Stile di vita e relazioni tra morale e trasgressioni: Chiese e sette

Le risposte alle domande sono a cura del teologo Mons. Costantino Di Bruno, Assistente Centrale del Movimento Apostolico.

D. Tempo fa ho dialogato con una presbiteriana. Lei parlava della riforma che ha portato alla loro religione come paragonabile al movimento di San Francesco d’Assisi. Che differenza c’è fra una riforma che viene fatta nella Chiesa e una riforma che poi si stacca dalla Chiesa? E che differenza c’è fra le religioni che noi consideriamo cristiane, ma che non sono cattoliche, e le sette?

R. Per essere cristiano è necessario il battesimo nel nome del Padre, del Figlio ed dello Spirito Santo. Chi non ha questo battesimo non è cristiano. Perché non è corpo di Cristo. Per esempio, i testimoni di Geova non sono cristiani, perché non hanno il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e perché loro non credono nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Le verità fondamentali che ti fanno chiesa di Dio sono due: unità e trinità di Dio, e Incarnazione, Passione, Morte, Resurrezione e Ascensione al cielo di nostro Signore Gesù Cristo, con tutto ciò che comporta l’Ascensione al cielo, la sua Passione e la sua Morte redentrice. Se queste due verità non ci sono non ci sono neanche i sacramenti. Se non ci sono i sacramenti non c’è Chiesa di Dio. La Chiesa di Dio ha delle regole precise sulle quali si fonda e sulle quali poi si deve costruire. La Chiesa di Dio è una, non sono due. Leggendo il vangelo in Matteo, al capitolo 16, troviamo che Gesù dice a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. La Chiesa di Cristo è una, non ci sono due chiese di Cristo. La Chiesa che non è fondata su Pietro è una chiesa claudicante, zoppica. Pietro è fondamentale, è la roccia, e senza di lui la Chiesa o zoppica nella verità o zoppica nella grazia. Tutte le chiese che non sono fondate su Pietro difettano o nella grazia o nella verità. Molte chiese, infatti, non hanno i sacramenti, e tranne il battesimo, i sette sacramenti non ci sono. San Francesco non è uscito dalla Chiesa. Come prima cosa è andato dal papa, si è inginocchiato ai suoi piedi e gli ha chiesto di essere Chiesa di Dio. Questa è la verità della Chiesa. Senza Pietro la Chiesa naviga invano e noi non possiamo permettere che si navighi invano. Anche i presbiteriani non sono perfetta Chiesa di Dio. Possono fare quello che vogliono ma sono deficitarii nella grazia e nella verità.

D. Per quanto riguarda i nuovi movimenti religiosi, culti estremi, culti esoterici, satanismo, sette e quant’altro, io penso che ci troviamo di fronte a due contraddizione. La prima è che pur vivendo nella società del benessere, molti vanno a cercare il benessere nell’appartenenza ai culti estremi pensando di trovare qui la felicità, la piena realizzazione, la gioia, il fantomatico benessere. La seconda è che l’uomo del 2011 grida alla libertà, la rivendica la libertà e nel contempo va ad incrementare le file delle sette. Qui sappiamo benissimo che le persone sono soggette a forme di seduzione, indottrinamento e manipolazione psicologica che hanno poco a che vedere con la libertà che, invece, concede Dio all’uomo. C’è qualcosa che forse l’uomo ha dimenticato e che magari la Chiesa come madre ci vuole ricordare? C’è una ricetta per raggiungere questa felicità senza dover per forza provare queste emozioni forti? Oppure il satanismo e le sette pensiamo siano fenomeni non di così importante rilevanza, e sono molto più banali e magari solo una trasgressione o una moda passeggera?

