Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui
Dio parla, ha parlato, parlerà all’uomo sempre da Dio, sempre da Signore, sempre dalla sua eterna e divina verità. Cristo ha parlato, parla, parlerà all’uomo sempre dalla sua divina ed umana verità. Parlerà dalla sua missione che è una sola: rivelare al mondo la verità del Padre suo, verità che nessuno al di fuori di Lui ha mai visto e mai ha conosciuto. Anche lo Spirito Santo ha parlato, parla, parlerà all’uomo sempre dalla sua verità eterna e divina. Questa legge vale per ogni uomo. Il Papa deve parlare da Papa, il Vescovo da Vescovo, il Presbitero da Presbitero, il Diacono da Diacono, il Cresimato da Cresimato, il Battezzato da Battezzato, lo Sposato da Sposato, il Profeta da Profeta, il Dottore da Dottore, il Maestro da Maestro, l’Evangelista da Evangelista, Il Consacrato da Consacrato. Ognuno deve parlare dalla verità che in Cristo, per lo Spirito Santo ha trasformato la sua vita. Non c’è vero dialogo con gli uomini se il cristiano non si presenta al mondo nella pienezza della sua verità sacramentale, carismatica, vocazionale. Non si va dall’uomo per parlare da semplice uomo. Si va per parlare a Lui dalla pienezza del suo nuovo essere in Cristo Gesù. Poiché la verità di essenza varia da persona a persona – altra è la verità di essenza di un Papa, altra quella di un Presbitero, altra quella di un Battezzato – ogni persona deve presentarsi per dialogare secondo la sua specifica, personale verità. La salvezza del mondo è dall’essenza di verità di ciascun discepolo di Gesù.
Gesù venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: «Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni» – sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli –, lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te» (Gv 4,1-26).
Nel dialogo con il mondo, partendo dalla nostra personale, particolare verità di ministero, carisma, vocazione, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo che sempre ci doni la Parola appropriata con la quale entrare nel cuore dell’uomo per attrarlo a Cristo Signore, al suo Redentore e Dio. Gesù prima chiede dell’acqua da bere. È una parola di inizio. Il dialogo comincia. La donna risponde con un secco rifiuto. Gesù le promette acqua che estingue ogni sete. La donna accoglie il dono di Cristo. Gesù le dice di andare a chiamare suo marito. La donna risponde che lei non ha marito. Gesù conferma la parola della donna, svelandole la sua vita: “Hai detto bene: non ho marito. Ne hai avuti cinque e quello che ora hai non è tuo marito”. Cristo parla alla donna da Cristo, da vero profeta del Dio vivente. Questo deve insegnarci che se ognuno parla dalla sua verità, lo Spirito Santo sempre entra in un cuore e lo attrae a Gesù Signore. Se invece parliamo all’uomo da uomini, nascondendo o vergognandoci della nostra verità di ministero, carisma, vocazione, mai nessuno accoglierà la nostra parola e mai approderà a Gesù Signore. Il nostro è un dialogo falso perché operato senza la nostra verità. Oggi il cristiano non parla da cristiano, parla da pagano. Parla da persona che neanche più conosce Gesù Signore. Così dicasi di ogni altro sacramento e ministero. Sarebbe sufficiente parlare dalla nostra verità, per dare al mondo un nuovo volto, il volto di Cristo Crocifisso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a parlare dalla nostra verità.