Salvaci, Signore, siamo perduti!
Gn 19,15-29; Sal 25; Mt 8,23-27
2 LUGLIO
Quando si cammina con il Signore, sempre si deve pensare dalla storia e non dal sentimento immediato. La storia ci rivela che nulla è impossibile al Signore. Il nostro Dio ha compiuto in Egitto dieci grandi segni della sua onnipotenza. Cielo e terra si sono prostrati in obbedienza e ascolto. C’è qualcosa di impossibile per il Signore? Altra verità. Se il Signore chiama per un fine e inizia la sua opera, potrà quest’opera interrompersi a metà corso perché lui è incapace di portarla al compimento? Allora il Signore attesterebbe di non essere il Signore. Se Dio manda Mosè per liberare il suo popolo, può il popolo essere riportato in Egitto dal faraone? Se questo avvenisse, Dio si rivelerebbe non Dio e il faraone superiore a Dio. Nella fede il giusto modo di pensare è questo: cosa vuole ancora mostrare il Signore di se stesso? Quale sua onnipotenza ci vuole rivelare? La Sacra Scrittura è una perenne nuova rivelazione sia dell’Onnipotenza che dell’amore eterno con il quale Dio ama l’uomo. Mosè proprio questo disse al Signore perché si decidesse ad amare i figli d’Israele nonostante il loro peccato. Se tu ci farai morire nel deserto, i popoli penseranno che sei un Dio inutile.
Allora il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”». Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione». Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”» (Es 32,7-13).
Gesù è sulla croce. Cosa vorrà attestare il Signore della sua onnipotenza e del suo amore? Non libera Gesù dalla croce per rivelarci l’onnipotenza della sua grazia. Con essa si può vivere ogni sofferenza, ogni dolore, ogni sopruso, privazione, povertà, ingiustizia. Gesù è stato spogliato anche delle sue vesti e il suo corpo fu appeso al legno. Lo risuscita nel sepolcro per attestare che la sua onnipotenza è capace di trasformare un corpo mortale, già nella morte, in corpo spirituale, glorioso, incorruttibile, immortale. Lui è capace di rendere la carne luce come Dio è luce. È questa la nostra saggezza in ogni nostra croce: sapere che ancora noi non conosciamo il nostro Dio secondo pienezza di verità. Lui viene e nella nostra vita, attraverso di essa, rivela la sua onnipotenza di grazia, verità, giustizia, santità, misericordia, amore. Dopo la rivelazione la fede si apre verso altre nuove rivelazioni e così il discepolo di Gesù cresce di fede in fede. Sa che il suo Dio è con lui. Lo vede.
Salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
I discepoli sono nella barca con Gesù. Si alza un forte vento. Il mare si agita. Cosa vuole rivelare oggi loro Cristo Gesù? Loro lo svegliano e Gesù manifesta la sua Signoria sul vento e sulle acque. Se non lo avessero svegliato, avrebbero visto altri segni ancora più potenti e forti. Avrebbero appreso che con Gesù anche se il vento e il mare sono in forte agitazione, la barca rimane sempre inaffondabile. Questa è la fede.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci discepoli dalla purissima fede in Cristo Gesù.