TESTIMONE DELLE SOFFERENZE DI CRISTO

SABATO 22 FEBBRAIO (1Pt 5,1-4)

San Pietro si professa testimone delle sofferenze di Cristo e su questa testimonianza fonda l’autorità della sua esortazione. Cristo è il Sofferente. Pietro è il sofferente per Cristo Gesù, può esortare alla sofferenza: “Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio; che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime” (1Pt 2,19-25). “Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio” (1Pt 4,12-16). Chi obbedisce può esortare all’obbedienza. Chi vive di fede può invitare a vivere di fede. Chi è nella sofferenza per Cristo Gesù può chiedere che si soffra per il Signore.

Nella sua Seconda Lettera, Pietro fonda la verità del suo annunzio e della sua Parola di esortazione sulla visione da lui avuta sul monte, il giorno in cui Gesù gli ha rivelato la sua gloria: Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (2Pt 1,16-21). Era una visione di preparazione alla crocifissione.

Carissimi, esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

San Pietro può esortare i presbiteri a prendere su di sé la croce del servizio pastorale e portarla come Gesù l’ha portata e come Lui, apostolo testimone con la sofferenza, della sofferenza di Cristo, la porta. Se manca la testimonianza della verità di ciò che si annunzia, la predicazione è vana. Se Pietro non fosse con la sua vita testimone della passione del Signore non potrebbe invitare i presbiteri ad essere martiri per Cristo, martiri nel servizio, che è consegna della propria vita alla cura delle pecore. Con il martirio di sangue, si consegna a Dio la vita in un solo attimo. Con il martirio pastorale la vita a Dio, alla sua volontà, al servizio da Lui affidato, nello Spirito Santo, si consegna momento per momento e attimo per attimo. Pietro pastore martire per Cristo chiede ai pastori che, giorno per giorno, diventino martiri per Cristo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni pastore sia martire di Gesù nel suo servizio.