Se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?
16 AGOSTO (Mt 18,21-19,1)
Da quando l’uomo esiste sulla terra, sempre Dio lo ha educato alla compassione, alla misericordia, al perdono. Sempre gli ha insegnato che lui è un peccatore bisognoso di un perdono perenne, senza interruzione. Se lui vuole essere perdonato, deve perdonare i suoi fratelli. Non può supplicare Dio per i suoi peccati chi non perdona il proprio fratello che ha peccato contro di lui. Il perdono di Dio è anche un frutto del nostro perdono, della nostra pietà, misericordia, compassione verso ogni peccatore.
Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, chi espierà per i suoi peccati? Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui. (Sir 28,1-7).
C’è però un’altra verità da mettere nel cuore. Dio non vuole che ci ostiniamo nei peccati. L’ostinazione potrebbe divenire peccato contro lo Spirito Santo. In questo caso la nostra colpa rimarrebbe non perdonata per l’eternità. Poiché dobbiamo noi chiedere all’istante perdono, all’istante dobbiamo concedere il perdono. Quanto l’altro può confidare nella nostra misericordia, tanto possiamo noi confidare nella misericordia di Dio. La nostra misura di pietà sarà anche la misura della pietà di Dio verso di noi.
Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: «Basto a me stesso». Non seguire il tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore. Non dire: «Chi mi dominerà?», perché il Signore senza dubbio farà giustizia. Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?», perché il Signore è paziente. Non essere troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: «La sua compassione è grande; mi perdonerà i molti peccati», perché presso di lui c’è misericordia e ira, e il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato. Non confidare in ricchezze ingiuste: non ti gioveranno nel giorno della sventura. (Sir 5,1-8).
Oggi Gesù ci chiede un perdono illimitato, senza misura, senza calcoli, totale.
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Il nostro debito presso di Dio è impagabile, perché straordinariamente grande. Il Signore ce lo condona, ha pietà di noi ad una condizione: che noi rimettiamo il debito infinitesimale che il fratello ha verso di noi. Il fratello deve a noi il prezzo di una mosca. Noi dobbiamo dare a Dio un prezzo infinito. Per il niente Dio ci rimette il tutto.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci ricchi di misericordia.