Riflessioni sui venti misteri del Santo Rosario

 

INTRODUZIONE

Invocazione allo Spirito Santo

Il Santo Rosario è meditazione, riflessione, immersione della mente e del cuore nei grandi eventi della Redenzione operata da Cristo Gesù, attraverso anche la partecipazione della Vergine Maria, che di questo mistero è essenza, sostanza, vita.

Possiamo meditare e riflettere con la nostra mente. Il mistero per noi sarà come un duro sasso. Oppure possiamo meditare e riflettere lasciandoci aiutare dallo Spirito Santo. Lo Spirito del Signore viene solo se è invocato, altrimenti Lui mai entrerà nella nostra mente.

Si comprende allora che non si può recitare il Santo Rosario con il peccato mortale nel cuore. Manca lo Spirito di Dio in noi. Ci si mette in grazia. Il cuore torna ad essere puro, l’anima libera, la mente recettiva, lo Spirito di Dio viene e ci conduce nel mistero, illuminandolo di luce eterna.

L’invocazione allo Spirito del Signore è necessaria. Per questo urge mettersi per qualche istante in una preghiera silenziosa, del cuore, dell’anima, nella compostezza anche del corpo. Anche il corpo deve essere preparato alla celebrazione di una così vitale preghiera.

Nella distrazione, nel non raccoglimento, nella non partecipazione del corpo e della mente, anche se la recita del Santo Rosario si compie, essa rimane senza frutto. Il cuore non segue la mente, la mente non segue lo Spirito Santo, lo Spirito è assente. Si dicono solo parole.

Con il cuore e la mente della Madre di Gesù

Perché il Santo Rosario porti frutti di conversione, rinnovamento del cuore, trasformazione dei pensieri, urge recitarlo con il cuore e con la mente della Madre di Gesù. Qui occorre chiedere alla Madre di Dio che ci presti il suo cuore la sua mente con preghiera accorata.

Ci si prostra umilmente dinanzi alla sua Maestà di Madre di Dio e Madre nostra, si chiede umilmente in prestito il suo cuore e la sua mente. Lei li darà con somma gioia. Noi iniziamo la preghiera che dovrà dare la verità di Cristo Gesù, del Padre, dello Spirito alla nostra vita.

Senza il cuore e la mente della Madre di Gesù, anche se lo Spirito Santo è in noi, sarà difficile che possa imprimere qualche cosa del mistero in noi. Siamo troppo di pietra per poter Lui incidere qualcosa. Mentre sul cuore della Madre di Dio e sulla sua mente tutto può scrivere.

Una volta che lo Spirito Santo ha scritto per noi sul cuore e nella mente della Madre di Gesù, sarà Lei poi a lasciare il suo cuore nel nostro e la sua mente nella nostra, perché possiamo noi vedere con la sua mente e iniziare ad amare con il suo cuore.

Con la Madre di Dio in noi, tutto è più facile. Il suo cuore è capace di accogliere ogni mozione dello Spirito e la sua mente può ricevere ogni sua illuminazione. Lei è la Donna senza peccato, la Donna purissima. Lei è sensibilissima allo Spirito del Signore e tutto in Lei si imprime.

Per divenire mistero nel mistero

Lo Spirito del Signore e il cuore e la mente della Vergine Maria sono necessari in questa meditazione orante, perché il fine di questa preghiera è uno solo: farci divenire mistero nel mistero di Cristo Gesù. Siamo suo corpo. Dobbiamo divenire suo mistero vivente.

Non ci sono due misteri: uno di Cristo e l’altro del cristiano, avendo ciascuno un suo mistero. Uno è il corpo, uno deve essere il mistero da realizzare, anche se con personali ministeri e particolari carismi. Ministeri e carismi senza il mistero a nulla servono.

A che serve essere presbiteri, diaconi, vescovi, cresimati, battezzati, papi, cardinali, se posti fuori del mistero di Cristo? A noi non è stato dato altro mistero da realizzare se non quello vissuto e realizzato da Gesù Signore. Se siamo due misteri, a nulla serviamo.

