Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!

La Scrittura Antica contiene tutto il mistero del Cristo di Dio, del suo Messia? La risposta è un sì pieno. La verità divina e umana dell’Atteso delle genti è tutta contenuta nelle Scritture. La Legge, i Profeti, i Salmi nulla tralasciano di Lui. Tutto è detto anche nei più piccoli dettagli. Perché allora Gesù dice ai due discepoli che essi sono stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti? Dove risiede la loro stoltezza della mente e la lentezza del cuore? Stoltezza e lentezza non risiedono nella loro non capacità di leggere le Scritture. Risiede invece nel non legare le Scritture e la vita di Cristo Gesù. Poiché in Lui, visibilmente e non nascostamente, pubblicamente e non privatamente, si sono compiute tutte le parole dette da Dio nei Salmi, nei Profeti, nella Legge, essi avrebbero dovuto operare il passaggio dalla storia alle Scritture. Poiché la storia attesta il compimento di ogni Parola della Scrittura in Gesù di Nazaret, Gesù di Nazaret è il Messia atteso. La croce, anzi soprattutto la croce, è essenza del Cristo di Dio. Proprio vedendolo Crocifisso avrebbero dovuto credere nella sua verità. Invece lo vedono Crocifisso e si ritirano. In Dio è la storia che sempre conferma la verità della Parola. Questo valeva per ieri, vale per oggi, vale per i secoli eterni. Gesù dice: “Senza di me non potete fare nulla”. È sufficiente dare uno sguardo alla storia e necessariamente si deve confessare che quanto Gesù ha detto è purissima verità. Abbiamo lasciato Lui. Ci siamo staccati dalla vera vite. Siamo solo alberi secchi buoni per il fuoco. Non portiamo figli a Dio. Non cresciamo noi nella produzione di buoni frutti. Cambiamo le strategie, pensando che i frutti verranno. Possiamo anche modificare e aggiornare ogni cosa, la Parola di Gesù rimane in eterno nella sua verità: “Senza di me non potete fare nulla”. Parola di verità eterna!

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 35.13-35),

Se non leggiamo la storia con intelligenza di Spirito Santo e da essa non giungiamo alla verità o falsità della nostra vita, siamo come gli Ebrei al tempo di Samuele. Essi escono in battaglia contro i Filistei e vengono sconfitti. “Senza di me, aveva detto il Signore, anche una sola persona avversaria o nemica ne vincerà mille di voi”. Quando Dio è con il suo popolo? Quando esso è nella sua Parola. Anziché tornare nella Parola, il popolo pensò di portare l’arca di Dio con esso in battaglia. Quale fu il risultato? Il popolo fu sconfitto e l’arca catturata dai Filistei. Questo legame tra storia e Parola è mancato ai figli d’Israele. È mancato ai discepoli di Emmaus. Manca oggi anche noi. È la storia che dona la verità della Scrittura. È la nostra vita che rivela la verità del Vangelo. Oggi ci siamo posti fuori della Parola di Gesù. Qualsiasi cosa facciamo rimarrà sempre senza alcun frutto. È Cristo le fecondità spirituale del cristiano, allo stesso modo che è la vera vite la fecondità dei tralci. Se il tralcio si separa dalla vera vite, secca. È buono per il fuoco. Se il cristiano si distacca dalla Parola di Gesù Signore, diviene albero secco, mai potrà produrre un solo frutto di vita eterna. Gli manca la fecondità soprannaturale che è Cristo Signore. Siamo stolti e lenti di cuore. Non comprendiamo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con la Parola. Vogliamo produrre molto frutto.