Tennero consiglio contro di lui per farlo morire
I farisei non tollerano che nella religione dei padri vi sia un’autorità sopra la loro. Essendo la loro autorità la sola, l’una regola della verità di Dio, della sua Legge, della sua Parola, non vogliono che alcuno osi presentarsi dinanzi al popolo di Dio pensando in modo differente e anche agendo. Chi osasse fare questo da essi è ritenuto un maledetto da cancellare dal libro della vita. Quest’uomo dovrà essere messo a morte. È questa la decisione che i farisei oggi prendono. Gesù è per essi elemento di grande disturbo e fastidio. Mette in crisi la loro autorità. Questo non è consentito. Lasciarlo agire indisturbato significa la loro morte. Il popolo già non crede in essi e si fida poco. Già fa la differenza tra essi e Gesù Signore. Se loro permettono a Cristo di agire, presto sarà la loro fine. Cosa fare per non finire? La via c’è ed una sola: fare morire Gesù Signore. Con la morte lo si mette a tacere per sempre. Non agirà, non parlerà più.
Cosa aveva fatto di così grande male Gesù per meritare la morte? Quale orrenda violazione della legge aveva compiuto per essere così rigorosamente giudicato e condannato? Aveva solo dato all’uomo la stessa dignità di un animale. Per i farisei era cosa buona tirare su da una fossa o da un pozzo un animale precipitato in essi in giorno di sabato. Non si trasgrediva nessun comandamento del Signore. Era però inammissibile tirare dal fosso o dal pozzo dell’abisso di Satana un uomo tenuto prigioniero in esso da molti anni. I Comandamenti non sono stati dati agli uomini per privarli della loro dignità. Sono stati dati per conferire loro ogni dignità. Non sono stati dati per non amare gli uomini. Sono essi la prima fondamentale legge del vero amore. Perché Gesù dovrà essere condannato a morte o fatto morire? Perché insegna agli uomini il vero amore secondo il Padre suo. Rivela tutta la luce che è nella Legge del vero Dio.
Gesù sa che per la verità da Lui portata sulla terra, sarà condannato a morte. Le modalità della morte non devono sceglierle i farisei e neanche i tempi di essa. Ogni cosa in Lui dovrà avvenire secondo tempi, modalità, vie scelte dal Padre. Conoscendo di quanta malvagità i farisei sono capaci, Gesù con somma prudenza si ritira da essi. Se ne va lontano. Non li provoca, non li sfiga. Non tenta il Signore suo Dio, confidando sulla sua protezione e difesa. Ritirarsi per il compimento della volontà del Padre non è mai omissione. Fuggire ogni pericolo imminente per poter compiere tutta la divina volontà, non è paura del nemico. Sarebbe per Gesù gravissimo peccato se sfidasse il pericolo e si mettesse nelle mani dei farisei in questo momento. Per essi prendere una pietra e lapidare una persona non era cosa né impossibile né difficile. In ogni luogo vi era una pietra e ogni luogo poteva essere trasformato in teatro di supplizio per lapidazione. Nella saggezza e prudenza dello Spirito Santo, Gesù si ritira. La salvezza nella fuga è vera strategia di vittoria. Viene tolta al nemico la possibilità di attuare il suo progetto omicida, aiutandolo a non macchiarsi di un così orrendo delitto. Può sapere quando ritirarsi e quando invece rimanere solo chi è mosso e guidato dallo Spirito Santo. Senza lo Spirito di Dio si rimane quando ci si deve ritirare, ci si ritira quando si deve rimanere.
Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga; ed ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, domandarono a Gesù: «È lecito guarire in giorno di sabato?». Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene». E disse all’uomo: «Tendi la tua mano». Egli la tese e quella ritornò sana come l’altra. Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni (Mt 12,9-21).
Gesù è la sola luce vera venuta per illuminare ogni uomo. Oggi ha dato luce piena ai farisei. Essi hanno deciso di farlo morire. Da questo istante sono responsabili dinanzi a Dio di ogni tenebra che avvolge la loro vita. Questa verità vale anche per ogni discepolo di Gesù. Lui, in Cristo, per Cristo, con Cristo, è costituito luce delle genti, dei popoli, delle nazioni. Anche lui, come Cristo, deve mostrare ad ogni uomo qual è l’altissima dignità dell’uomo. L’uomo vale più di una capra. Anzi è la capra che è fatta per l’uomo e non l’uomo per la capra. Dare ad una capra più dignità che ad un uomo, è tradimento dell’uomo nella sua verità. Ma oggi chi può dire ad un solo uomo che una capra è meno che un uomo, se l’uomo è stato fatto una capra di razza inferiore a tutte le capre esistenti? Chi può oggi dire all’uomo che l’animale è animale mentre l’uomo porta in sé divina dignità di essere ad immagine e somiglianza del suo Creatore? Chi può dire agli uomini che prima si deve nutrire e l’uomo e poi l’animale? Chi può dire all’uomo che è grave peccato contro l’uomo porre l’animale al posto o al di sopra dell’uomo?
Vergine maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a dare all’uomo la sua dignità.