R. Sono distruttrici, non sono indifferenti, distruggono l’uomo nella sua verità. Chi è il Signore dell’uomo? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Noi possiamo avere tre risposte: Signore dell’uomo è Dio, Signore dell’uomo è il diavolo, Signore dell’uomo è l’uomo. Chi scegliamo? E’ una scelta. Tutte le sette o scelgono satana o scelgono l’uomo come signore di se stesse, e quindi scelgono la falsità. La falsità non produce benessere, mai, perchè non ne può produrre. Sulla falsità non si può costruire un edificio. Però l’uomo ha la possibilità di scelta, perchè l’uomo è l’unica creatura, assieme all’angelo, che deve voler scegliere Dio. Tu ti puoi trovare dinanzi ad un uomo che dica a Dio: “Io non ti scelgo”. Pensa ad Eva nel paradiso terrestre, scelse di essere Dio. Prima ancora, Lucifero, scelse di essere come Dio, per la sua superbia, e Michele che è l’Arcangelo della fede difese il Signore dicendo: “Chi è come Dio”. Come Dio è solo Dio. Bisogna che noi decidiamo chi è il nostro Signore. Se noi scegliamo Dio, dobbiamo scegliere la sua parola e non la nostra. Scegliere la parola di Dio vuol dire camminare nella sua obbedienza. E’ qui la nostra realizzazione. Dio non ha dato all’uomo la possibilità di scelta. Fra libertà e non libertà, ha dato un comando: “Scegli me, e se tu non mi scegli muori”. Ogni qual volta noi non scegliamo Dio ci incamminiamo su un sentiero di morte. Questa è la verità. E’ una cosa tragica la non scelta di Dio, e ogni giorno la sperimentiamo, anche nelle piccole scelte della vita. Non scegliere Dio diventa tragico. Però il problema fondamentale è sempre lo stesso: chi è il Signore dell’uomo? Voi sapete perché Cristo fu ucciso in Croce? Perché una classe di sacerdoti, di scribi e di farisei, hanno deciso che Dio era il loro cuore e la loro mente. Cristo dovette andare in Croce per una scelta fatta dall’uomo. Questo è il peccato.

D. Come facciamo a dimostrare, e anche a spiegare, l’autenticità e la verità della nostra fede?

R. La nostra fede non è una verità, perché se fosse una verità, tutte le verità sono uguali. La nostra fede è una storia, la storia testimoniata. Budda è morto, ed è nella morte. Cristo è morto ed è risorto. La resurrezione è evento storico, perché Cristo oggi è il vivente. Non fu ieri il vivente, è oggi. La storia di Cristo dobbiamo noi renderla nostra storia. E’ la tua storia la verità della tua fede. Con la storia devi mostrare la verità della tua fede. Nella lettera di Giacomo troviamo: “Mostrami la tua fede e io con le mie opere ti mostrerò in che cosa credo”. E’ con le opere che si mostra la fede. Nel capitolo quinto di Matteo dice Cristo ai discepoli: “Vedano le vostre opere buone e rendono gloria al Padre vostro che è nei cieli”. Vedano la vostra storia. E’ la mia storia che attesta la verità di Cristo, è la mia storia che attesta la verità della mia fede. Fra uno che perdona e uno che odia c’è differenza. Fra uno che è arrendevole e uno che non lo è c’è la differenza. Fra uno che opera la misericordia, sempre, e uno che non la opera c’è la differenza. Fra il santo cristiano e il non santo c’è la differenza, ed è questa differenza che il mondo deve vedere. Perché la storia è la verità della tua fede. Quella che è la tua storia, quella è la tua fede. La fede non è il credo che recitiamo in Chiesa. Quella è una verità che serve a te, non serve al pagano. Al pagano non serve quello che tu confessi, serve quello che tu vivi. La Chiesa delle origini viveva la sua fede, ed era questa fede che conquistava il mondo. Gesù Cristo quando sulla croce visse tutta la potenza della sua fede nel Padre, commosse il centurione, e il centurione era un ammazzatore di persone. Ogni giorno crocifiggeva diverse persone, ma nessuno convinse il centurione. Tutti morivano allo stesso modo. Quando Cristo morì lo fece in modo diverso rispetto agli altri, e il centurione vedendolo morire disse: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio”. Probabilmente lui di Gesù non sapeva nulla, però lo vide morire, e fu quella morte che lo aprì a confessare il mistero di quest’Uomo. La tua storia cambia il modo di pensare, la tua storia cambia la vita. Mostrami la tua storia e ti dirò che fede hai.

D. Che cosa si intende per infallibilità del papa?

R. Gesù a Pietro nel cenacolo disse: “Io ho pregato per te perché la tua fede non venga mai meno. Una volta che sarai confermato nella fede tu conferma i tuoi fratelli”. A Cesarea di Filippo, quando Pietro fece la confessione su Cristo, – tutta la gente era confusa su Cristo. E oggi non c’è forse confusione su Cristo? Non si conosce più Cristo. Chi dice di lui una cosa chi ne dice un’altra. Chi parla in un modo e chi parla in un altro, su Cristo – disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e Gesù disse a Pietro: “Beato sei tu, Simone figlio di Giona, perchè né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. Così Cristo parlò al suo vicario, Pietro. L’infallibilità è un dogma del 1870, Concilio Vaticano I. Questo dogma stabilisce che: in materia di fede e di morale, in un insegnamento del papa che valga per tutti e per sempre, e che tale appaia anche nella sua formulazione (il papa deve dire: “definiamo” o “stabiliamo”), quella definizione vale per oggi e per sempre. L’infallibilità è conservare la Chiesa nella verità di Cristo, nella verità del vangelo, nella verità della salvezza. Come tu ti devi salvare? Quali verità necessitano per la tua salvezza? Il papa ti insegna queste verità, ti dice cosa devi fare per avere, per raggiungere, la vita eterna. Il suo insegnamento è ordinario e straordinario. E’ ordinario ogni giorno, quando annuncia una verità che nel tempo verrà aggiornata, superata, perfezionata, portata all’oggi della storia. Le cose straordinarie sono eterne, e non c’è aggiornamento. Il dogma dell’Assunzione non ha aggiornamento, è una verità infallibile per sempre. Maria è Assunta in Cielo in corpo e anima, e su questo non si può discutere. E’ la fede della Chiesa. L’immacolato concepimento della Beata Vergine Maria è fede della Chiesa, fede definita, fede infallibile, fede eterna. Tu non puoi più dubitare, perché questa è la tua fede. La fede vera, certa, duratura, eterna, il papa la può definire. Questo è il dogma sull’infallibilità del papa. Come detto, si riferisce solo a materia di fede e di morale. In altri campi anche il papa passa per la scienza umana, come tutti gli altri.

D. Una domanda dai seminaristi di Milano. Certo, sarebbe bello diventare immagine storica di Cristo. Ma come fare a diventare concretamente degna testimonianza di Cristo. La volontà magari c’è ma, successivamente, manca la forza di diventare come manifestazione di Lui.

R. La Chiesa cattolica per grazia di Dio è nella pienezza della grazia e della verità. Perché Cristo ci ha dato la grazia? Per poter vivere la verità. Come si attinge la verità, così dobbiamo anche attingere la grazia. Dove si attinge la grazia? Nell’eucaristia. Bisogna celebrare bene l’eucaristia. L’eucaristia è la fonte della grazia, la sorgente di ogni grazia. Tutto viene dall’eucaristia, che va celebrata bene, santamente bene. Poi viene la preghiera. Nella preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre nostro, tutta la nostra vita viene presentata a Lui. Chiediamo al Padre di essere fatti da Lui e noi potremo essere. Dobbiamo pregare con fede, con la certezza che il Signore cambia la nostra vita. Se tu ti immergi nella grazia ce la fai. Come il mio corpo ha bisogno di nutrimento, ha bisogno del pane se voglio camminare, se voglio lavorare, se voglio svolgere il mio ministero e fare ogni cosa buona, parimenti mi devo nutrire di Cristo se voglio vivere da cristiano. Perché l’eucaristia ci è stata donata? Questo lo troviamo nel vangelo secondo Giovanni al capitolo VI: “Chi mangia di me vivrà per me, chi si nutre di me avrà la forza di vivere per me”. Però l’eucaristia và celebrata con dignità, va vissuta con dignità, va partecipata con dignità. Ci vuole una fede certa che tu non prendi un pezzo di pane, tu prendi la carne viva del Signore Gesù nella quale vi è tutta la potenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Se non partiamo da questa verità forte della nostra fede, e facciamo l’eucaristia per abitudine, distratti, disattenti, siamo in Chiesa con il corpo non con lo spirito, chiacchieriamo, ci distraiamo, allora, l’eucaristia non produce i suoi frutti. E’questo il nostro peccato. Abbiamo tanta potenza di grazia in noi, però questa potenza non la sfruttiamo. La preghiera con il Santo Rosario. Cosa è più bello di un rosario ben meditato, ben celebrato e ben vissuto. Il rosario è una cosa sublime, stupenda. Basta un rosario al giorno e fuggono via tutti i diavoli dell’inferno. A volte anche una sola Ave Maria è sufficiente a dare quella carica spirituale per andare avanti. I mezzi li abbiamo, ma dobbiamo servircene bene. Noi usiamo questi mezzi, ma spesso in modo non santo e non buono.

