SE CEDO, È LA MORTE PER ME

LUNEDÌ 30 MARZO (Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62)

Susanna è moglie casta e pudica. Viene tentata da due giudici d’Israele, persone autorevoli presso i Giudei. Lei sa che la loro parola è creduta. Se rifiuta e non accetta di cadere nelle loro mani, per Lei c’è solo la morte. Chi oserebbe mettere in dubbio la parola di due stimati e onorati ministri della Legge del Signore? Lei sceglie la morte, pur di non offendere il suo Dio e Signore. La sua decisione è il frutto del timore del Signore che governa il suo cuore. Il peccato non lo vede come offesa al marito o alla sua famiglia, lo vede come oltraggio e insulto verso il Signore, il suo Dio e Padre. Questa verità oggi è scomparsa dalla “morale” del cristiano. Non si vede più la trasgressione della Legge del Signore come offesa arrecata a Dio. Lo si vede solo come azione dell’uomo che finisce in se stessa, al massimo vi potrebbero essere delle conseguenze legali, se vi è la trasgressione della legge degli uomini, ma a Dio nessuno fa più riferimento. Abbiamo perso ogni riferimento trascendente e soprannaturale necessario alla nostra vita. Tutto è ormai immanenza e pragmatismo.

In quei giorni, abitava a Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa, ed essendo stimato più di ogni altro, i Giudei andavano da lui. In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani; erano di quelli di cui il Signore ha detto: «L’iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo». Questi frequentavano la casa di Ioakìm, e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. I due anziani, che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi. Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla. Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno». Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e concediti a noi. In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle». Susanna, piangendo, esclamò: «Sono in difficoltà da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani. Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!».

Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due». Allontanato questi, fece venire l’altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un leccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire». Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

Nel caso di Susanna, interviene con divina verità la profezia. Essa condanna il peccatore, assolve il giusto. La falsa profezia invece innalza il peccatore e deprime il giusto, perché non continui nella sua giustizia. Oggi sulla terra mancano i veri profeti. Non vi è più separazione netta tra bene e male, giusto e ingiusto, santità e peccato.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano sia vero profeta in Cristo Signore.