Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo
21 MARZO (Gv 12,1-11)
Non è la storia che deve comandare l’amore, perché il vero amore è purissima obbedienza ad ogni mozione dello Spirito Santo nell’uomo. Indipendentemente che Giuda sia un ladro e parli per interessi di furto o che sia uomo giusto, onesto, puro, alieno dal male, la differenza con Maria risiede proprio in questa duplice mozione: il cuore di Giuda è mosso dalla storia, il cuore di Maria dallo Spirito Santo. Quello di Maria è amore purissimo di obbedienza allo Spirito del Signore, quello di Giuda è amore che viene dalla carne, dal suo cuore, dai suoi desideri che possono essere anche buoni, corretti, ma non sono desideri di Dio e del suo Santo Spirito.
Mai la storia dovrà essere padrona del nostro cuore. Il nostro cuore appartiene solo allo Spirito Santo, come allo Spirito Santo è appartenuto sempre il cuore di Gesù. Il suo amore è stato sempre purissima obbedienza alla volontà di Dio. Lui ha guarito coloro che il Signore gli diceva di guarire, ha sanato coloro che Dio voleva che fossero sanati. Anche la predicazione della Parola l’ha data a quanti il Padre gli mandava o a quelli presso i quali il Padre lo mandava. Gesù mai fu dalla sua volontà. Anche i suoi miracoli sono stati tutti purissima obbedienza al Dio e Signore della sua vita. Non è facile comprendere questa verità. Viverla dona fastidio a tutti i Giuda della terra.
All’uomo spetta l’obbedienza, allo Spirito Santo la sapienza, l’intelligenza, la finalità del nostro servizio. Noi non sappiamo perché siamo mandati in un luogo anziché in un altro. Ignoriamo le sue finalità. Lui chiede solo una pronta e immediata obbedienza. Maria non sa perché deve ungere il corpo di Cristo. Lo Spirito Santo lo sa e la muove interiormente perché compia questa azione. Sarà Gesù a spiegare a Giuda e agli altri perché il suo corpo è stato unto. Maria lo ha fatto in vista della sua sepoltura che è imminente. Il giorno della morte non vi sarà tempo per ungere il suo corpo e Maria ha fatto bene ad anticipare quell’unzione rituale, obbligatoria, necessaria.
Maria è giustificata. Giuda liberato dal suo zelo per i poveri. Quando si deve ungere un cadavere, non si pensa ai poveri, ma al cadavere. È opera obbligatoria, di umana pietà. Non è né uno sperpero e né uno sciupio inutile. Lo esige la misericordia verso i defunti. Urge però andare ben oltre il problema morale. Ci è chiesto di soffermarci sul significato profetico di questa unzione. Lo Spirito Santo attraverso il gesto profetico di Maria, sta rivelando ai presenti che il tempo della fine è già venuto. Bisogna prepararsi a questa morte. Urge disporre i cuori. Il Maestro sta per lasciare questo mondo.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Gesù insegna ad ogni uomo che è giusto che ci si prepari alla morte, morte personale, morte di quanti sono a noi vicini, parenti, ma anche nostri maestri spirituali, quanti hanno inciso spiritualmente in modo determinante nella nostra vita. Anche la morte va vista nella verità di Dio. Per ognuno Dio stabilisce il tempo per portare a compimento la sua opera. Compiuta l’opera, nulla più si dovrà espletare sulla terra per comando di Dio, si può partire, si deve partire. Se rimanessimo, faremmo cose nostre e non di Dio, cose vane e non necessarie alla salvezza, perché non sono opere di obbedienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci pronti per la nostra morte.