Lo Spirito di Dio e la Madre sua, che noi abbiamo invocato, perché vengano e muovano mente e cuore nella contemplazione del mistero di Cristo, se perennemente in noi, sapranno essi come sostenere il nostro cammino fino a farci divenire mistero del mistero, nel mistero di Gesù.

Divenire mistero del mistero nel mistero di Gesù deve essere la nostra unica e sola ispirazione. È in Cristo che avviene la nostra vera umanizzazione, la perfezione della nostra umanità. Fuori di Cristo si è cellule impazzite. Si è fuori del corpo che ci fa esseri viventi in esso e per esso.

Nella perfetta conformazione a Cristo

Ecco il vero fine della recita del Santo Rosario: chiedere alla Madre di Dio, nello Spirito Santo, che non solo ci faccia vedere la bellezza del mistero di Gesù, ma anche che giorno dopo giorno lo realizzi nella nostra vita con la stessa intensità della realizzazione avvenuta in Lei.

Per questo il Santo Rosario non è solo meditazione. È insieme meditazione e preghiera. È meditazione per vedere la grandezza e la bellezza della nostra vocazione. È preghiera perché questa bellezza e grandezza diventino il nostro stesso cuore, la nostra stessa vita.

Senza questo potente, forte, invincibile desiderio di essere conformati perfettamente a Cristo, il Santo Rosario diviene una preghiera senza finalità. Potrà essere ridotta a semplice richiesta di qualche grazia urgente o necessaria per la nostra vita. Non è questa la sua finalità.

Nei venti misteri che vengono contemplati scorre dinanzi ai nostri occhi tutta la vita di Gesù e tutta la vita della Madre di Dio e anche tutta la vita della Chiesa delle origini. Perché scorre, se non per divenire noi parte essenziale di questa vita, di questo mistero dal quale è ogni vita?

Per ogni immagine – o fotogramma – di questo mistero, che è in sé divino ed umano insieme, uno solo dovrà essere il nostro desiderio, da trasformare in preghiera: Madre di Gesù prega perché possa essere come Cristo, come Te, come la Chiesa, vita del mistero nel mistero.

Per la redenzione del mondo

Ma perché è necessario che noi siamo oggi la vita del mistero di Cristo, della Madre di Dio, della Chiesa? È necessario perché è solo donando vita e continuità di vita al mistero di Cristo, della Madre di Dio, della Chiesa, è possibile operare la redenzione del mondo.

Oggi una grande eresia sta dimorando e riducendo in polvere tutta la nostra fede e con essa il vero mistero di Cristo, della Madre di Dio, della Chiesa. Questa eresia insegna con sofisticata falsità che tutti siamo salvi, tutti domani saremo nel regno eterno del Paradiso.

Se questa eresia fosse vera, non avremmo più bisogno di dare continuità al mistero di Cristo, della Madre sua, della Chiesa. Se la salvezza è già assicurata, perché la necessità di essere noi mistero di Cristo oggi per la redenzione del mondo?

La salvezza non è acquisita. È da acquisire. La salvezza è data. Essa però va accolta. Non va accolta in Cristo e non è Cristo che oggi la dona. La salvezza deve essere accolta nel cristiano e dal cristiano dovrà essere donata. La potrà dare chi è mistero del mistero nel mistero di Gesù.

Per questo è necessario che diveniamo parte essenziale, vitale, di questo mistero. La salvezza e la redenzione del mondo possono essere date al mondo solo da chi è divenuto parte del mistero. Chi è fuori non dona né salvezza e né redenzione. È fuori dal circuito della vita.

MISTERI GAUDIOSI (O DELLA GIOIA)

1. L’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria Vergine

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei (Lc 1,26-38).

