Scuotete la polvere sotto i vostri piedi
4 FEBBRAIO (Mc 6,7-13)
È giusto che ci si chieda: perché Gesù dice ai suoi Dodici di scuotere la polvere sotto i loro piedi come testimonianza per loro, se in qualche luogo qualcuno non dovesse accogliere e ascoltare? Che significato riveste questo gesto di liberarsi anche dalla polvere che si è attaccata ai loro piedi? Possiamo definirlo questo un gesto di carità, misericordia, compassione, pietà verso queste persone ostili? Rispondiamo leggendo un episodio avvenuto in Sodoma, la notte prima che piovesse sulla città fuoco e zolfo.
Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo. Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli». Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!». Ai suoi generi sembrò che egli volesse scherzare. Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della città». Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale (Gn 19,12-26).
La missione dei Dodici, degli Apostoli, dei Discepoli di Gesù è vera missione angelica. Loro sono mandati in tutte le “Sodoma” del mondo per annunziare la conversione, perché il Signore è alle porte, sta venendo per il giudizio, anche se nessuno sa quando sarà il giorno o l’ora di essa. Sappiamo però che vi è il giudizio subito dopo la morte ed è di condanna eterna o di vita per sempre. Scuotendo la polvere da sotto i loro piedi, i Discepoli attestano la verità della loro parola. Sono come gli Angeli di Sodoma. I generi di Lot non hanno ascoltato. Sono morti nel rogo della città. Per questo motivo il gesto è di grande misericordia, grande carità. Essi si dichiarano innocenti del loro sangue.
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Oggi invece si vive un discepolato di accondiscendenza con il mondo, quasi lo si giustifica, lo si approva. Addirittura neanche più viene evangelizzato. Si lascia che Sodoma venga distrutta perendo il discepolo stesso con essa, anziché compiere questi gesti di grandissimo amore e di eccellente misericordia. Il discepolo sappia che Dio gli addebiterà tutti i peccati di tutte le “Sodoma” della terra, se non compirà di questi gesti che sono di purissima profezia. Sempre il cristiano dovrà essere profeta di verità in mezzo al mondo. Se lui si astiene dal compiere la sua missione, il mondo perirà per il suo peccato, ma il Signore chiederà a lui conto. Il mondo cade nella morte anche per sua colpa, per aver lui omesso di essere vero profeta del Vangelo. Se il cristiano sapesse qual è la sua altissima responsabilità, perderebbe il sonno dagli occhi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù.