La testimonianza di una ricercatrice (parte 2 di 2)
Sapienza, scienza ed intelletto
(…) Lavoro nell’ambito delle neuroscienze applicate alla comunicazione e sono sempre rimasta affascinata dallo studio del cervello. Esso è l’organo più complesso che conosciamo ed è il risultato di milioni di anni di evoluzione. Tuttavia, ancora oggi, nonostante i grandi passi compiuti dalla scienza, i premi Nobel vinti, non si riesce a comprendere perché l’uomo spesso è così irrazionale, illogico, nei suoi comportamenti e nelle sue scelte. La scienza aiuta molto in questo, ma ancora non ha fornito una risposta chiara.
Quotidianamente entro in contatto con molte realtà, dai giovani studenti universitari, ai professori, ai grandi tavoli di lavoro attorno ai quali siedono persone che rivestono ruoli di grande responsabilità in aziende nazionali e internazionali. Ed è in ciascuno di questi contesti che cerco di testimoniare la serietà e l’impegno di un lavoro teso ad apportare quel valore aggiunto che serve ad elevare la dignità dell’uomo. E, lavorando nell’ambito delle neuroscienze e della comunicazione, tutto ciò non sempre è facile, soprattutto quando ci si scontra con i luoghi comuni. Ma quando si lavora secondo la verità e la giustizia che vengono da Dio, con l’obiettivo di offrire un servizio alla comunità scientifica e a chiunque entra in contatto con essa, si è capaci di trasmettere valori e passione per un’area di ricerca anche molto delicata. È bello incoraggiare e trasmettere ai giovani la passione per la scienza, l’entusiasmo per la ricerca, affiancati da un senso di libertà e di responsabilità solo per ciò che può essere utile, nei confini dell’umanità e dell’etica.
Il vero scienziato sa che ogni giorno deve studiare per ricercare la verità (verificare le sue ipotesi), deve aggiungere conoscenza, perché quanto imparato ieri, oggi non è più sufficiente e lo sarà ancora meno domani. Lo scienziato credente, a questo, aggiunge la preghiera quotidiana perché il Signore illumini la sua mente, doni il Suo Santo Spirito di Sapienza, Scienza e Intelletto, perché ogni nuova scoperta scientifica possa essere messa a disposizione di tutta la comunità scientifica affinché l’uomo, si possa elevare nella sua dignità di essere umano e, meravigliandosi di questa nuova conoscenza, possa innalzarsi verso la contemplazione della Verità.
Sono anche convinta che la ragione umana dimostra tutta la propria forza esattamente nel momento in cui si rende pienamente conto dei propri limiti. È la consapevolezza di poter conoscere attraverso l’Infinito, ma non conoscere l’Infinito. Penso alla famosa frase di Socrate, Hoc unum scio, me nihil scire (Io so di non sapere): per quanto l’uomo possa pensare di sapere, saranno sempre di più le cose che non conosce. Di fronte a questo pensiero, l’avere sete di conoscenza è però un dovere dell’uomo. Una frase del libro dei Proverbi recita “E’ gloria di Dio nascondere le cose, è gloria dei re investigarle» (Pro 25,2).
Da ricercatrice, è bello investigare e scoprire il funzionamento della mente umana, consapevole di poter conoscere solo ciò che mi è permesso di conoscere e, sicura che, condividendo tale conoscenza, ci sarà sempre qualcun altro, che a sua volta, aggiungerà un altro po’ di sapere… spiegando tutto fino a un certo punto, perché il resto rimane solo un grande e meraviglioso mistero.
Patrizia Cherubino, PhD, Neuromarketing