Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?
1 LUGLIO (Mc 5,21-43)
La fede nasce dalla rivelazione che Dio fa di se stesso nella storia attraverso parole ed eventi intimamente congiunti. La rivelazione di Dio nella storia ci dice due grandi verità: che Dio è Onnipotente, Signore, Creatore dal nulla di tutte le cose, che ogni evento della storia è soggetto alla sua volontà, che Lui è l’unico Dio che governa ogni cosa. Tutto è soggetto alla sua provvidenza, alla sua volontà, al suo giudizio; che Dio ha dato la sua Parola di verità ai suoi servi fedeli, i profeti, e che costoro hanno agito anche con la sua onnipotenza. Hanno manifestato la potenza della sua parola con la loro parola.
Questa manifestazione di onnipotenza avviene attraverso la preghiera, il comando, la volontà, i gesti, le opere da loro compiuti che sono infinitamente superiori ad ogni altro uomo e per questo impossibili ad ogni essere creato, nelle cui mani non è il dito di Dio. Questa verità noi la constatiamo con Mosè, dinanzi alla cui onnipotenza, gli stessi maghi d’Egitto riconoscono la presenza del dito di Dio che opera grandi meraviglie.
I maghi cercarono di fare la stessa cosa con i loro sortilegi, per far uscire le zanzare, ma non riuscirono, e c’erano zanzare sugli uomini e sulle bestie. Allora i maghi dissero al faraone: «È il dito di Dio!». Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto, secondo quanto aveva detto il Signore. (Es 8, 12-15).
La storia di Gesù attesta che lui è vero uomo di Dio. Vero suo inviato. Nessuno può fare le opere che lui sta compiendo, se Dio non è con lui. Gesù fin da subito si è rivelato uomo potente in parola e in opera. Ancora però non ha manifestato tutta la sua potenza. La storia non ha rivelato quanto lui è capace di fare. Tuttavia gli uomini sanno che Lui può liberare dalla malattia, dalla sofferenza, da ogni infermità. Giairo sa tutto questo e lo prega perché guarisca sua figlia. L’emorroissa anche lei sa questo, però non lo prega con la bocca. Lei crede che è sufficiente solo toccare il suo mantello.
Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Ancora manca l’esperienza storica che Gesù è superiore alla stessa morte. La risurrezione della figlia di Giairo ci offre anche questa verità. Ora si ha una visione perfetta di chi è Gesù: è il Signore sull’intera creazione. Tutto gli obbedisce.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù.