SALIVA INCESSANTEMENTE A DIO UNA PREGHIERA

LUNEDÌ 29 GIUGNO (At 12,1-11)

Per San Paolo la preghiera è una lotta con Dio al fine di ottenere ciò che il nostro cuore desidera. Se il cuore è nello Spirito Santo, sempre si chiederà a Dio quanto è gradito al Signore: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27). “Perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l’amore dello Spirito, vi raccomando: lottate con me nelle preghiere che rivolgete a Dio, perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme sia bene accetto ai santi. Così, se Dio lo vuole, verrò da voi pieno di gioia per riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen (Rm 15,30-32). Paolo ha un solo desiderio nel cuore: che per mezzo di Lui si compia la volontà di Dio: far conoscere Gesù ad ogni nazione, popolo, lingua.

Anche Gesù, è nello Spirito Santo, nell’Orto degli Ulivi chiede al Padre di poter fare la sua volontà: “Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione» (Lc 22,39-45). È questo anche il contenuto della preghiera del “Padre nostro”: compiere oggi e sempre tutta la volontà di Dio, senza nulla omettere. Dice Gesù: “In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19-20). Oggi la Chiesa è in una grande sofferenza. Pietro è in carcere in attesa di essere giustiziato. Essa non ha alcuna forza umana. È meno che Davide dinanzi al Gigante Golia. Ha però un’arma efficacissima e la usa: la preghiera fatta con un cuore solo e un’anima sola.

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

Nulla è più potente di una Chiesa che prega con un cuore solo e un’anima sola. Per essere tale dovrà essere unita necessariamente al cuore di Cristo e della Vergine Maria e governata dallo Spirito Santo, per questo quanti si mettono a pregare devono essere pieni di grazia, saggezza, santità, gioia e pace nello Spirito, colmi di perdono e di grande misericordia, pronti ad accogliere tutta la volontà di Dio. Quando la Chiesa prega nello Spirito Santo, sempre il Signore risponderà dal cielo con la sua pace.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che preghiamo pieni di grazia e di Spirito Santo.