Sono proprio esse che danno testimonianza di me
Possiamo definire le Scritture Antiche – esse vanno nel nostro canone dal Libro della Genesi al Libro del profeta Malachia e comprendono ben 46 libri – il progetto di salvezza e di redenzione scritto dal Dio Creatore e Signore e consegnato al suo Figlio Incarnato per dare ad esso piena realizzazione e attuazione, trasformando tutto in suo vita e dandogli compimento nel suo corpo, dal suo corpo, per il suo corpo. Verificando ogni parola, oracolo, profezia, promessa delle Scritture si deve affermare che tutte si sono compiute in una sola Persona, in Gesù Signore. Lo esige non l’onestà di fede, ma semplicemente l’onestà di un approccio solo letterale, scientifico, matematico. Anche una persona che non crede in Cristo deve per onestà attestare che mettendo a confronto le antiche parole con la vita di Cristo, esse si trovano tutte realizzate in Lui, per Lui. Questa via è indicata da Gesù ai discepoli, mandati da Giovanni per appurarsi sulla sua verità di Messia, o di Cristo di Dio: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”. La risposta è immediata, partendo dalla storia che era sotto i loro occhi: “Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!»” (Mt 11,2-6).
Anche Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi grida questa verità: “Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, affinché riceveste una seconda grazia, e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi e ricevere da voi il necessario per andare in Giudea. In questo progetto mi sono forse comportato con leggerezza? O quello che decido lo decido secondo calcoli umani, in modo che vi sia, da parte mia, il «sì, sì» e il «no, no»? Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori (2Cor 1,15-22). Si scrutano le Scrittura con occhio puro e limpido, si osserva Cristo, una è la conclusione: in Cristo tutta la Parola antica di Dio prende vita. Nulla più si deve attendere. Cristo Gesù è il Testimone Fedele del Padre. La fedeltà del Padre ad ogni sua Parola è la vita di Gesù Signore. Tutta la sua vita, non una sua parte.
Per analogia, quanto Gesù dice di sé – esaminate tutte le Scritture e scoprirete che ogni parola si compie in me – vale anche per la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Leggendo tutto il Nuovo Testamento in ogni sua parola, frase, versetto, pericope, capitolo, libro, dobbiamo concludere che tutto si realizza e si concretizza, diviene storia solo in questa Chiesa. Tutte le altre mancano o di una o di molte parole, di uno o di molti capitoli, di uno o di molti libri, o addirittura di tutti i libri. Questa verità va affermata non per fede, ma per semplice onestà intellettuale, scientifica, di comparazione e di verifica storica. Poi la fede è tutt’altra cosa. Essa è aderire a tutta la Parola che si vive in pienezza di verità e di grazia in questa Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Per onestà scientifica di afferma il compimento di tutto il Nuovo Testamento in questa Chiesa. Per fede si crede nella Parola di questa Chiesa. L’onestà scientifica non postula alcuna conversione. La salvezza invece esige la fede e la richiede.
Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita (Gv 5,31-40).
Se l’onestà scientifica ci attesta che tutto l’Antico Testamento prende vita piena in Cristo Signore e tutto il Nuovo si compie e si attualizza nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, perché sia a Cristo che alla Chiesa si nega questa onestà? Perché quando il cuore è immerso nel peccato, sempre soffoca la verità, anche scientifica, di natura, nell’ingiustizia e nella falsità. Vi è verità più chiara della differenza essenziale, naturale dell’essere maschio e dell’essere femmina che coinvolge tutta la natura? Eppure il peccato dell’uomo soffoca la sua verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni peccato e impurità.