Tornarono in cerca di lui a Gerusalemme – Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio

26 Maggio
Tornarono in cerca di lui a Gerusalemme
Possiamo dare a questo episodio di Maria e Giuseppe che vanno in cerca di Gesù un valore altamente simbolico. Quando Dio si eclissa dalla nostra vita e i motivi di eclissamento possono essere molteplici, anche quello di farci crescere nell’amore verso di Lui, è cosa vitale mettersi subito alla sua ricerca: “Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme”. Così Maria e Giuseppe divengono veri modelli di come si cerca il Signore. La Scrittura Sacra è un invito a cercare il Signore. Il Signore sempre va cercato. Una lode elevata al Signore nel Libro Primo delle Cronache ci insegna che questa ricerca deve essere senza alcuna interruzione. Il Signore sempre va cercato. Egli non è mai trovato appieno.

«Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, voi, stirpe d’Israele, suo servo, figli di Giacobbe, suoi eletti. È lui il Signore, nostro Dio: su tutta la terra i suoi giudizi. Ricordate sempre la sua alleanza, parola data per mille generazioni, l’alleanza stabilita con Abramo e il suo giuramento a Isacco. L’ha stabilita per Giacobbe come decreto, per Israele come alleanza eterna, quando disse: “Ti darò il paese di Canaan come parte della vostra eredità”. Quando erano in piccolo numero, pochi e stranieri in quel luogo, e se ne andavano di nazione in nazione e da un regno a un altro popolo, non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro: “Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti”.

Cantate al Signore, uomini di tutta la terra, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli. Maestà e onore sono davanti a lui, forza e gioia nella sua dimora. Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. Portate offerte ed entrate al suo cospetto, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. È stabile il mondo, non potrà vacillare! Gioiscano i cieli, esulti la terra, e dicano tra le genti: “Il Signore regna!”. Risuoni il mare e quanto racchiude, sia in festa la campagna e quanto contiene. Acclamino gli alberi della foresta davanti al Signore che viene a giudicare la terra. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dite: “Salvaci, Dio della nostra salvezza, radunaci e liberaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria. Benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre”» (1Cr 16,8-36).

Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo, vostro padre, a Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai. Davvero il Signore ha pietà di Sion, ha pietà di tutte le sue rovine, rende il suo deserto come l’Eden, la sua steppa come il giardino del Signore. Giubilo e gioia saranno in essa, ringraziamenti e melodie di canto! Ascoltatemi attenti, o mio popolo; o mia nazione, porgetemi l’orecchio. Poiché da me uscirà la legge, porrò il mio diritto come luce dei popoli. La mia giustizia è vicina, si manifesterà la mia salvezza; le mie braccia governeranno i popoli. In me spereranno le isole, avranno fiducia nel mio braccio (Is 51,1-5).

Ma dove cercare il Signore? Prima di tutto nella sua Santa Legge, nella sua Parola, nel suo Tempio Santo, ma anche nel cuore dell’uomo. Dio deve essere l’oggetto perenne della nostra ricerca. Mai un istante senza cercare Lui, la Luce dei nostri occhi, l’Intelligenza della nostra mente, la Sapienza del nostro cuore, il Pane di verità e di giustizia della nostra anima, la Forza della nostra volontà. Se Lui non è cercato, l’uomo è senza se stesso. Non è neanche un otre vuoto. È un otre incapace di contenere qualsiasi liquido vi si metta. Neanche terra è capace di contenere, perché anch’essa viene via. Cercare il Signore è cercare la vita.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci a cercare il Signore.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio

Gesù va cercato. Non lo si trova in un istante. Dio chiede anche la fatica di una ricerca, l’angoscia, il desiderio, l’anelito. Maria e Giuseppe “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte”. Il tempio è oggi la Chiesa del Dio vivente. È in essa che Cristo ha cercato, incontrato, ascoltato, interpellato. A Lui si chiede e Lui risponde, entrando con Lui in un dialogo di altissima sapienza e conoscenza. San Paolo possiede una stupenda, altissima verità sulla relazione tra Cristo e la sua Chiesa.

Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose (Ef 1,15-23).

A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui (Ef 3,8-12).

E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! (Ef 5,25-33).

Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli. Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza (Cfr. Col 1,8-29).

L’uomo cerca Cristo. Come Gesù è stato trovato nel tempio, così Cristo Signore sarà trovato solo nella Chiesa del Dio vivente. Non vi sono altri luoghi dove trovarlo. A questa verità ne va aggiunta una seconda. La Chiesa ha l’obbligo di mostrare Cristo, ha il dovere di fare incontrare Cristo con l’uomo e l’uomo con Cristo. Se uno viene nella Chiesa e non si incontra con Cristo, non trova Cristo, perché essa lo nasconde, non lo possiede, è responsabile dinanzi a Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che nella Chiesa Cristo si trovi.