D. Cosa è l’Opus Dei?

R. E’ una congregazione religiosa fatta di sacerdoti e di laici, che è approvata dalla Chiesa. In questa associazione si vive in modo comunitario. C’è una comunione fra i membri anche a livello di partecipazione alla vita pratica e concreta del quotidiano. E’ stata ed è benemerita nella Chiesa. Porta nella Chiesa il suo carisma partecipando alla sua vita, alla sua evangelizzazione. E’ cosa buona e non cattiva. Sempre, dove c’è l’uomo, ci può essere qualcosa che non va, perché è della natura dell’uomo la possibilità di sbagliare. C’è l’idea che è buona, e c’è una storia che và sempre purificata. C’è cosa più santa della Chiesa? Eppure ogni giorno la Chiesa va purificata. C’è cosa più bella del Movimento Apostolico? Eppure ogni giorno il Movimento Apostolico va purificato, perché sempre si introduce nelle nostre cose la debolezza, la fragilità, la povertà dell’uomo. E noi dobbiamo sempre lavorare perché si possa rispettare il carisma del fondatore.

D. Su quali basi si deve fondare il dialogo interreligioso?

R. Il dialogo interreligioso tu lo puoi fondare sulla tua verità. Tu sei obbligato a dare la tua verità, a mostrare le ragioni della tua fede agli altri, a mostrare la bellezza della tua fede. Nel vangelo trovi un dialogo interreligioso che è sublime, il dialogo di Cristo, giudeo, con la donna di Samaria. Avevano due fedi differenti, anche se in origine la fede era una. I samaritani per cause storiche erano un poco sincretisti – la Samaria era stata occupata dai Babilonesi che vi introdussero le loro truppe e le loro persone, i quali portarono le loro credenze. Così, la fede originaria si incastonò con le credenze del popolo babilonese. Per via di questo sincretismo, i giudei non vedevano di buon occhio i samaritani, perchè si pensava che questi avessero rinnegato la fede dei padri – e Gesù va in Samaria. Si ferma presso il pozzo di Giacobbe e incontra questa donna. Con questa donna instaura un sublime dialogo interreligioso, e il tutto inizia con una semplice domanda di Gesù: “Dammi da bere”. La donna risponde che l’acqua non gliel’avrebbe data perché è un giudeo e nemmeno può entrare in dialogo di simpatia o di convenienza con una donna di Samaria. Allora Gesù dice alla donna che le avrebbe dato dell’acqua e con quest’acqua non avrebbe avuto più sete in eterno. La donna accetta, e a questo punto Gesù va oltre nel dialogo, e le tocca il cuore, invitandola ad andare a chiamare il marito. La donna afferma di non avere marito, e Gesù le conferma che ha detto bene, perché ha avuto cinque mariti e quello con cui vive attualmente non è suo marito. La donna riconosce in Gesù un profeta, e così in lei scocca la scintilla. Bisogna avere sempre una scintilla di fede che incendia l’altro. Nel dialogo interreligioso bisogna portare questa scintilla, la scintilla della verità della tua fede. Ma questo lo puoi fare se porti con te, sempre, lo Spirito Santo. E’ lo spirito la scintilla che entra nel cuore dell’altro e lo convince. Zaccheo era sull’albero e cercava di vedere Gesù. Gesù passa e lo invita a scendere, lo tocca con la scintilla della fede. Zaccheo si incendiò, scese e si convertì. Noi è giusto che dialoghiamo con gli altri, ma non per dire parole, ma per dare la potenza della nostra fede, la potenza dello Spirito Santo che è in noi. Noi non siamo come gli altri, che vanno a dire parole, noi portiamo una potenza di Spirito Santo e portiamo una potenza di storia diversa. Se facciamo questo, cambiamo il mondo. Se ci muoviamo solo per portare parole, e dire che il vangelo dell’uno è meglio del vangelo dell’altro, allora è meglio restare a casa. A queste condizioni non serve dialogare, perché il cuore si incendia solo con una scintilla di amore, di grazia, di verità, di Spirito Santo.

