Venne una nube e li coprì con la sua ombra

Gen 15,1-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28b-36
17 MARZO

La fede nasce dall’ascolto. Nella fede l’ascolto si trasforma in obbedienza. Mai la fede nasce da una comprensione previa. Non prima comprendo e poi credo. Ma prima credo e poi comprendo. La comprensione avviene solo quando si è nella fede, mai quando si è fuori dalla fede. La comprensione aiuta la fede? Sicuramente aiuta affinché si perseveri nella fede, mai però la si potrà chiedere inizialmente per credere. Si crede, si ascolta, si obbedisce, si chiede al Signore che ci aiuti a comprendere la sua Parola per prestare ad essa una fede più pura, più santa, più intelligente, più perfetta. Gesù aprì la mente dei discepoli all’intelligenza delle Scritture per comprendere il suo mistero solo dopo la sua gloriosa risurrezione. Quando il mistero si era compiuto nella sua pienezza di morte e di risurrezione. Prima ha chiesto loro la fede. Ma i discepoli a questa obbedienza furono sempre duri di orecchio e tardi di cuore. Per loro era inconcepibile, impensabile, inimmaginabile un Messia Crocifisso, nonostante le Scritture, nella Legge, nei Profeti, nei Salmi, parlassero del Giusto sofferente sempre avvolto da questo duplice mistero. Neanche sul monte Gesù dona la comprensione del suo mistero. Verso il Golgota si deve camminare solo per purissima fede nella Parola.

Gesù manifesta la sua gloria. Mostra cioè la luce eterna che è la sua stessa essenza. Se Lui è Dio nella sua Persona, non ha bisogno di nessuna gloria da parte degli uomini. La gloria gli appartiene per divinità ed eternità. Mosè ed Elia, la Legge e i profeti, confermano tutte le affermazioni di Gesù. Il vero Messia è il Crocifisso. Colui che sarà consegnato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo ai pagani perché lo crocifiggano. Nessuna spiegazione del mistero. Viene semplicemente affermato. Lo spiega forse il Padre? Neanche. Il Padre dichiara Gesù suo Figlio, il Figlio del suo amore, il suo Messia, il suo Cristo. Cosa chiede ai discepoli? Di fidarsi di ogni Parola del Figlio suo. La verità è nelle parole di Gesù, non nei loro pensieri e neanche nelle parole e nei pensieri del mondo religioso nel quale essi vivono. Questa regola vale per ogni tempo, ogni uomo. Si dona la Parola, si crede in essa, si costruisce la propria vita su di essa. La comprensione verrà sempre dopo. Agli inizi lo Spirito Santo convince sulla verità della Parola ascoltata. Si presta la fede alla Parola per convincimento, mai per comprensione. Abrogare questa regola è cancellare la fede nella Parola.

Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Oggi non si crede più nella Parola del Vangelo. Tutto è sottoposto al vaglio di mente umana. Ciò che la mente approva, può essere accolto. Ciò che la mente non approva, viene rifiutato. Poiché senza la fede, la mente appartiene alla carne e non allo Spirito, essa approva le opere della carne, respinge i frutti dello Spirito. Così operando, la mente sta dichiarando nulli, inutili, dannosi tutti i misteri di Dio e dell’uomo che sono contenuti nella Parola di Dio, per noi divenuta Parola di Cristo Signore. La mente non comprende il mistero della Trinità, della mediazione di Cristo, nella necessità dei sacramenti. Oggi neanche più riesce a comprendere i misteri più elementari della natura umana e delle altre cose. Per non comprensione tutto si sta mandando al macero. In questo programma di sfacelo molta responsabilità è dei cristiani. Sono essi i più accaniti demolitori dei misteri della fede. La fede nasce dalla Parola ascoltata.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i cristiani non demoliscano i misteri della fede.