Venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano
28 LUGLIO (Mt 13,24-30)
Per comprendere bene questa parabola è sufficiente leggere due brani della Scrittura. In Eva e in Adamo il nemico dell’uomo ha seminato la zizzania della superbia.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. (Gen 3,1-7).
San Paolo sa bene questo e lo proclama con grande fermezza. Lui seminava il buon seme della Parola di Dio e un esercito di falsi credenti la zizzania dell’antivangelo.
Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. (Gal 1,6-17).
Sempre così fino alla fine del mondo. I buoni apostoli di Gesù seminano nei cuori la buona Parola di Gesù, il Vangelo della salvezza, mentre i cattivi pastori o i cattivi apostoli seminano la zizzania dell’eresia, della falsità, dell’errore, della menzogna. Seminano il pensiero dell’uomo che è l’opposto del pensiero di Dio. È questa però una lotta impari. I figli delle tenebre sono più astuti dei figli della luce. Quelli si dedicano al male ventiquattr’ore su ventiquattr’ore. Noi dopo qualche secondo siamo già stanchi e ci ritiriamo per il giusto riposo. Quelli hanno a disposizioni mezzi senza numero ed ogni giorno ne creano di più eccellenti. Noi per seminare la Parola a coloro che vengono in Chiesa, perché ancora il Signore ce li manda per pietà, non ci curiamo neanche di avere un sistema di amplificazione adeguato. Tanto poco è il nostro amore per la Parola, il Vangelo, la Buona Novella da seminare nei cuori per la loro salvezza eterna.
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci l’amore per la Parola. Vogliamo annunziarla facendola, dirla testimoniandola in una novità perenne di vita.