D. Lei prima ha detto che all’interno della Chiesa tutte le mansioni e i compiti vengono dati per sacramento. Essendo il sacramento sacerdotale preposto alla salvezza altrui, mi chiedo: allorquando questo sacramento non viene vissuto in comunione con la Chiesa ma al di fuori della Chiesa, che cosa ne sarà di quelle anime che andranno perdute a causa di questa mancanza?

R. La tua modalità di vivere male il sacramento non annulla la mia responsabilità. Ognuno di noi ha una anima singola, personale, e ognuno ha una responsabilità, la salvezza della propria anima. La salvezza della tua anima il Signore l’ha messa prima di tutto nelle tue mani. Sei tu che devi avere questo desiderio di salvarti l’anima . Devi avere tanto amore per Cristo da chiedergli ogni giorno di salvarti l’anima. Se tu credi, ogni giorno troverai sulla tua strada Cristo e la sua verità, Cristo e la sua chiesa, Cristo e il suo vangelo. Ma solo se credi, se chiedi, se sei convinta che Cristo è la tua salvezza. Gesù non ti abbandona mai: ”Io non ti abbandonerò mai”. Però tu devi volere la sua presenza. Se un ministro vive male la sua missione, il Signore ti farà incontrare quello giusto che ti possa guidare, ti possa sorreggere, ti possa aiutare a camminare bene. Però il tuo discernimento, la tua sapienza, la tua preghiera, il tuo cuore devono essere posti in Cristo. Se tu questo non lo fai allora non ami Cristo, e se non ami Cristo non lo cerchi. Se tu lo cerchi Cristo si fa trovare. Zaccheo viveva in un mondo dove per lui non c’era salvezza, per i farisei lui era un morto vivente. Lui ebbe questo desiderio di cercare Gesù e lo trovò. Giovanni l’apostolo e Andrea non erano discepoli di Gesù ma di Giovanni il Battista. Nel loro cuore, però, cercavano la verità suprema, e quando Giovanni disse: “Ecco l’agnello di Dio”, loro lasciarono Giovanni e seguirono Gesù, perché videro Giovanni imperfetto per i loro desideri. Noi cristiani abbiamo desideri bassi, desideri infimi, non abbiamo questo desiderio grande di salvezza. Io quando ero pagano cercavo il Signore, e quando Colui che tutto vede, osservò questa mia ricerca mi disse: ”Tu cerchi la verità, ebbene la verità è innanzi a te, se vuoi la puoi accogliere”. Io ho vissuto questa esperienza personale di una ricerca della verità che nel mondo non c’era, non si trovava. Nei libri non esisteva perchè c’era una verità astratta, metafisica, una verità concettuale. Si discuteva di Cristo come si discute di un problema di matematica. C’era però in me il desiderio di cercare qualcosa di più vero, di più profondo, di più reale, di più vivo e il Signore ha avuto pietà di me. La sua scintilla è scoccata e io mi sono incendiato. Dio non può agire senza questo vostro desiderio forte di elevazione, perché è da questo desiderio che scocca la scintilla della verità, della grazia, della santità. Dio può ricolmare il cuore se c’è questa ricerca, sempre, in ogni istante: “Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino”. Questo invito vale anche per noi, oggi. Io quando vengo il lunedì in mezzo a voi chiedo al Signore che mi dia una scintilla di verità, perché io possa crescere, perché possa andare avanti, perché possa vedere bene. La chiedo perché il popolo ha bisogno di una luce più grande e bisogna dargliela. Signore, tu gliela darai, io l’accoglierò, e faremo qualcosa. Ci vuole questa scintilla di verità nel nostro cuore, questo desiderio che arde, e Dio ti esaudisce. I discepoli di Emmaus erano delusi, però cercavano. Erano tornati scontenti, tristi, scuri in volto, ma non erano persone che avevano abbandonato l’idea. Non avevano trovato ciò che cercavano, perché lo cercavano male, però cercavano e Cristo non li ha abbandonati. Andò e li recuperò, altrimenti sarebbero stati persi per sempre. Il recupero di Dio ci vuole, perché Dio sempre viene a recuperare l’uomo. Adamo fu recuperato da Dio, Abramo fu recuperato da Dio, Mosè fu recuperato da Dio, io sono stato recuperato da Dio, tutti Dio vuole recuperare. Questo avviene se noi vogliamo e se noi lo chiediamo, perché anche la nostra volontà e il nostro desiderio incidono profondamente sull’opera di Dio nella nostra vita.

