Venne a Nàzaret e stava loro sottomesso
4 GIUGNO (Lc 2,41-51)
Immaginiamo solo per un istante, quando Maria e Giuseppe, la sera, incontrandosi, nessuno dei due ha con sé Gesù. Nelle carovane a quei tempi le donne camminavano con le donne, gli uomini con gli uomini, i piccoli potevano essere con l’uno e con l’altra. Per tutta una giornata Maria era certa che Gesù fosse con Giuseppe e Giuseppe che fosse con Maria. Solo la sera, quando ci si è fermati per la sosta notturna, videro che Gesù non era con loro. È l’angoscia, il dolore, la paura, il panico. Che sarà successo? Gesù era sempre stato corretto, obbediente, mai aveva mancato in qualche cosa. La sua devozione nei loro confronti era stata sempre al massimo del garbo e della riverenza. Perché allora non è con loro?
Si ritorna subito indietro. Si deve cercare Gesù. Al terzo giorno lo si trova nel tempio in dialogo con i maestri e i dottori del tempio. Maria lo vede, si accosta e chiede: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». La risposta è immediata, istantanea: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. È giusto che noi ci chiediamo: perché Gesù non ha avvisato Maria e Giuseppe che il Padre suo gli aveva chiesto di fermarsi a Gerusalemme. Ma prima ancora quella di Maria e Giuseppe può essere definita mancata vigilanza, assenza di prudenza e di saggezza? Di certo no. Il motivo è semplice da individuare: Gesù mai è mancato nei loro riguardi. Di Lui essi erano sicuri, anzi sicurissimi. La sua sottomissione era sempre pronta e immediata obbedienza.
Loro avevano deciso di partire, lo avevano comunicato a Gesù, sapevano che tutto sarebbe andato non bene, ma benissimo. Fino al momento questo ragionamento era valido. Ora non è più valido. Gesù ha raggiunto i dodici anni ed entra negli obblighi della Legge, anche Lui deve porsi tutto nell’ascolto della voce del suo Dio, perché anche Lui è figlio dell’alleanza. Il Padre gli ha detto di fermarsi e Lui si è fermato. Lui gli ha comandato di recarsi nel tempio e Lui si è recato. Voleva che mostrasse ai dottori qualche raggio della luce divina e Lui lo ha mostrato. Lui tutto ha fatto per obbedienza, per comando, per mozione dello Spirito Santo. Maria e Giuseppe, essendo anche loro figli dell’alleanza, sapevano che il primo obbligo per chi entra nel Patto, è l’ascolto del Signore. Dio non chiede permesso agli uomini, né li avvisa di ciò che sta per fare.
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Il Padre celeste dona a Maria e a Giuseppe un segno forte. È Lui il solo Signore di Gesù. Da questo istante Gesù entra tutto alle sue dipendenze. Essi devono lasciarlo libero, anzi liberissimo, di obbedire a Lui senza neanche domandargli cosa fa e perché lo fa. Essi sono a servizio di Gesù. Spetta a loro essere prudenti, sapienti, accorti. Cambiano le relazioni, perché è cambiato il rapporto tra Gesù e il Padre a motivo della crescita di Gesù Signore. Così come cambieranno ancora una volta quando Gesù raggiungerà i trent’anni e dovrà interamente dedicarsi alle cose del Padre suo. In quel giorno Lui si spoglierà della sua volontà e la consegnerà in olocausto al Padre. Maria e Giuseppe sempre si dovranno ricordare di questo evento. Per essi dovrà essere purissimo ammaestramento di come comportarsi nei confronti di Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, illuminateci con luce celeste.