Riflessioni sul Natale – 3 Domenica di Avvento

 

Natale col corpo – Natale senza corpo

Carissimo/a,
Noi non siamo dei platonici arrabbiati contro il nostro corpo. Esso non è la prigione dell’anima. Noi non siamo di quelle religioni presso le quali il corpo è uno strumento temporaneo per l’anima. Anima e corpo sono una unità che dura per l’eternità. Un solo corpo. Una sola anima. Una sola entità per sempre. La morte è solo una separazione momentanea. Poi viene la risurrezione. Noi non siamo di quelle filosofie, ideologie, antropologie dell’esaltazione del corpo fino al punto di distruggere, annientare l’anima. Per noi anima e corpo sono una unità armoniosa, nella quale l’anima governata dalla sapienza soprannaturale, dalla divina verità, riflette la sua luce sul corpo e lo rende strumento docile nel compimento del bene. Infine noi non siamo neanche di quei pensieri che fanno del corpo una infinita concupiscenza, sotterrandolo nelle immoralità più insane, stolte, stupide, vere nefandezze e abomini. Per noi corpo ed anima sono una sola virtù, sono le specchio della verità e della santità di Dio sulla nostra terra.

Per noi cristiani il corpo è ancora molto di più, infinitamente. È lo strumento della redenzione, dell’espiazione, per la salvezza e la santificazione di ogni uomo. Il Natale è la nascita di Cristo Gesù nel suo vero corpo. Gesù nasce come vero uomo, uomo perfetto, nell’unità di corpo e di anima, nasce dalla Vergine Maria, nel cui seno è stato concepito per opera dello Spirito Santo, senza il concorso dell’uomo. Con questa nascita, nasce il corpo della nostra redenzione. Nasce lo strumento per la santificazione dell’umanità. Intendiamoci, non è il corpo che nasce. È il Figlio Unigenito del Padre che nasce. È il Verbo Eterno della vita che si fa carne, cioè vero uomo. Dio assume un uomo perfetto, vero. Lo assume nell’unità della sua Persona divina. Dopo averlo assunto lo governa con la sapienza e la grazia dello Spirito Santo, conservando anima e corpo nella più alta santità, verità, giustizia, sapienza, virtù. Li conserva nella purezza dei pensieri, dei desideri, dei sentimenti. È in questa santissima santità che il corpo di Gesù diviene, si fa vero strumento di riconciliazione, vera vittima per l’espiazione del peccato del mondo.

La Lettera agli Ebrei, citando il Salmo, così ci rivela questa altissima verità: “Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà» (Cfr. Eb 10.1-10. Sal 40,1-18). Qual è la volontà che Cristo dovrà fare in questo corpo che il Padre gli ha preparato? La volontà è una sola: Cristo Gesù deve elevare il suo corpo ad una santità così alta, così vera e autentica, così limpida e profonda, da renderlo vittima per il sacrificio, per l’olocausto in espiazione dei peccati di tutta l’umanità. San Paolo dice la stessa verità con modalità diverse: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2Cor 5,18-21). Cosa fece peccato Dio di Cristo Gesù? Il suo corpo. Dio fece il corpo di Cristo sacrificio, olocausto, per il peccato. Questa la sublime verità che viene a noi dal Natale di Gesù Signore.

Ma il Padre per la redenzione del mondo non ha bisogno solo del corpo di Cristo. Ha bisogno, del mio, del tuo, del nostro corpo. Come potrà avvenire questo? Divenendo una cosa sola con il corpo di Cristo. Nelle acque del battesimo veniamo rigenerati dalla potenza dello Spirito Santo, sempre nel grembo della Vergine Maria, misticamente, spiritualmente, non realmente, ma non meno veramente, come vero corpo di Cristo, e in esso, con esso, per esso, il Padre vuole fare ciascuno di noi peccato per la redenzione dei fratelli. Diveniamo corpo di Cristo Redentore, Figli della Madre della Redenzione, per compiere il sacrificio, l’olocausto di espiazione dei peccati del mondo. È questo il vero fine del Natale del Signore. Ricevere non un solo corpo, ma fare suo ogni corpo, in una unità mistica, spirituale, reale, vera, per operare la redenzione dell’umanità. Se io, se tu, se noi, non diamo il nostro corpo a Cristo, il processo della redenzione si arresta. La redenzione di Cristo rimane evento di ieri, mai potrà divenire evento di oggi perché manca il tuo corpo. Manca a Dio lo strumento dell’espiazione del peccato. Il Natale vero di Cristo oggi è la sua nascita nel tuo corpo, è l’assunzione del tuo corpo per farne il suo strumento di salvezza. Tu puoi celebrare il Natale con il corpo donato a Cristo, o con il corpo negato a Lui. Celebrare il Natale con il corpo donato o senza la donazione del tuo corpo non sono lo stesso Natale. Con il dono del tuo corpo, Cristo nasce veramente, veramente redime e santifica l’umanità. Per il tuo corpo Cristo è il vero Redentore, il vero Salvatore dell’uomo. Senza il tuo corpo, la celebrazione della sua nascita è solo rituale, è una pura cerimonia, ricca di molto sentimento, mai inutile. Lui non è il Redentore perché tu non gli hai dato il corpo. Gli manca lo strumento per l’espiazione. Non può offrire al Padre l’olocausto della salvezza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero corpo di Cristo Signore.

Mons. Costantino Di Bruno