Separazione e divorzio
Le risposte alle domande sono a cura del teologo Mons. Costantino Di Bruno, Assistente Centrale del Movimento Apostolico.
D. nel CCC c’è scritto tra l’altro che il divorzio è un attentato contro la legge naturale: cosa si intende per legge naturale dal punto di vista di chi non crede?
La legge naturale è il tuo stesso essere, come Dio ti ha fatto. Dio non ha fatto i cristiani, ha fatto l’uomo, ha fatto la donna, ha creato la famiglia. Nella Genesi, si legge che Dio crea tutti gli esseri nella loro individualità. Quando crea l’uomo invece lo crea maschio e femmina per essere una cosa sola perché da questo unico essere nasca il governo del mondo e il governo della terra, lo sviluppo di tutto il creato. Questa è la creazione dell’uomo, questa è la legge naturale. Questa è la legge della vita e non si può abolire perché se la aboliamo moriamo. Dobbiamo sempre partire dalla nostra natura che non viene dal caso, e la costituzione dell’uomo e della donna viene dal Signore nostro Dio che crea nell’unità, quello che Malachia chiama l’unico soffio vitale. La durezza del cuore e il peccato purtroppo turbano questa verità.
D. Quando una donna per violenza, anche se solo psicologica, è costretta a concedere il divorzio è considerata da Dio in peccato?
Tutto ciò che ti viene imposto non dipende dalla tua volontà e quindi non c’è responsabilità perché dove c’è violenza non c’è libertà della persona umana e i suoi atti non sono mai imputabili. L’atto della persona deve essere libero, cosciente, sapiente, voluto, diversamente non c’è imputazione di peccato. Nella Chiesa la separazione per motivi gravi è stata sempre possibile. Ciò che non è possibile è il risposarsi, perché la separazione non annulla il matrimonio perché il matrimonio non si annulla mai una volta che è valido. Il tribunale Ecclesiastico, infatti, non annulla un matrimonio, ma dichiara come mai esistito quel matrimonio. Tutto ciò che tu fai per costrizione non è un atto umano e dove mancano le condizioni di scelta operata con volontà, con scienza, con coscienza e in piena libertà non abbiamo noi una responsabilità.
D. Nel CCC c’è scritto che nel matrimonio gli atti coniugali con cui gli sposi si uniscono debbono essere lodevoli e degni. Cosa significa?
L’atto coniugale deve rimanere nell’ambito della natura, perché la donna e l’uomo non sono oggetti, non sono cose. Portano in loro l’immagine di Dio e il corpo non può prendere il sopravvento su quella che è la verità dell’uomo, e anche il corpo necessita di verità. Il Signore ha messo un limite a quello che può essere il desiderio la concupiscenza, anche il peccato è un limite. Oggi uno dei problemi più grave che esiste nel matrimonio è la schiavitù di lui o di lei, molte volte più di lei che di lui. La natura non è una sopravveste, la natura porta l’immagine di Dio e la donna non è una cosa ma una persona con dignità, sensibilità, cuore, che bisogna rispettare. Il rispetto è vedere il corpo come lo ha visto Dio all’inizio della creazione. Se noi vediamo nella luce della volontà di Dio si ottiene una risposta, se si vede ogni cosa a partire dal gusto o dal peccato dell’uomo si ottiene una risposta differente. E’ un’esigenza del nostro spirito e della nostra vocazione vedere tutto nell’ottica della fede
D. Nel matrimonio ci sono diversi rapporti: c’è il rapporto genitore e figlio, marito e moglie, madre e figlio, padre e figlio. Quale rapporto è più importante, quale viene prima?
Nessuno perché, non c’è un prima e un dopo, un più grande e un più piccolo, ma i rapporti vanno vissuti secondo la loro natura. Fra marito e moglie si vive il rapporto della sola carne, sempre, perché il soffio vitale non finisce mai. Il figlio se ne va ma il marito o la moglie resta. Il rapporto fra genitore e figlio è un rapporto sublime ma non bisogna togliere nulla all’altro rapporto che è un rapporto molto più vitale, molto più essenziale. E’ il marito che fa donna la moglie ed è la moglie che fa uomo il marito; la donna diviene madre grazie all’uomo e l’uomo padre grazie alla donna, ci si completa vicendevolmente, e questo rapporto non può mai venire meno. Uno dei motivi di molte separazioni è non vivere questi rapporti nella loro completezza, nella loro perfezione e nella loro libertà. Non si possono annullare questi due rapporti, ma il costitutivo è sempre il primo, l’essere una sola carne. Un figlio va sempre amato dal genitore ma solo a partire dalla verità della sua natura che è quella di essere una sola carne con il coniuge.
D. Quando due si sposano, dice il Signore, l’uomo lascerà suo padre e sua madre per unirsi alla donna. Cosa significa lasciare e unirsi?
Quando si nasce si è sotto la responsabilità del padre e della madre e non sei soggetto di decisioni autonome perché per tutto ciò che si fai bisogna passare sotto il vaglio del padre e della madre, perché non hai autonomia, indipendenza. Quando ti sposi tronchi il rapporto di sottomissione ed entri in un rapporto di autonomia è il marito e la moglie che debbono decidere in autonomia, gli altri non possono entrare nelle decisioni dei coniugi. La Chiesa anche nella generazione dei figli parla di paternità e maternità responsabile, vale a dire che il marito e la moglie decidono al cospetto di Dio, in coscienza, assumendosi la responsabilità, quanti figli possono dare al Signore. C’è un distacco affettivo-decisionale che bisogna operare, e molti matrimoni oggi falliscono perché non si opera questo distacco. Questo non significa che il padre e la madre non vanno più rispettati, aiutati, sostenuti, c’è sempre il quarto comandamento che va vissuto, ma bisogna prendere coscienza che c’è un nuovo soffio vitale che va condotto, va governato, va costruito ogni giorno.
