Spiegaci con quale autorità fai queste cose

Nella Chiesa l’autorità di un uomo viene dai sacramenti ricevuti, dai doni con i quali lo Spirito Santo lo ha arricchito, dalla missione che il Padre gli ha affidato. Gli viene dalla sapienza e dalla dottrina di cui è intessuta la sua vita. Gli viene anche dallo studio e dall’impegno profuso nell’acquisire la scienza necessaria allo svolgimento del suo ministero o della sua missione. Il diritto nella Chiesa serve a tracciare i limiti invalicabili dell’autorità di ognuno. Mai il diritto dovrà servire per impedire l’esercizio della propria autorità, dal momento che l’autorità non viene dal diritto, ma dallo Spirito Santo. Il Papa non è infallibile per diritto, ma per dono o carisma dello Spirito Santo. Il diritto nella Chiesa dice quando si è infallibili e anche le modalità per esserlo. Le parole del diritto sono di chiarezza unica. Così la costituzione dommatica Pastor Aeternus: “Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema”. Ogni autorità nella Chiesa, essendo dal sacramento e dallo Spirito Santo, mai potrà essere soggetta all’arbitrio dell’uomo. Perché questo mai avvenga, la stessa Parola di Dio dice ciò che è dell’uno e ciò che è dell’altro, ciò che è del profeta, del dottore, dell’apostolo del Signore, di ogni altra persona nel corpo di Cristo. Il diritto altro non deve fare che tracciare i limiti nei quali ogni autorità va esercitata. Un’autorità che sacrifica un’altra autorità, di certo non è vissuta nello Spirito Santo, ma dalla carne. La bellezza della verità si manifesta tutta nella comunione delle molteplici autorità. Un’autorità vissuta fuori della comunione delle verità, di certo non viene esercitata secondo pienezza di verità e non serve al bene della Chiesa. La chiesa vive nella comunione delle autorità. Ad esempio: se un parroco viene privato della sua autorità, non è più ministro di Cristo. Non potrà mai esercitare il suo ministero. Manca della sua autorità di discernimento immediato per il bene delle anime. L’anima potrà ricorrere sempre all’autorità superiore, ma sempre indicando le ragioni secondo verità e non mentendo o ingannando l’autorità superiore. L’autorità superiore sempre deve ascoltare l’autorità inferiore e se il limite è stato oltrepassato indicare di rientrare nel proprio limite dell’esercizio dell’autorità. Questa regola vale per ogni autorità, anche per quella del battezzato costituito in Cristo sacerdote, re e profeta della Nuova Alleanza.

Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». Risposero quindi di non saperlo. E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose» (Lc 20,1-8).

Gesù compie miracoli. L’autorità di certo non viene dagli uomini. Il miracolo si compie solo per autorità che viene da Dio. Esercita il ministero di profeta. Neanche la profezia viene dagli uomini. Il vero profeta può solo venire dal Signore, poiché lui è vera Parola di Dio in mezzo agli uomini. La vera Parola di Dio solo Dio la può donare e solo Dio può dare l’autorità ad un uomo di parlare in nome di Dio. Capi dei sacerdoti, scribi, anziani conoscono questa verità, sono obbligati a conoscerla, dal momento che essi sono investiti del ministero di separare il vero dal falso, il bene dal male, il puro dall’impuro, ciò che mondo da ciò che è peccato, secondo la Legge del Signore. È questo il ministero assegnato da Dio ai suoi sacerdoti: “Il Signore parlò ad Aronne dicendo: «Non bevete vino o bevanda inebriante, né tu né i tuoi figli, quando dovete entrare nella tenda del convegno, perché non moriate. Sarà una legge perenne, di generazione in generazione. Questo perché possiate distinguere ciò che è santo da ciò che è profano e ciò che è impuro da ciò che è puro, e possiate insegnare agli Israeliti tutte le leggi che il Signore ha dato loro per mezzo di Mosè»” (Lev 10,8-11). Per questo non possono rispondere che non sanno se il battesimo di Giovanni è dal cielo o dagli uomini. È loro obbligo sapere. Ma se sono incapaci di discernimento verso Giovanni, neanche verso Gesù lo saranno. Infatti quando Gesù rivelerà loro la sua identità di Figlio dell’uomo, per falso discernimento lo accusano di bestemmia e lo condannano a morte. Chi ha l’autorità del discernimento nella Chiesa, mai dovrà esercitarla dalla carne. Commette un peccato gravissimo dinanzi al suo Signore e Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, date ad ognuno i limiti della sua autorità.