Breve riflessione

Il Signore crea ogni uomo per un fine. Un tempo si diceva: “Per conoscerlo, amarlo, servirlo in questa vita e poi goderlo nell’altra, in Paradiso”. Il Signore si ama e si serve secondo la sua volontà. Si ama e si serve secondo i suoi progetti. Maria e Giuseppe hanno un loro progetto. Sono fidanzati. Presto vi saranno le nozze. Irrompe il Signore nella loro vita ed essa si trasforma, diviene purissima obbedienza ad un suo comando esplicito di amore. Così la risposta di Maria alla Parola dell’Angelo: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Di Giuseppe si dice: “Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”. Maria e Giuseppe: immediata obbedienza a Dio. Il Signore può realizzare il suo mistero di salvezza e di redenzione. Il Figlio suo, il Verbo Eterno, può divenire uomo per portare sulla terra la grazia e la verità.

Domande

Tra la Parola di Dio da me ascoltata e la mia obbedienza ad essa quanto tempo passa? Un mese, un anno, due, tre quattro, dieci, una vita? Quante volte la Parola è rimasta senza alcuna obbedienza? Mi sono qualche volta impegnato a ridurre i tempi di obbedienza? Quanto ritardo c’è ancora da smaltire perché la mia obbedienza sia immediata ad ogni Parola del Signore? Ma voglio obbedire al Signore? Oppure l’ascolto della sua Parola neanche più mi interessa? Frequento con amore la catechesi? Ascolto con diligenza le omelie? Leggo ogni giorno una pagina di Vangelo? Mi consulto con il Padre spirituale? Ma voglio cercare la Volontà di Dio?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienimi dal Figlio tuo, nello Spirito Santo, un cuore docile e umile, perché sappia sempre ascoltare ogni Parola che esce dalla bocca di Dio e dare ad essa una pronta, immediata obbedienza per tutti i giorni della mia vita.

2. La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua (Lc 1,39-56).

Breve riflessione

La Vergine Maria è piena di grazia. Il Signore è con Lei. Il Figlio di Dio è carne dalla sua carne, carne della sua carne nel suo seno verginale. Lo Spirito Santo si è posato su di Lei con la potenza dei suoi sette doni: “Sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, conoscenza, pietà, timore del Signore”. Lei è vera nuova arca dell’alleanza. Lo Spirito Santo vuole essere portato da Lei, nella casa di Zaccaria. Lei porta lo Spirito, lo Spirito porta Lei. Lo Spirito vuole donarsi attraverso di Lei in quella casa. La Vergine Maria diviene così modello, esempio di ogni futuro discepolo di Gesù: portato dallo Spirito e portatore di Lui. Lo Spirito di Dio portato, donato, versato, compie Lui ogni cosa. Diviene Spirito di profezia in Elisabetta. Spirito di fortezza in Giovanni il Battista. Spirito di Preghiera nella Madre di Dio. Lui, attraverso la bocca di Lei, canta le grandi cose fatte dall’Onnipotente per Maria, ma anche il suo vero agire nella storia.

Domande

Sono pieno di grazia? Il Signore è con me? Lo Spirito Santo abita con potenza nel mio cuore? Amo Cristo Gesù fino a farlo divenire corpo del mio corpo per essere io corpo nel suo corpo e del suo corpo? La Madre di Gesù occupa un posto speciale nella mia vita? Che relazione vivo con Angeli e Santi? Sento la mozione dello Spirito Santo? Quando mi reco in qualche parte, vado con la profonda convinzione che è lo Spirito che mi manda perché vuole essere portato da me in quel luogo per operare prodigi di conversione e di profezia? Oppure la mia presenza è vuota di Lui e in più è assente, svogliata, vissuta solo con il corpo?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienimi da Cristo Gesù la grazia della presenza piena dello Spirito del Signore nel mio cuore e nella mia anima, nei miei pensieri e desideri, nella mia volontà, assieme all’altra grazia di un profondo convincimento nel cuore che lui vuole essere portato da me in ogni luogo dove lui mi porta perché è lì che lui desidera operare le meraviglie della salvezza del Padre. Fa’ che mai dimentichi che Lui porta me perché io porti Lui. Lui manda me perché è Lui che deve andare attraverso me, in me, per me.

3. La nascita di Gesù

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro (Lc 2,1-21).

