Rubrica – Sant’Agostino parla all’uomo di oggi
1 / L’uomo e la paura
Nella consapevolezza che non tutto ciò che ci circonda può essere controllato, che a volte alcuni avvenimenti ci mettono in ginocchio e alcune situazioni vanno accettate e difronte all’esigenza dell’uomo di darsi delle risposte capaci di consolare il cuore inquieto, Sant’Agostino, con i suoi insegnamenti sempre molto attuali, così si esprime: «O è il male ciò di cui abbiamo paura, o il male è che abbiamo paura» (Confessioni, VII).
Tali erano le riflessioni che agitavano il povero spirito di Agostino, ancora alla ricerca della verità. Aveva però in sé ben salda, essendo nella Chiesa cattolica, la fede in Cristo, Signore e Salvatore; fede ancora molto incerta, ma di cui il suo spirito ormai non poteva più fare a meno, anzi s’imbeveva sempre di più.
Nella spiritualità del Movimento Apostolico sempre ci è stato testimoniato che «per non avere paura bisogna avere un grande Amore per Gesù».
«Ma quando il corpo cede, l’umano ha paura». E questo è naturale nell’uomo.
«Poi abbracci la Sua Croce e sai che non sei sola. Sai che Lui è con te. Non può abbandonarti. È la tua fede, il tuo amore, la tua speranza. Allora la paura sparisce…» (Maria Marino, Parole di esortazione, 1 Ottobre 2001).
Sicuramente nella paura percepiamo il nostro limite, la nostra vulnerabilità, fragilità e impotenza; ma la consapevolezza di non essere soli è la nostra fede, la gioia di sapersi ascoltati è la nostra speranza e nella pienezza della Sua Misericordia è il nostro amore.
Di queste certezze Sant’Agostino ci dà conferma nel discorso 38:
«Sì, è come un’ombra l’uomo che passa. Sì, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga. Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza». (Sal 38,7-8). Così Sant’Agostino ci esorta:
«Lì devi cominciare a credere, dove è cominciato il tuo turbamento».
E continua mostrandoci la via:
«Sei turbato, pensi di trovarti difronte ad una difficoltà insormontabile (…)
Non angustiarti (…)
Dio è fedele nelle sue promesse.
Per far questo occorre credere, occorre destare la fede.
Il resto è un turbare inutilmente. Perché ci turbiamo inutilmente?
Mentre Cristo dormiva sulla barca, i discepoli stavano sul punto di naufragare. Gesù dormiva e i discepoli erano turbati. Soffiavano furiosi i venti, s’ innalzavano i marosi e la nave andava a picco. Perché? Perché Gesù dormiva. Così è anche di te. Quando in questo mondo infuriano le tempeste delle tentazioni, il tuo cuore si turba, quasi fosse la tua barca. Perché questo, se non perché dorme la tua fede?
Così infatti dice l’Apostolo Paolo “Cristo abita nei vostri cuori mediante la fede.”
Desta, dunque, Cristo dentro il tuo cuore, sia vigile la tua fede, sia tranquilla la tua coscienza e la tua nave sarà liberata.
Il tempo della fede è faticoso. Chi osa negarlo? È faticoso, ma è questa la fatica di cui la visione è la ricompensa. Prestiamo, dunque fede a Dio».
Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci conceda una fede ferma, una speranza salda e una carità piena in Cristo Suo Figlio.