SI AGGIRANO SENZA COMPRENDERE
MARTEDÌ 28 LUGLIO (Ger 14,17-22)
Meditiamo su questa frase: “Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere”. Essi non comprendono perché la comprensione non viene dalla mente dell’uomo, ma dalla Parola del Signore. Quando si esce dalla Parola del Signore, si cade nella stoltezza, nell’insipienza. Questa verità è annunziata sia dal profeta Isaia che da Geremia: “Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Egli disse: «Va’ e riferisci a questo popolo: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete”. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendilo duro d’orecchio e acceca i suoi occhi, e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da essere guarito». Io dissi: «Fino a quando, Signore?». Egli rispose: «Fino a quando le città non siano devastate, senza abitanti, le case senza uomini e la campagna resti deserta e desolata»” (Is 6,8-11). “Come potete dire: “Noi siamo saggi, perché abbiamo la legge del Signore”? A menzogna l’ha ridotta lo stilo menzognero degli scribi! I saggi restano confusi, sconcertati e presi come in un laccio. Ecco, hanno rigettato la parola del Signore: quale sapienza possono avere? Per questo darò le loro donne a stranieri, i loro campi ai conquistatori, perché dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna. Curano alla leggera la ferita della figlia del mio popolo, dicendo: “Pace, pace!”, ma pace non c’è. Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire. Per questo cadranno vittime come gli altri; nell’ora in cui li visiterò, crolleranno, dice il Signore” (Ger 8,8-12). Quando si rinnega la Parola del Signore, si esce dalla via della luce e ci si incammina per sentieri di tenebre, stoltezza, insipienza. Non compendiamo quanto il Signore opera per la nostra salvezza. Quando poi si oltrepassano i limiti del male e si giunge a peccare contro lo Spirito Santo, allora gli occhi sono di pietra, la mente di rame, il cuore di legno, l’anima di creta. La cecità ci consuma. La stoltezza ci divora. Vediamo, ma nulla comprendiamo. Se fossimo nella Parola tutto comprenderemmo. Potremmo aiutare i nostri fratelli a comprendere che quanto avviene è solo il frutto di disobbedienza.
Il Signore ha detto: «I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza cessare, perché da grande calamità è stata colpita la vergine, figlia del mio popolo, da una ferita mortale. Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; se entro nella città, ecco chi muore di fame. Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere». Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion? Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi? Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore! Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà, la colpa dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te. Ma per il tuo nome non respingerci, non disonorare il trono della tua gloria. Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi. Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere? Forse che i cieli da sé mandano rovesci? Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio? In te noi speriamo, perché tu hai fatto tutto questo.
Oggi anche il cristiano sta assistendo al disastro della Chiesa e dell’intera umanità. Ma anche lui sta curando la ferita alla leggera. Pensa che tutto si possa risolvere con qualche atto di carità materiale. La redenzione del mondo è frutto della fede in Cristo Gesù e se Cristo non torna ad essere il cuore del cuore del cristiano, nessuna redenzione si compie e nessuna salvezza. Anche noi curiamo alla leggera, anzi neanche più curiamo la ferità mortale dell’uomo. Pensiamo che un poco di compassione sia sufficiente. Pensiamo che per una ferita che va in cancrena un poco di garza sia sufficiente, invece che pensare seriamente ad imputare l’arto che sta divenendo marcio. La medicina dell’umanità è Cristo Signore. Medici che devono iniettare Cristo nel cuore sono apostoli e presbiteri. Con un pezzo di pane non si guarisce la ferita mortale. Occorre il farmaco che è Gesù Signore. Esso va dato ad ogni uomo. Non si dona Cristo Gesù, ogni altra cosa è un palliativo di illusione, non per chi lo riceve, ma per chi lo dona. Pensa di dare salvezza, lascia invece nella morte.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che Cristo sia il nostro cuore e il cuore del mondo.