Breve riflessione

Maria e Giuseppe obbediscono non solo a Dio con pronta e immediata obbedienza, ma anche all’uomo. L’uomo vuole che essi si rechino a Betlemme e loro lasciano Nazaret e si mettono in cammino. Anche alla storia Maria e Giuseppe obbediscono. La storia offre loro una umile grotta nella quale trovare alloggio e rifugio perché il Figlio di Dio venga al mondo e loro obbediscono con grande amore e riconoscenza, benedicendo e lodando il Signore per la sua grande misericordia. Anche i pastori ascoltano l’Angelo che li manda a Betlemme e loro con immediata obbedienza vi si recano, portando a quella gente il conforto della verità del mistero che stava compiendosi sotto i loro occhi. Ogni vita, dell’anima, dello spirito, del corpo, della storia, del tempo, dell’eternità nasce dall’obbedienza di queste persone. Ognuno per la sua parte coopera alla grande opera di salvezza che Dio ha decretato di realizzare per il mondo.

Domande

Quanto sono io obbediente agli uomini e quanto alla storia che Dio prepara per me? So che è dalla mia obbedienza che il mistero di Cristo Gesù è conosciuto e reso operante nel tempo, in mezzo agli uomini? Quante volte mi sono ribellato alla storia che il Signore ha preparato per me, storia nella quale Lui vuole che io manifesti la sua salvezza, la sua redenzione, la sua vita? Sono perennemente pieno di Spirito Santo, il solo che mi dona l’intelligenza per comprendere e la forza per accogliere? So che il rifiuto dell’obbedienza alla storia è frutto di una carenza di Spirito nel mio cuore? Quanto mi impegno perché lo Spirito viva in me in pienezza di luce?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, Madre della Redenzione, fa’ che lo Spirito di Dio cresca senza misura nel mio cuore. Con esso forte, obbedirò agli uomini e alla storia e manifesterò la salvezza di Dio nel mondo. Un’altra grazia ti chiedo, Madre santa: donami il tuo amore per l’obbedienza ad ogni avvenimento che il Signore prepara per me oggi, domani, sempre. Con la tua perenne e ininterrotta intercessione, Madre di Dio, l’obbedienza diviene facile e ogni amore possibile.

4. La presentazione di Gesù al Tempio

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (Lc 2,22-40).

Breve riflessione

La prima obbedienza di Maria e Giuseppe è stata alla Parola di Dio manifestata loro per mezzo dell’Angelo del Signore. La secondo obbedienza è stata alla volontà di Dio, manifestata per mezzo della legge degli uomini e dalla storia. Ma queste due obbedienze non sono ancora tutto. Ne manca una terza: quella data da ogni prescrizione della Legge scritta del Signore. Anche la Legge scritta va osservata in ogni suo minimo precetto con pronta e immediata obbedienza. Senza questa obbedienza non c’è cammino nella santità, perché la santità è data da questa obbedienza ed è per questa obbedienza che si potrà obbedire alle altre due: alla Parola attuale di Dio, agli uomini, alla storia. In questa obbedienza alla Legge scritta Maria e Giuseppe sono fedelissimi. Nulla per essi rimane inosservato. Tutto viene compiuto. Tutto realizzato non solo con il corpo, ma anche con il cuore, la mente, le forze, i desideri, la volontà.

Domande

Qual è la mia osservanza della Legge scritta? Osservo con coscienza delicata i Dieci Comandamenti sia nella loro parte negativa di divieto che nella parte positiva che è sommo rispetto di Dio, degli uomini, del tempo, delle cose? Faccio delle Beatitudini il mio vero stile di vita? Mi impegno ad osservare tutto il Discorso della Montagna con lo stesso Spirito con il quale Gesù lo ha dettato per noi e vissuto interamente nella sua carne? Riguardo alla mia lingua è sempre pura in ogni parola, santa in ogni affermazione, perfetta in ogni dichiarazione? Ho il desiderio di essere fedele sempre anche ai più piccoli precetti della Legge del mio Dio?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, Madre della Redenzione, solo con il tuo cuore, la tua volontà, i tuoi desideri si può obbedire secondo verità e in pienezza di amore alla Legge del nostro Dio. Vieni con tutta la tua potenza di conoscenza, luce, verità, amore, prenditi il mio spirito e la mia anima e rendili obbedienti alla Legge come tu lo sei stata per tutti i giorni della tua vita. Senza l’obbedienza alla Legge il cuore è di pietra, lo spirito di rame e mai potrà obbedire alla voce del suo Dio.

