Riflessioni sul Natale – 4 Domenica di Avvento

 

Natale cristiano – Natale pagano

Carissimo/a,
Quando il Natale è cristiano e quando esso è pagano? Possiamo rispondere solo ponendoci un’altra domanda: Perché Cristo è nato, perché è venuto al mondo? La risposta ce la offre Gesù stesso nel suo dialogo con Pilato, qualche istante prima della sua crocifissione: “Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»” (Gv 18,33-38).

Il Natale è cristiano, se il Cristiano si appropria della verità di Cristo, si fa verità piena in Cristo, divenendo ogni giorno testimone di essa, per opera dello Spirito Santo. È nella verità di Dio che è la verità di ogni uomo. Ma qual è la verità di Dio? La croce. Solo la croce. Il Crocifisso è la verità dell’uomo e di Dio. Dio non conosce altre verità, perché Cristo Gesù non conosce altre verità. La croce è la sola verità dell’amore. Ma la croce cosa è? È la sola risposta possibile dell’amore vero, puro, santo. È vero chi sa amare lasciandosi ogni giorno crocifiggere dall’uomo. L’uomo ti crocifigge e tu lo ami dell’alto della tua croce, del tuo martirio, del tuo olocausto. Lo ami perché sei sul solo posto giusto dal quale è possibile amare. È questa la verità dell’uomo, non ve ne sono altre.

Una società che aborrisce la croce, distrugge la sua verità, la calpesta, non può celebrare il Natale cristiano. Lo celebrerà alla maniera pagana. Lo celebrerà nella lamentela, nel pianto, nell’ansia, nel panico, nel vizio, nei desideri di una speranza effimera che mai si potrà compiere, perché la vera speranza nasce dalla croce, dalla capacità di consegnare la nostra vita al martirio per amare sempre, di più, in modo autenticamente vero. Per questo occorre quel sentimento nuovo di cui parla san Paolo ai Filippesi: “Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre” (Fil 2,1-11).

Il messaggio che oggi dona il mondo è terrificante. Presenta un uomo affranto, quasi disperato, senza luce, privo di ogni vero anelito di trascendenza. Ci presenta un uomo avvolto da una totale falsità. Quest’uomo falso potrà celebrare solo un Natale pagano, di cose della terra, un Natale di pura immanenza, fatto di qualche regalo inutile o di momenti trascorsi nel futile gioco o in qualche passatempo peccaminoso, perché ci si sta insieme per concederci al vizio e spesso anche alla depravazione morale. Questo Natale pagano noi lo rifiutiamo. Non è il nostro perché non è quello di Gesù Signore.
Quello di Gesù Signore è il Natale dell’assunzione dell’umano senza alcuna sovrastruttura. Gesù ha rinunciato a tutte le sovrastrutture di vizio, peccato, vanità, insipienza, stoltezza, che l’uomo ha aggiunto alla sua natura, alla sua verità costitutiva. Lui ha assunto la natura umana conducendo nella sua verità essenziale, perché fosse capace di solo amore fin dal primo istante del suo apparire sulla nostra terra. Questo suo Natale va ripreso, va incarnato, va vissuto. Al Cristiano non è concesso celebrare nessun altro Natale. Perché gli altri sono Natali pagani, di peccato, vizio, vanità, stoltezza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutate a celebrare il vero Natale.

Mons. Costantino Di Bruno