Togli prima la trave dal tuo occhio

Una massima latina anonima così recita: “Caritas bene ordinata incipit a se ipso” – la carità bene ordinata comincia dalla propria persona. Vi potrà mai essere vera misericordia, misericordia bene ordinata per gli altri, se viene trascurata la misericordia verso se stessi? Qual è prima la misericordia verso se stessi? Iniziare un serio, impegnativo cammino verso il Regno eterno di Dio. Cominciare con forte impegno a costruire la propria casa sulla roccia della Parola di Gesù. Se questa prima carità, prima misericordia verso noi stessi, non viene neanche iniziata, perché la nostra vita si costruisce sull’illusione, sulla falsità, sulla menzogna, possiamo noi mai amare con carità ordinata, evangelica un solo nostro fratello? È evidente che la risposta dovrà essere negativa. Tutto infatti è dalla visione che abbiamo della nostra vita.

La misericordia mai potrà essere un fatto estraneo al pensiero che abbiamo della vita in questo tempo che rimaniamo sulla terra. Il vero pensiero sulla vita presente lo si deve sempre attingere dalla fede. Questa sempre nasce e scaturisce dalla verità che è contenuta nel Vangelo. Se noi il Vangelo neanche lo conosciamo, se di Cristo Gesù abbiamo si e no qualche idea che lo fa rassomigliare ad una invenzione del nostro cuore, distante una eternità dal Cristo di Dio, è chiaro che mai noi sapremo cosa è secondo verità la misericordia. Non conosciamo Cristo, non conosciamo la via per raggiungerlo, viviamo una vita secondo i canoni della terra e non del cielo, anche la misericordia sarà vissuta secondo i canoni dell’uomo e non secondo la purissima verità del Signore. Il falso pensiero, la falsa fede sempre ci farà persone di falsa misericordia.

Se la misericordia bene ordinata deve iniziare da noi stessi, da dove dobbiamo cominciare per essere persone misericordiose secondo il cuore del Padre? L’inizio della misericordia è sempre uno: la scrupolosa osservanza dei comandamenti. Non di un solo comandamento, ma di tutti i comandamenti, senza alcuna eccezione, deroga, dispensa. Poiché oggi l’uomo si è separato dai comandamenti, mai potrà essere persona dalla vera misericordia. È fuori della prima, fondamentale, essenziale regola della carità. Uno che non dona a Dio ciò che è di Dio, mai darà all’altro ciò che è dell’altro. Uno che disprezza il Signore, perché non lo onora secondo verità e giustizia, mai potrà essere persona dalla giusta compassione. La misericordia è agire con ogni persona – Dio e i fratelli – secondo la loro verità. La falsità verso Dio è falsità verso l’uomo.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande» (Lc 6,37-49).

La seconda regola della vera misericordia vuole che iniziamo a costruire la nostra vita sulle beatitudini. Se non siamo poveri in spirito, se cioè la nostra vita non è consegnata a Dio, perché Lui la renda strumento della sua carità e misericordia, ameremo con il nostro cuore, mai con il cuore di Dio, di Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. Anche se siamo nei comandamenti, viviamo di misericordia ammalata, non pienamente sana, perché le manca la perfezione della verità e della carità. Non è l’uomo che deve amare. È il Padre celeste che deve amare attraverso ogni uomo, così come ha amato attraverso Gesù. Per questo urge la povertà in spirito che è consegna a Dio della propria vita. Dio, dall’eternità, ha stabilito cosa Lui vuole realizzare attraverso ogni vita. Se la vita è nelle sue mani, Lui può realizzare il suo progetto di amore. Se è nelle nostre mani, mai potrà compiere un solo gesto del suo purissimo amore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci strumenti dell’amore di Dio.