Va’ e d’ora in poi non peccare più

LUNEDÌ 30 MARZO (Gv 8,1-11)

In verità quanto oggi avviene nel tempio di Gerusalemme di nuovo manifesta solo la sapienza di Gesù nell’impedire che la donna venga lapidata. Quanto a dottrina e a verità di salvezza, tutto era già stato annunziato dal Padre suo per mezzo dei suoi profeti. Ezechiele brilla per questa dottrina di una luce purissima: “Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà. Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà. Eppure la casa d’Israele va dicendo: “Non è retta la via del Signore”. O casa d’Israele, non sono rette le mie vie o piuttosto non sono rette le vostre? Perciò io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta, o casa d’Israele. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa d’Israele? Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete” (Ez 18,21-32). A nessuno è consentito servirsi di questo episodio per sminuire la forza distruttrice del peccato e le conseguenze di male che esso genera e produce. La verità obbliga tutti.

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Questo episodio deve insegnarci ad usare tutta la nostra sapienza e intelligenza, nello Spirito Santo, al fine di evitare che ci si possa accanire contro il peccatore. Peccare è possibile. La carne genera peccato e morte. La grazia genera vita e benedizione. Gesù da un lato manifesta che tutti sono peccatori e che essi stessi hanno bisogno della misericordia del Padre suo per non essere lapidati per l’eternità nel fuoco dell’inferno. Quando tutti se ne vanno, manifesta alla donna tutta la misericordia del Padre suo. La grazia del perdono non è per continuare a peccare, ma per non peccare mai più in eterno. Quanti invece si servono di questo episodio per sminuire il peccato e quasi renderlo cosa da nulla, sono in grande errore. Il peccato è morte eterna. Ogni peccato aggiunge morte eterna a morte eterna. Meglio essere lapidati con le pietre sulla terra ed espiare i peccati commessi, che essere lapidati con il fuoco eterno ed essere condannati senza alcuna possibilità di salvezza. Se vogliamo agire con la stessa sapienza e verità di Gesù, dobbiamo anche noi abitare nel seno dell’amore del Padre e nella luce dello Spirito Santo. Se abitiamo nel peccato, pensiamo dalla sua stoltezza.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci ad agire come Gesù: con sapienza e verità.