Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa
Chi lavora per difendere una verità, anche la più alta e profonda, alla fine cadrà nello scoraggiamento. Anche chi consumala sua vita per proteggere il Vangelo da ogni attacco, resisterà solo pochi giorni. Poi crollerà. Il mondo lo conquisterà, infettandolo con i suoi germi, virus, microbi di falsità e menzogna su Dio, sull’uomo, su presente, sul futuro, sulla vita eterna. Possiamo dire che oggi molte persone, un tempo difensori della retta fede, del Vangelo, della giustizia, della verità, della stessa carità e misericordia, si sono arresi e consegnati alla falsità e alla menzogna di Satana. Nessuno resiste se vuole camminare nella verità, operando contro tutti e tutti la sua difesa. Anche Gesù, se fosse venuto per difendere una verità, alla fine si sarebbe arreso, avrebbe smesso di lottare, si sarebbe ritirato in un deserto, conducendo una vita da anacoreta o da monaco solitario in qualche eremo di questo mondo. Ritirarsi dalla comunità degli uomini è più frequente di quanto non si pensi o non si immagini. La storia ci attesta che sono stati molti coloro che si sono ritirati dal mondo, chiudendosi in cittadelle fortificate, inaccessibili ad ogni altro uomo, abbandonando il mondo a se stesso e alla sua tenebra e falsità. Moltissimi di certo non si sono ritirati dal mondo perché nauseati da esso. Lo hanno fatto con spirito nobile, santo. La separazione dal mondo però c’è stata ed è inconfutabile. Che i tempi richiedessero questo ritiro, non spetta a noi giudicare.
Dove si attinge invece la forza perché mai ci scoraggiamo nella battaglia perché verità e carità secondo Dio trionfino sulla nostra terra? È verità: l’uomo e il mondo fanno perdere la fede anche ai più santi della terra. Chi guarda verso l’uomo, verso la terra, verso il mondo, alla fine si troverà immerso nelle falsità dell’uomo della terra, del mondo. La via perché mai si smetta di essere veri soldati nel regno di Dio è imitare l’agire di Gesù. Cristo Gesù aveva un solo punto di riferimento: il cuore del Padre suo, la sua volontà, i suoi desideri. Il Padre ha chiesto a Cristo di esaudire un suo desiderio eterno, una sua promessa eterna, una sua volontà eterna. Il Figlio ha promesso al Padre che avrebbe esaudito il suo desiderio anche a costo della sua vita. Non è la difesa della verità del Padre, dell’eternità, del presente, dell’uomo o delle cose, che muove Cristo. Gesù è mosso da un solo principio eterno: la parola data al Padre suo. Il giuramento a Lui fatto. La volontà a Lui data. Gli ha giurato nell’eternità, prima dell’Incarnazione, che avrebbe realizzato il suo desiderio di amore eterno verso l’uomo, e si è incarnato per dare verità storica a tutto l’amore del Padre per la creatura da Lui fatta a sua immagine e somiglianza. Gesù non ha come punto di riferimento l’uomo, ma il Padre suo. Il suo amore per l’uomo è purissima obbedienza al Padre. È la fedeltà alla sua parola data al Padre che spinge Cristo Gesù a manifestare all’uomo tutto l’amore del Padre, fino al martirio sulla croce.
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo. Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! (Mt 10,16-25).
Gesù dice ai suoi: “Hanno chiamato me Beelzebùl”. Chi lo ha chiamato così? Molti tra coloro ai quali Lui si è recato per dare tutta la verità e la carità del Padre, il suo amore eterno, che è amore di salvezza e redenzione, perdono e giustificazione. Perché Gesù non si è stancato? Perché non ha abbandonato la sua missione? Perché ha continuato fin sulla croce a dare ad essi la verità e la carità del Padre? Perché ha promesso al Padre suo di amare sino alla fine e di annunziare la sua verità sino alla morte. La forza di Cristo è nella comunione con il padre, sempre vivificata, rinsaldata, rinnovata, fortificata, aggiornata nello Spirito Santo. Anche il discepolo di Gesù sarà chiamato Beelzebùl, demonio e capo dei demòni. Il discepolo di Gesù non si stancherà, non abbandonerà, non cadrà nella tentazione di ritirarsi dal mondo per rifugiarsi in qualche grotta di questo mondo, solo se sempre rinsalderà il suo giuramento, la sua promessa, la sua Parola data a Cristo Gesù che, sempre rimanendo nel mondo, avrebbe portato ogni luce, verità, carità, misericordia, giustizia, santità del Padre. Cristo Gesù fedele al Padre, il cristiano fedele a Cristo: è la sola via perché non si rinunci alla missione e ci si chiuda in qualche tugurio o anfratto, per rimanere per sempre lontano dagli uomini che non vogliono la verità del Padre. Il ritirarsi dal mondo non è solo sconfitta della verità e della carità, è soprattutto dichiarazione di infedeltà verso Gesù Signore, al quale abbiamo dato la nostra parola.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, rivestiteci della vostra stessa fedeltà.