonciso? Noi diciamo infatti che la fede fu accreditata ad Abramo come giustizia (Rm 4, 9). Infatti egli ricevette il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuta quando non era ancora circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia (Rm 4, 11). Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede (Rm 4, 13). Ecco perché gli fu accreditato come giustizia (Rm 4, 22). E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come giustizia (Rm 4, 23). Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo (Rm 5, 17).

Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dá vita (Rm 5, 18). Perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore (Rm 5, 21). Non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi, tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio (Rm 6, 13). Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia? (Rm 6, 16). E così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia (Rm 6, 18)-

Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità a pro dell’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione (Rm 6, 19). Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia (Rm 6, 20). Perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito (Rm 8, 4). Che diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No certamente! (Rm 9, 14)., Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva dalla fede (Rm 9, 30).

Mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è giunto alla pratica della legge (Rm 9, 31). Poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio (Rm 10, 3). Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede (Rm 10, 4). Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così: L’uomo che la pratica vivrà per essa (Rm 10, 5). Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo (Rm 10, 6). Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza (Rm 10, 10).

Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore (Rm 12, 19). Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo (Rm 14, 17). Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione (1Cor 1, 30). E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto l’ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene? (1Cor 6, 7). Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e questo ai fratelli! (1Cor 6, 8). Non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità (1Cor 13, 6). Se già il ministero della condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero della giustizia (2Cor 3, 9). Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio (2Cor 5, 21).

Con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra (2Cor 6, 7). Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? (2Cor 6, 14). Fateci posto nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia, nessuno abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato (2Cor 7, 2). Come sta scritto: ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno (2Cor 9, 9). Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia (2Cor 9, 10). Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere (2Cor 11, 15).

In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo, che io non vi sono stato d’aggravio? Perdonatemi questa ingiustizia! (2Cor 12, 13). Fu così che Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia (Gal 3, 6). E rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera (Ef 4, 24). Il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità (Ef 5, 9). State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia (Ef 6, 14). Ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio (Fil 1, 11). Quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge (Fil 3, 6).

E di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede (Fil 3, 9). Chi commette ingiustizia infatti subirà le conseguenze del torto commesso, e non v’è parzialità per nessuno (Col 3, 25). E’ proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi affliggono (2Ts 1, 6). Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza (1Tm 6, 11). Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro (2Tm 2, 22). Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona (2Tm 3, 16). Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione (2Tm 4, 8).

Che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo (Tt 2, 12). Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo (Tt 3, 5). Hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò ti unse o Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza più dei tuoi compagni (Eb 1, 9). Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino (Eb 5, 13). A lui Abramo diede la decima di ogni cosa. Anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia, inoltre è anche re di Salem, cioè re di pace (Eb 7, 2). Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, compreso da pio timore costruì un’arca a salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e divenne erede della giustizia secondo la fede (Eb 11, 7).

I quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni (Eb 11, 33). In verità, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che sono stati addestrati per suo mezzo (Eb 12, 11). E si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio (Gc 2, 23). Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace (Gc 3, 18).

Oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia (1Pt 2, 23). Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia (1Pt 2, 24). E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate (1Pt 3, 14). Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo (2Pt 1, 1). Non risparmiò il mondo antico, ma tuttavia con altri sette salvò Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un mondo di empi (2Pt 2, 5).

Meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo precetto che era stato loro dato (2Pt 2, 21). E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia (2Pt 3, 13). Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è nato da lui (1Gv 2, 29). Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli è giusto (1Gv 3, 7). Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello (1Gv 3, 10). E gridarono a gran voce: “Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?” (Ap 6, 10).

Esulta, o cielo, su di essa, e voi, santi, apostoli, profeti, perché condannando Babilonia Dio vi ha reso giustizia!” (Ap 18, 20). Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava “Fedele” e “Verace”: egli giudica e combatte con giustizia (Ap 19, 11). Il perverso continui pure a essere perverso, l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora (Ap 22, 11).

«Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante, oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell’Altissimo, di chi vede la visione dell’Onnipotente, cade e gli è tolto il velo dagli occhi. Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spacca le tempie di Moab e il cranio di tutti i figli di Set; Edom diverrà sua conquista e diverrà sua conquista Seir, suo nemico, mentre Israele compirà prodezze. Uno di Giacobbe dominerà e farà perire gli scampati dalla città» (Num 24,15-19).

Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set (Nm 24, 17). Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l’Orsa insieme con i suoi figli? (Gb 38, 32). Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada (Is 62, 1). Voi avete innalzato Siccut vostro re e Chiion vostro idolo, la stella dei vostri dei che vi siete fatti (Am 5, 26). “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo” (Mt 2, 2). Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella (Mt 2, 7).

Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino (Mt 2, 9). Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia (Mt 2, 10). Mi avete forse offerto vittime e sacrifici per quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele? Avete preso con voi la tenda di Mòloch, e la stella del dio Refàn, simulacri che vi siete fabbricati per adorarli! Perciò vi deporterò al di là di Babilonia (At 7, 43). Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore (1Cor 15, 41).

E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori (2Pt 1, 19). Con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino (Ap 2, 28). Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque (Ap 8, 10). La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare (Ap 8, 11). Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino” (Ap 22, 16).

Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore (Is 60, 19). Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto (Is 60, 20).

Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti.

Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio (Mal 3,19-24).

Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,67-79).

Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro. I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. I piedi avevano l’aspetto del bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque. Teneva nella sua destra sette stelle e dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza (Ap 1.12-16).

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni (Ap 12,1-6).

In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore. Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte. E porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni. Non entrerà in essa nulla d’impuro, né chi commette orrori o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello (Ap 21,22-27).

E non vi sarà più maledizione. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello: i suoi servi lo adoreranno; vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli (Ap 22,3-5).

Il suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna, per tutti i secoli (Sal 71, 5). Il suo nome duri in eterno, davanti al sole persista il suo nome. In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo diranno beato (Sal 71, 17). Il suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna, per tutti i secoli (Sal 71, 5). Il suo nome duri in eterno, davanti al sole persista il suo nome. In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo diranno beato (Sal 71, 17). Non state a guardare che sono bruna, poiché mi ha abbronzato il sole. I figli di mia madre si sono sdegnati con me: mi hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia, non l’ho custodita (Ct 1, 6). “Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?” (Ct 6, 10).

Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore (Sap 7, 29). Il sole con il suo splendore illumina tutto, della gloria del Signore è piena la sua opera (Sir 42, 16). Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!” (Sir 43, 2). Si soffia nella fornace per ottenere calore, il sole brucia i monti tre volte tanto; emettendo vampe di fuoco, facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi (Sir 43, 4). Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore (Is 60, 19).

Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto (Is 60, 20). Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla (Ml 3, 20). Perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (Mt 5, 45). Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! (Mt 13, 43). E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce (Mt 17, 2). grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge (Lc 1, 78). Vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio (At 26, 13).

Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza (Ap 1, 16). Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle (Ap 12, 1). La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello (Ap 21, 23). Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli (Ap 22, 5).