TENDIAMO INSIDIE AL GIUSTO
VENERDÌ 27 MARZO (Sap 2,1.12-22)
Quando l’uomo cade nel peccato e diviene empio, Satana si impossessa del suo cuore e mette in esso la sua invidia e il suo odio contro quanti osservano la Legge del Signore, vivendo nella giustizia e nella verità. Ognuno di noi, in ogni istante della sua vita, può conoscere se è giusto o empio, buono o malvagio, di Dio, del suo Signore o di Satana. Basta che osservi il suo comportamento con quanti sono giusti. Quando vi è ostacolo, aggressione, insulto, parola cattiva e distruttrice del bene, allora è segno che si è empi, nemici della verità e della luce. Gesù, il sommo giusto, è stato crocifisso dalla somma empietà. I figli di Satana si sono schierati contro di Lui per abbatterlo: “Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio»” (Gv 8,31-47). Chi è dalla carne compie le opere della carne. Chi è figlio del diavolo, compie le opere del padre suo. Gli empi che si avventano contro i giusti sono tutti figli del diavolo. Chi non vuole compiere le opere del diavolo deve lasciare il suo regno, divenire regno di Dio. Divenendo figlio di Dio, compirà le opere di Dio.
Dicono [gli empi] fra loro sragionando: «Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore. È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. Siamo stati considerati da lui moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. Proclama beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre. Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà». Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile.
Ora è giusto che ci chiediamo: siamo noi figli del diavolo o figli di Dio? Siamo figli della luce o delle tenebre? Siamo figli della perdizione o della giustizia? Siamo figli della vita divina o della morte eterna? Ognuno osservi le sue opere. Se con esse si edifica il regno di Dio, si è figli della luce. Se distruggono il regno di Dio siamo figli del diavolo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che nessun cristiano sia figlio del diavolo.