D. Volevo comprendere meglio le parole del Credo: La chiesa è una, santa, cattolica e apostolica

R. La chiesa è una non sono due, il corpo di Cristo è uno. Nel momento in cui tu vieni battezzata divieni un solo corpo in Cristo. Il corpo invisibile e il corpo visibile, il corpo materiale e il corpo spirituale devono essere uno solo. Noi invece pensiamo che possiamo essere corpo invisibile di Cristo separato dal corpo visibile. Non è data questa verità, perché uno è il corpo e uno è il fondamento visibile, invisibile, spirituale e fisico. Pietro e Cristo non sono due fondamenti, sono uno solo. Questo è il mistero che noi dobbiamo confessare e proclamare. La Chiesa è santa perché la nostra vocazione è alla santità. Dio ti vuole a sua immagine. Si legge in Levitico 19: “Io sono santo voi sarete santi. Io sono pietoso voi sarete pietosi. Io sono giusto voi sarete giusti. Ciò che io sono voi dovete essere”. Cristo Gesù quale comandamento ci ha dato? “Io sono crocifisso tu sarai crocifisso. Io ho amato sino alla fine tu amerai sino alla fine. Io mi consacro tu ti consacri. Io servo e tu servi. Quello che ho fatto io lo dovrai fare anche tu”. Questa è la santità, la perfetta imitazione di Cristo. Cattolica, è una parola greca che significa universale, in ogni luogo. La Chiesa non è fatta di una cultura, di una razza, di un popolo, di una nazione. La Chiesa è chiamata ad amalgamare tutte le razze, tutte le culture, tutte le nazionalità, tutti i popoli, in Cristo. Deve fare una cosa sola in Cristo. Per cui non c’è più l’ebreo, non c’è il greco, non c’è lo sciita, non c’è l’italiano, non c’è il marocchino, non c’è il cinese, non c’è il russo, c’è un solo corpo in Cristo. Ognuno porta in questo corpo di Cristo la sua verità, la sua santità, la sua pace, la sua gioia. A volte porta anche il suo peccato, però dobbiamo toglierlo, perché siamo chiamati ad essere santi. La Chiesa è apostolica perché fondata sugli apostoli, Pietro e i dodici. La struttura gerarchica è essenziale alla Chiesa. Sono gli apostoli che devono pascere il gregge di Cristo e dove non c’è l’apostolo la chiesa è deficitaria, manca, non ha più la pienezza di grazia e di verità, è come un gregge senza pastore. Il gregge senza pastore viene sbranato, ucciso, confuso, è errabondo, è un gregge che non ha consistenza.

D. Molte volte il movimento apostolico viene additato come setta. Come far capire all’altro che i movimenti, le associazioni e i gruppi che camminano con e nella chiesa non sono sette, ma ben altro?

