VATTENE, VATTENE, SANGUINARIO, MALVAGIO!
LUNEDÌ 3 FEBBRAIO (2Sam 15,13-14.30;16,5-13)
Davide ha iniziato il lungo cammino che dovrà portarlo alla purificazione dei suoi peccati. Assalonne, suo figlio, lo vuole uccidere. Vuole occupare il suo trono. La sofferenza è grande. Con questa guerra familiare non morirà soltanto una persona, ma tantissime. Come il vizio è padre di molti altri vizi, così la morte è madre di molte altre morti. La guerra è un frutto del peccato di Davide. Anche le molteplici morti sono un frutto della sua colpa. Su questa verità nessuno parla. Il silenzio è assoluto. Eppure la storia attesta e rivela che ogni guerra è frutto di un peccato commesso o con il corpo o con lo spirito. Ma sempre di peccato si tratta. Chi vuole il bene dei suoi fratelli deve astenersi dal peccato. A un presbitero che vuole male al popolo e all’umanità è sufficiente commettere il peccato di omissione nell’insegnamento della Legge. Così Mosè ad Aronne: «Che cosa ti ha fatto questo popolo, perché tu l’abbia gravato di un peccato così grande?» (Es 32,21). Mentre Osea così dice del sacerdote: “Ascoltate la parola del Signore, o figli d’Israele, perché il Signore è in causa con gli abitanti del paese. Non c’è infatti sincerità né amore, né conoscenza di Dio nel paese. Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono. Ma nessuno accusi, nessuno contesti; contro di te, sacerdote, muovo l’accusa. Tu inciampi di giorno e anche il profeta con te inciampa di notte e farò perire tua madre. Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza. Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote; hai dimenticato la legge del tuo Dio e anch’io dimenticherò i tuoi figli” (Os 4,1-6). Ma queste cose sono rimosse dalla mente.
In quei giorni, arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con Assalonne». Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta, perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la rovina e passi la città a fil di spada». Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva. Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra. Così diceva Simei, maledicendo Davide: «Vattene, vattene, sanguinario, malvagio!
Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio, ed eccoti nella tua rovina, perché sei un sanguinario». Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re, mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Seruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici Davide!”. E chi potrà dire: “Perché fai così?”». Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita, lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». Davide e la sua gente continuarono il cammino.
Quanto Simei grida dal monte non è falsità, non è calunnia, non è menzogna. Davide sa che sta dicendo il vero. Sta però parlando del vecchio Davide, non del nuovo. Il nuovo ormai è tutto diverso. Il nuovo è come se fosse passato attraverso una fornace ardente e in essa si fosse purificato da tutte le scorie del male da lui commesso. Ora sa che tutto va espiato, al fine di ottenere una purificazione piena. Il Signore lo sta facendo passare per il crogiolo e lui dovrà vivere solo di mitezza, umiltà, perdono, volontà di bene. Ma questo per Davide è solo l’inizio dei dolori e della sofferenza. Altri dolori e altre sofferenze lo attendono. Questa storia deve convincerci di una altissima verità: stare lontano da ogni trasgressione della Legge di Dio. Se pecchiamo, la sofferenza sarà lunga. Molto lunga e assai dolorosa. Mai si pensa che il nostro peccato ha prodotto la crocifissione del Figlio eterno del Padre. Il prezzo è stato altissimo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci prendere coscienza dei frutti prodotti dal peccato.