Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello
VENERDÌ 6 MARZO (Mt 5,20-26)
Il discepolo di Gesù deve andare oltre l’imitazione del Suo Maestro. Essendo lui corpo di Cristo, deve essere vita di Cristo in mezzo ai suoi fratelli. Chi è Cristo Gesù? È il Fratello che dona al Padre la vita in riscatto dei suoi fratelli: “Quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi; e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova” (Eb 2,9-18). Gesù Signore, prima di offrire se stesso in olocausto di salvezza al Padre, si riconciliò con i suoi fratelli, conoscendo il loro odio contro di Lui: “Padre, perdona loro. Non sanno quello che fanno”. Come Cristo Gesù è il Fratello innocente che dona la vita per i fratelli che sono nella morte, a causa dei loro peccati, così anche il discepolo di Gesù deve essere il fratello innocente, senza peccato, perché deve anche lui, essendo corpo di Cristo, dare la vita per i suoi fratelli, perché vengano perdonati i loro peccati. Essendo con Cristo un solo corpo, devono essere anche un solo sacrificio, un solo olocausto, un solo dono per la redenzione del mondo. Per questa ragione il cristiano non è chiamato ad imitare Cristo, ma essere vero corpo di Cristo che si dona per i suoi fratelli. Lui si dona e si lascia donare dal Padre. Il Padre lo dona e lui si fa dono per essere donato, ma sempre come corpo di Cristo, in Cristo, con Cristo, per Cristo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Se il cristiano è il fratello, che in Cristo, con Cristo, per Cristo, come suo vero corpo, è dono del Padre per la vita dei suoi fratelli ed è strumento di riconciliazione e di salvezza, potrà mai adirarsi contro i suoi fratelli? Potrà mai ingiuriarli, disprezzarli, condannarli, giudicarli, offenderli, opporsi, resistere loro? Se facesse queste cose non sarebbe più né olocausto, né sacrificio, né strumento di riconciliazione e di salvezza. Sarebbe uomo tra gli uomini. Ma non sarebbe il corpo di Cristo in mezzo ai suoi fratelli. Questa verità oggi va rimessa sul candelabro. Se il cristiano è il corpo di Cristo, mai potrà essere l’adoratore di un Dio che non sia il Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Lui in Cristo può offrirsi solo al Padre di Cristo Gesù. Cristo Gesù non è il Figlio di un altro Dio. Ma neanche l’uomo è creatura di un altro Dio. La rivelazione o la si accoglie tutta in ogni sua parte, o tutta muore, perché tutta diviene mostruosa incoerenza.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano confessi e viva la sua verità.