R. Se vuoi convincere gli altri perdi tempo, perché l’altro non si convincerà mai. La falsità non ama la verità. Ci accusano di essere setta perché è conveniente. Perché accusavano Cristo di essere amico di Beelzebul, il principe dei diavoli? Perché altrimenti avrebbero dovuto convertirsi, avrebbero dovuto accogliere il vangelo. Per rifiutare la proposta di Cristo la rendono menzognera, la calunniano. La calunnia nel mondo è la forza più potente di distruzione. Distrugge più la calunnia che una guerra atomica, perché la calunnia distrugge l’uomo nel suo spirito. Cristo fu ucciso da una calunnia, da una menzogna. Il problema non è degli altri, è nostro. Tu devi sapere questa sera, che non sei setta. Sei stata battezzata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Sei stata cresimata e vivi i sette doni dello Spirito Santo. Ti accosti al sacramento della confessione con fede e con amore. Ricevi l’eucaristia con santità. Ti sposi cristianamente e formi una famiglia che è la chiesa domestica. Partecipi alla vita della stessa comunità ecclesiale guidata dai pastori. Nel momento in cui tu frequenti una parrocchia e sei sotto la guida del prete, il quale a sua volta è sotto la guida del vescovo, il quale a sua volta è sotto l’obbedienza gerarchica al papa, tu non puoi essere mai una setta. Puoi essere un cristiano non buono, non perfetto, ma non sei separato dalla Chiesa. Setta significa tagliato, separato, distante, lontano, con una forma autonoma. E’ come se tu prendessi un ramoscello e ne facessi una pianta autonoma. Il Movimento Apostolico non è questo. Vive di obbedienza e di sottomissione a tutta la fede, a tutta la verità, a tutta la grazia della Chiesa. Come fa ad essere setta una realtà che vive nel cuore della Chiesa e diffonde la fede della Chiesa. Se io ti invito ad andare in Chiesa la domenica, come si fa a pensare che io sia una setta. Se io sono prete di Dio che vive in comunione con tutta la Chiesa santa, cattolica, apostolica, e anch’io faccio parte della trasmissione apostolica, come faccio ad essere setta? Non posso, perché non sono separato, non sono tagliato. Però l’accusa, la calunnia, è buona per tagliarmi fuori dal loro cuore.

D. Una domanda da Roma. L’ostia consacrata quale interesse suscita nelle sette sataniche? Cosa potrebbe accadere se ne venissero in possesso? Nel mondo di internet si può entrare molto facilmente in contatto con sette sataniche. Perché con cose del genere è così facile entrarvi in contatto? Perchè non vi è nessun filtro, ed è tutto così semplice nel mondo di oggi?

R. Nella vita non è tutto semplice? Il problema della fede è nostro. Siamo noi che dobbiamo proteggere la nostra fede e siamo noi che dobbiamo proteggere la nostra vita. Questo avviene attraverso la grazia di Cristo, e per il tuo desiderio di essere Chiesa del Signore. Quando si cade in queste forme? Quando tu ti sei allontanato dalla tua verità, dalla tua grazia, dai sacramenti. Allora è facile cadere perché sei già debole. Quando il leone sbrana la gazzella? Non certamente nella forma fisica eccellente, ma quando incomincia ad indebolirsi. Allora, in quel caso, ha il sopravvento. Così il diavolo ci prende quando noi ci indeboliamo nella fede. Perché sono contro l’ostia consacrata? Perché è il sommo della santità di Dio nel mondo. Non c’è santità più grande di un’ostia consacrata. Il diavolo deve dissacrare la cosa più santa. Questo è odio, è superbia. Questa è opera di superbia, perché loro pensano di poter possedere Dio, questa è opera satanica. Ma Dio nessuno lo può possedere. Tu puoi prendere un’ostia e la puoi pure calpestare, e d’altronde Cristo non è stato crocifisso? E la storia si ripete. Questa è una crocifissione spirituale di Cristo, ma è una crocifissione vera e propria, di odio. Veramente non sanno quello che fanno. Tu puoi disprezzarlo, ma non gli puoi fare più niente. Cristo ormai è risorto, e ha vinto ieri, vince oggi e vincerà sempre.

Indicazioni fornite da Mons. Costantino Di Bruno per la preparazione dell’incontro:

Enciclica “Lumen Gentium” 
– Il fenomeno delle sette religiose