5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,41-52).

Breve riflessione

Gesù è a Gerusalemme in obbedienza alla Legge del Padre suo: “Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che egli avrà scelto: nella festa degli Azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne” (Dt 16,16). Gesù non è solo dalla Legge scritta. Nella comunione dello Spirito Santo, nel quale cresceva in sapienza, età e grazia, è sempre dalla volontà attuale del Padre suo. Il Padre parla e Lui ascolta. Il Padre comanda e Lui all’istante obbedisce. Il Padre gli dice si recarsi nel tempio e Lui si reca nel tempio. Non gli dice di avvisare Maria e Giuseppe e Lui non li avvisa. La voce del Padre è la sua unica e sola legge nella quale vivere. Questa obbedienza causa angoscia nel cuore di Maria e di Giuseppe. Dio la permette perché Essi comprendano che da questo istante Gesù è solo dalla sua divina volontà, che è prima di ogni altra obbedienza. Le altre non sono escluse.

Domande

Qual è la mia relazione con la Legge del Signore? I Dieci Comandamenti vengono da me osservati? Quale posto assegno al Terzo Comandamento che vuole che il “Sabato” venga santificato assieme gli altri giorni che il Signore ha riservato alla sua gloria? Quale Comandamento ho cancellato dal mio cuore e dalla mia mente? So che solo nell’obbedienza alla Legge di Dio ogni giorno mi formo come vero uomo? Ascolto il Signore quando mi manifesta una sua attuale volontà? Quante volte ho fatto il sordo, il cieco, il muto? Quante volte come Paolo “ho ricalcitrato contro il pungolo” per non obbedire? Vivo in obbedienza al carisma dello Spirito Santo il mio ministero ordinato e non ordinato?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, Madre della Redenzione, tu conoscevi la fedeltà di tuo figlio ad ogni tuo desiderio. Tu ancora però non conoscevi che il Padre in ogni momento avrebbe potuto manifestargli la sua volontà. Sei partita. Sei ritornata. Lo hai trovato mentre stava obbedendo al Padre suo. Non hai compreso la sua risposta. Hai pregato per comprenderla. Madre di Dio, a te chiedo una grazia: aiutami ad obbedire al Signore in ogni mozione del suo Santo Spirito. Fa’ che per la mia obbedienza si manifesti la gloria del Signore. Nel tempio hai visto la gloria di Dio su Gesù e hai gioito. Contemplare questa gloria è valsa la tua grande angoscia.

MISTERI DOLOROSI (O DEL DOLORE)

1. L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi

Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì (Lc 22,39-51).

Breve riflessione

Gesù deve andare in croce, per espiare secondo la profezia di Isaia, il peccato dell’umanità. Il suo spirito è pronto. La sua carne entra nell’angoscia. È come se già sentisse i chiodi penetrare in essa, lacerandola e privandola di tutto il suo sangue e la sua vita. La resistenza della carne solo con la forza di Dio e la sua grazia si vince. La grazia va invocata. Gesù si mette in preghiera ed essa diviene così intensa da trasformare il suo sudore in gocce di sangue. La grazia è data. La carne è vinta. La pace scende nel cuore. Si può andare in croce. Si può redimere l’umanità. Ogni obbedienza è croce e la carne si ribella contro ogni croce da portare sulle spalle. All’uomo due possibilità: o abolire la legge trasgredendola, oppure mettersi in continua preghiera per obbedire ad essa in perfetta fedeltà. Gesù ci indica la via della preghiera. Molti sono coloro che oggi propongono l’abolizione della Legge e della croce.

