Seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola
Possiamo vedere in Marta e Maria due immagini di Chiesa. Marta è la Chiesa che fa senza ascoltare. Maria è la Chiesa che prima ascolta e poi mette in pratica ciò che ha ascoltato. Così Maria diviene anche figura di Gesù Signore. Chi è Cristo? Non è colui che fa da se stesso. È invece colui che prima ascolta e poi esegue quanto ascoltato. Senza interruzione ascolta, senza interruzione obbedisce. Senza interruzione è in comunione con il Padre, nello Spirito Santo. Vede, ascolta, imita, esegue ogni comando ricevuto, così come nel cielo lo compie il Padre. Questa verità è stata rivelata da Dio al suo servo Mosè. La stessa verità rivela Cristo ai Giudei, quando da essi viene accusato di violare il Sabato. Di Sabato Dio opera e Lui opera.
Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo. Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte (Es 25,31.40). Costruirai la Dimora secondo la disposizione che ti è stata mostrata sul monte (Es 26.30). Farai l’altare di legno di acacia: avrà cinque cubiti di lunghezza e cinque cubiti di larghezza. L’altare sarà quadrato e avrà l’altezza di tre cubiti. Lo farai di tavole, vuoto nell’interno: lo faranno come ti fu mostrato sul monte (Es 27,1.8).
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato (Gv 5,19-30).
Quali sono i frutti dell’una e dell’altra Chiesa? I frutti della Chiesa sul modello di Marta sono agitazione, affanno, inutilità, vanità delle sue opere. Sono opere che non producono alcuna salvezza, perché non comandate dal Signore. Produce salvezza solo l’obbedienza alla voce del Signore che parla al cuore. Si entra nel silenzio del cuore e della mente, ci si separa dal mondo, si entra in colloquio con Cristo Gesù, ci si mette in comunione con lo Spirito Santo, si ascolta cosa il Signore vuole da noi, personalmente, mai comunitariamente, perché lo Spirito parla singolarmente ad ogni cuore, si obbedisce, si produce salvezza. È la via santa che sempre dovrà essere percorsa. Fuori di questa via si producono cose per la terra, mai per il cielo, mai per l’eternità. Una verità va gridata: mai il Signore parla a chi è indaffarato nelle sue cose. Parla invece a chi si pone in questione e nell’umiltà del cuore gli dice: “Signore, cosa vuoi che io faccia per te?”. Noi spesso preghiamo solo per chiedere al Signore cosa deve fare per noi.
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,38-42).
Marta e Maria, due modi di essere Chiesa, due vie, due forme, ma anche due frutti. Quello di Marta è un frutto effimero, senza eternità, perché non è obbedienza. Quello di Maria è frutto di vita eterna perché la sua opera è purissima obbedienza a quanto ha ascoltato. Ognuno oggi deve scegliere. Nessuno potrà scegliere per un altro. Ognuno è chiamato ha scegliere per se stesso. Potrà scegliere di essere Marta o Maria. Dovrà sapere che i frutti saranno effimeri e caduchi se sceglierà di essere Marta, mentre saranno di vita eterna, se sceglie di essere Maria. Satana spinge, tenta perché tutti scelgano di essere Marta e di obbedire solo alla propria volontà. Ma così facendo, nessuna salvezza nascerà nel mondo. Avremo fatto anche opere grandi, ma nessun figlio viene generato a Dio e nessuno condotto nella salvezza eterna.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci Chiesa sul modello di Maria.