Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città
Oggi, il cristiano per amore dell’uomo – almeno così spesso si ripete – odia l’uomo. Perché lo odia? Perché vuole il suo male? Perché lo vede camminare con la morte nello spirito e nell’anima verso la perdizione eterna e nulla fa per la sua salvezza. Preferisce che si danni per l’eternità, anziché annunziargli il Vangelo della vita eterna. È un amore veramente strano quello del cristiano verso l’uomo, perché amore giustificatore di ogni vizio, abominio, nefandezza, peccato, ingiustizia verso Dio. È un amore che genera e crea solo morte. È un amore che tende alla dissoluzione della stessa natura umana, ormai degradata, vilipesa, disprezzata, perché ha cancellato in essa la sua unica e sola gloria di essere ad immagine e a somiglianza del suo Creatore, Signore, Dio. Ormai l’amore dell’uomo per l’uomo è giunto al punto di fare di un uomo un animale e di un animale un uomo. È questo il progresso della nostra umanità sganciata, separata, slacciata dalla sua relazione vitale con il suo Creatore, dal quale riceve ogni vita.
Il cristiano, chiunque esso sia – papa, vescovo, presbitero, diacono, cresimato, battezzato – ha un solo Signore al quale deve ogni obbedienza. Ora il suo unico e solo Signore gli ha dato un solo ordine: che vada per il mondo a predicare la sua Parola e a dire che il regno dei cieli è vicino. Poiché la salvezza dell’uomo è nella sua entrata nel regno dei cieli e vi si entra attraverso la conversione e la fede nel Vangelo, invitare ad entrare nel regno è la sua missione. Se il cristiano non obbedisce a questa missione, è segno che neanche lui è nel regno dei cieli, perché non si è convertito alla Parola del suo unico e solo Signore, Cristo Gesù. Ecco spiegato il motivo per cui il cristiano oggi odia l’uomo, tanto da volerlo dannato nell’inferno. L’amore vero si vive solo dal Vangelo da chi è nel Vangelo. Poiché il cristiano oggi è senza Vangelo, fuori dal Vangelo, spesso anche contro il Vangelo, mai potrà amare l’uomo secondo verità e giustizia. Se non lo ama, lo odia, perché non lo aiuta in nessun modo perché si salvi e non perisca nelle tenebre eterne. Che il cristiano odia l’uomo lo attesta anche l’altro grande misfatto. Essendo lui senza Vangelo e rinnegando tutte le verità del Vangelo, grida all’uomo che non esiste più perdizione eterna. Così lui può vivere senza Vangelo e senza alcun obbligo di predicare il Vangelo. Sublime strategia di morte inventata da Satana per il cristiano e per il mondo.
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città (Mt 10,1-15).
La libertà del cristiano non è nel dire o non dire il Vangelo, è invece nel non imporre il Vangelo. Lui deve lasciare quella casa nella quale la Parola del Vangelo non viene accolta. Invece il cristiano spesso sa che l’altro la Parola del Vangelo non l’accoglie e lui continua indisturbato ad attestare la sua indifferenza. È come se il cristiano dicesse: “Per me è indifferente se tu non accogli o accogli il Vangelo. Io continuo a rimanere nella tua casa. Con te sto bene”. Certo, potrà stare bene con gli uomini, ma è con Cristo che di sicuro non starà bene. Se non attesta che la Parola è tutto per lui e che lui e la Parola sono una cosa sola, la condanna più dura di quella di Sòdoma e Gomorra cadrà sulla sua testa. Se invece attesta che la Parola è tutto per lui e lascia la casa perché la Parola non è stata accolta, allora il duro giudizio cadrà su quella casa. È stata offerta ad essa la via della vera salvezza e l’ha rifiutata. Vale per il discepolo di Gesù la stessa regola data da Dio ai suoi profeti. Se il profeta annunzia, è libero dai peccati del popolo. Se lui non annunzia, i peccati del popolo ricadranno tutti su di lui. Ma oggi il cristiano legge il Vangelo come si leggono certe favole. Lo crede ormai passato di moda. Odia l’uomo chi non crede nel Vangelo. Lo odia e lo disprezza, anzi lo condanna alla morte eterna, condannandosi ad essa anche lui, per la sua grave omissione nei confronti del suo mandato. Il Vangelo obbliga e costringe il cristiano a credere in esso e a predicarlo nella sua interezza. Se non lo fa, si rende responsabile di ogni uomo che per colpa sua si è dannato per sempre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che viviamo gli obblighi del Vangelo.