Domande

Tra obbedienza alla Legge, portare la croce e abolire la Legge del Signore cosa scelgo? Ho anch’io abolito o anch’io abolisco la Legge in favore della disobbedienza? Credo nella preghiera come unica e sola via per sottomettere la carne a Dio? Invoco lo Spirito Santo per ottenere da Lui il dono del pieno governo e dominio di me? Amo la Legge del Signore? Desidero l’obbedienza ai Comandamenti come l’unica e sola gioia della mia vita? Prego perché il Signore mi dia il dono della perfetta osservanza? Aiuto i miei fratelli perché anch’essi amino i comandamenti? Sono un esempio di preghiera per tutti? Sono fermamente convinto con forte convinzione di fede che i Comandamenti possono essere osservati? Vivo la Confessione come particolare grazia per la creazione in me da parte del Signore di un cuore nuovo?

Preghiera di proponimento

Gesù Signore, tu sai cosa il Padre vuole da te e tu chiedi a Lui, nello Spirito Santo, che ti conceda ogni grazia per amare la sua volontà e per obbedire prontamente ad essa. Aiuta me, concedendomi due grazie: la grazia di amare sempre la tua volontà nella quale è la volontà del Padre; la grazia di obbedire sempre ad ogni tuo desiderio. Fammi sempre vivere di questa purissima fede: nell’obbedienza a te è la salvezza del mondo. Un’ultima grazia ti chiedo, Gesù Signore: Fa’ che mai cada nella confusione dello spirito di pensare che seguendo il proprio cuore si porti salvezza sulla terra. L’umanità è redenta dall’obbedienza alla tua volontà.

2. La flagellazione di Gesù alla colonna

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!» (Gv 18,33-19,5).

Breve riflessione

Pilato interroga Gesù. Lui è fermamente convinto nel suo cuore, e la sua scienza gliene dona conferma, che non c’è alcuna colpa per una condanna a morte. Molto di più. L’innocenza di Gesù è così alta, evidente, grande da non meritare alcun’altra pena, né pesante né leggera. È proprio della giustizia punire il reo e liberare l’innocente. I Giudei insistono perché Lui venga crocifisso. Pilato pensa che una flagellazione sia sufficiente per calmare le urla del popolo. Ma la pena non si dona per calmare il popolo, ma solo perché meritata. Così Pilato diviene amministratore ingiusto della giustizia. E Gesù si ribella forse a questa ingiustizia? Si sottomette nel più grande silenzio. Obbedisce all’ingiustizia dell’uomo perché deve insegnare ad ogni uomo che il male, le ingiustizie, ogni angheria e sopruso, si vincono solo assumendole nel proprio corpo. Lui obbedisce perfettamente alla sua Legge: “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle” (Mt 5,39-42). Maestro obbediente sempre!

Domande

Come mi relaziono con le ingiustizie? Mi ribello ad esse? Mi riesce difficile accettarle? Rispondo al male con il male? Prego per sottomettermi ad esse con la stessa mitezza di Gesù Signore? Il mio cuore ha sete di vendetta? Ho desiderio che mi venga fatta giustizia? Maledico e impreco contro chi commette ingiustizie? Sono convinto che esse sono la via della mia santificazione? Credo che è perfetta obbedienza a Dio sopportare nel proprio corpo e nel proprio spirito ogni male ricevuto? Offro le ingiustizie subite per la mia più grande conversione e per la redenzione di molti cuori? So che una ingiustizia vissuta santamente e santamente offerta al Padre cambia in bene l’intera umanità? Sciupo vanamente tutte le ingiustizie e i torti subìti?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, ti sei lasciato flagellare dall’uomo. Hai sopportato la sua stoltezza, il suo potere arrogante, la sua ingiustizia. Il tuo amore è più grande del male. Hai vinto. Aiuta me concedendomi la tua mitezza, perché sempre vinca con il bene il male e di ogni ingiustizia ne faccia un’offerta, un sacrificio, un olocausto al Signore, per la conversione del mondo.

3. L’incoronazione di spine

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo (Mt 27,27-31).

