Se uno serve me, il Padre lo onorerà
10 AGOSTO (Gv 12,24-26)
Che significa, secondo verità perfetta, servire Gesù? Quali opere Lui ci chiede perché noi le facciamo? Quali oneri impone Lui sulle nostre spalle? Sono essi pesanti o leggeri? Sono per un giorno o per tutta la vita? È la risposta a questa domanda che consentirà di vivere il nostro essere suoi discepoli come Lui ha vissuto il suo essere discepolo dal Padre. Come Lui è dal Padre, così noi siamo da Lui. La risposta ce la offre l’Apostolo Giovanni, nel suo Vangelo. Quest’Apostolo è il contemplativo, il mistico, colui che nella purissima luce dello Spirito Santo, vede Cristo quasi allo stesso modo in cui Cristo vedeva se stesso. Così lo vede e così ce lo manifesta, ce lo rivela.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato (Gv 5,19-23). Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me (Gv 6,54-56).
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10,14-18). Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,9-11).
Gesù ha servito il Padre donandogli la sua vita. La vita donata al padre non è stata però vissuta secondo la volontà di Cristo Signore, bensì secondo perfetta obbedienza ad ogni comando del Padre. Un cristiano, un cresimato, un presbitero, un vescovo, un papa, un diacono, anche uno sposo e una sposa donano la vita a Cristo. Il dono è fatto. Poi però ognuno vive il dono secondo la sua volontà. Apparentemente siamo di Gesù Signore. In realtà siamo di noi stessi. Viviamo per noi stessi, perché viviamo da noi stessi. Cristo invece fu dono vero, reale, totale, per sempre. Si diede al Padre nell’eternità e nel tempo. Lui non solo è dal Padre per generazione eterna, è anche dal Padre per dono della sua volontà. Nell’eternità e nel tempo, è sempre dal padre.
In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Serve Cristo chi è sempre dalla sua Parola. La sua Parola non è però il Vangelo. La Parola di Gesù è quella volontà attuale che viene comunicata ai suoi servi per opera dello Spirito Santo, da vivere sempre però secondo il Vangelo. La Parola personalizzata, attualizzata, concettualizzata per ogni singolo uomo, mai potrà essere vissuta fuori delle modalità evangeliche che sono le Beatitudini e il Discorso della Montagna. Senza il perenne ascolto dello Spirito Santo, mai ci potrà essere vero servizio verso Cristo. Manca il comando che oggi Gesù dona al cuore. Quando non c’è volontà attuale di Gesù Signore, neanche vi potrà essere vero servizio, che potrà essere solo in Lui, da Lui, per Lui, con Lui, nella luce perenne dello Spirito Santo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri servi di Cristo Gesù.