D. Cos’è un unico soffio vitale?
Quando il Signore creo l’uomo prese della terra e la impastò. Poi soffio nell’uomo l’alito della vita e l’uomo divenne un essere vivente. Nel matrimonio questo alito di vita non lo dona al singolo ma in modo combinato, composto, e in questa nuova creta soffia l’alito di vita, il soffio di grazia, di amore, di spirito Santo, di gioia, di pace, e l’uomo incomincia a vivere non più da solo ma in due. Il mistero del matrimonio è un mistero indicibile, nel matrimonio si riproduce la perfetta immagine di Dio. Da Adamo è venuta Eva, da Adamo e da Eva per nascita viene il figlio, la trinità creata. Dal Padre non viene il Figlio, è generato, dal Padre e dal Figlio per mistero eterno non nasce lo Spirito Santo procede, unità e trinità in Dio, c’è questo soffio di vita che poi diviene un terzo, la processione in Dio e la nascita nell’uomo. Questo è il grande mistero della vita.
D. Come dobbiamo considerare la convivenza o come oggi viene chiamato il diritto alla prova?
Non c’è un diritto alla prova. Nella Chiesa c’è sempre stato il fidanzamento che è un tempo congruo per conoscersi, capirsi, volersi, decide o non decidere. L’unione dei corpi deve avvenire nell’unità dell’unico soffio di vita che si è costituita altrimenti è menzognero, perché Dio non lo ha creato , e ciò che Dio non crea noi non possiamo farlo. La Chiesa non può avere un matrimonio a tempo, quando ci si presenta davanti all’altare di Dio avviene una nuova creazione che non puoi eliminare o rovinare perché è la creazione di Dio. L’uomo si deve governare, deve seguire una legge che gli è stata donata. Noi non siamo da noi stessi siamo stati creati dal Signore in un determinato modo, in una comunione di persone e siamo obbligati a camminare nel rispetto della propria e della altrui natura.
D. Nel Vangelo di Matteo leggiamo che chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra commette adulterio. Se oggi si divorzia e poi ci si risposa si commette adulterio?
Una volta che il matrimonio è stato celebrato validamente dinanzi a Dio e alla Chiesa noi siamo obbligati a rispettarlo per tutta la vita. La separazione, possibile, non autorizza a seconde nozze.
D. Dopo il matrimonio, la persona manifesta modi e atteggiamenti (volgari, violenti verso il coniuge o i figli) che rendono invivibile il matrimonio. E’ lecito chiedere il riconoscimento di nullità matrimoniale?
Le cause di nullità matrimoniale debbono risalire a prima del matrimonio. Se per esempio sposi un uomo mirabilmente sano e dopo il matrimonio si ammala gravemente cosa bisogna fare? E’ la tua carne e lo assisti perché siete una sola carne.
D. Se ci si sposa con una persona di un’altra religione e dopo il matrimonio mi viene impedito di vivere nelle condizioni della mia fede. Cosa posso fare?
Quando ti sposi con una persona di un’altra religione, questi è obbligato ad accogliere le ragioni della tua fede, altrimenti non può avvenire il matrimonio. Se non viene rispettata la mia fede cristiana e le condizione della mia fede non ci può essere matrimonio. La Chiesa ti manifesta chiaramente quali sono le responsabilità da assumerti nel matrimonio misto, il matrimonio è indissolubile, un solo uomo e una sola donna, impegno alla fedeltà per tutta la vita. Queste sono le condizioni fondamentali per celebrare un matrimonio misto e la Chiesa ti obbliga ad accettare queste condizioni che sono a fondamento della fede del cristiano.
D. Nel caso di una separazione chi si deve occupare della formazione del figlio?
Il figlio ha bisogno sia del padre che della madre e non può essere separato da nessuno dei due genitori. Il padre e la madre sono la vita del figlio. Come la vita fisica di un bambino viene dal padre e dalla madre, così la vita spirituale, affettiva, sociale, culturale, formativa, viene dal padre e dalla madre e dove i due non vivono in comunione il bambino cresce male, diventa un disadattato, manca qualcosa nella sua crescita. Il matrimonio è l’impegno di una vita. Ma chiediamoci, perché si arriva a questo? Perché ci distacchiamo dai legami della grazia di Cristo. Il Signore nel sacramento ti dà una grazia particolare perché tu possa vivere tutti gli impegni che ti assumi il giorno del matrimonio. La grazia di Dio però si esaurisce per cui ogni giorno bisogna crescere nella grazia, crescere nelle virtù, crescere nella verità, crescere nella pazienza e nel perdono. Solo così il matrimonio riuscirà bene.
Indicazioni fornite da Mons. Costantino Di Bruno per la preparazione dell’incontro:
– Genesi 2, 3
– Malachia 2
– Matteo 19
– Catechismo della Chiesa Cattolica dal numero 2380 al numero 2391.