Breve riflessione

Gesù è vero re. È il re del cielo e della terra. È il Signore dei signori e il Principe di tutti i governanti di questo mondo. È il Dio Onnipotente per mezzo del quale tutto è stato creato e tutto esiste. La sua gloria è oltre ogni gloria della terra, perché la sua è gloria divina. Ma Lui si sprofonda nell’abisso dell’umiltà per amore. Si lascia spogliare delle sue vesti. Gli fanno indossare un mantello scarlatto. Poi gli mettono sulla testa una corona di spine. Si fanno beffe di Lui. Lo deridono inginocchiandosi e salutandolo: “Salve, re dei Giudei!”. “Salve, re di niente! Salve, re di terracotta! Salve re delle mosche!”. L’uomo senza Cristo, non redento da Lui, da Lui non salvato è questo: un cieco che non vede l’uomo. Non vedendolo, tratta l’uomo come se fosse una cosa. Gesù si lascia schiacciare dall’uomo per insegnare ad ogni uomo che questo è l’uomo così come esso si fatto dopo il peccato: è tornato ad essere polvere del suolo e Gesù come polvere è trattato dalla polvere dell’umanità che si crede potente e forte. Non sa che anch’essa è polvere, perché è stata rapinata dello spirito e del soffio di Dio.

Domande

Accolgo la mia condizione di essere trattato come polvere dalla polvere che si crede non polvere? So che solo accogliendomi come polvere e lasciandomi trattare da polvere mostro all’uomo quale è la sua vera grandezza? So che vivendo da polvere umiliata posso chiedere al Signore che mi ridoni il suo soffio di vita per divenire nuovamente essere vivente? So che offrendo il sacrificio della mia polvere a Dio posso aiutare molti a lascare la polvere e divenire veri uomini? So che senza lo spirito o il soffio di Dio che ritorna in me, anch’io sempre mi potrò comportare come polvere stolta, insipiente, ingiusta e trattare gli uomini come cose? Guardo spesso Gesù incoronato di spine e vestito da re di niente? Contemplo la sua grande pazienza, il suo amore, la sua mitezza, la sua infinita sopportazione? So, come Lui, trasformare le umiliazioni, le derisioni in vero sacrificio di salvezza e di redenzione?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, ti sei lasciato svestire della tua gloria. Ti sei lasciato vestire da re di niente per essere insultato, oltraggiato, deriso, tu che sei il Re del cielo e della terra, il Dio vivo e vero, il Signore e il Salvatore di ogni uomo. A te, che ti sei lasciato ridurre in polvere, chiedo una grazia: fa’ che anch’io, quando vengo ridotto il polvere, imiti la tue virtù e risponda con il più grande amore, trasformando la polvere in olocausto di amore e di obbedienza per il nostro Dio e Padre. Tu mi concederai questa grazia ed io sarò capace di trasformare ogni riduzione in cenere e in polvere in un grande fuoco di amore per la salvezza del mondo.

4. Gesù è caricato della Croce

Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori (Lc 23,26-32).

Breve riflessione

Gesù è come Isacco. Questi non solo cammina verso il luogo del suo sacrificio, porta anche sulle spalle la legna con la quale sarebbe stato acceso il rogo sul quale Abramo lo avrebbe immolato. Per il mondo la croce era il supplizio dei non uomini, di quanti erano considerati gli ultimi degli ultimi. Gesù è dichiarato non uomo. Come non uomo viene condotto al supplizio. Ciò che per la grandezza umana è il segno del più grande disprezzo, da Gesù è trasformato in strumento di purificazione, elevazione, santificazione. Gesù porta sulla croce l’intera umanità. Con il fuoco del suo amore la incendia, la riduce in cenere. Poi con la potenza dello Spirito Santo prende queste ceneri, le impasta di nuovo, su di esse versa il suo Santo Spirito, l’uomo diviene nuovamente essere vivente, a condizione che giorno per giorno si lasci incenerire, impastare, colmare dello Spirito di Dio. Questo il grande miracolo che Gesù opera sulla croce, dalla croce. Per fare questo, anche il suo corpo è stato ridotto in cenere e dalla cenere richiamato in vita dalla potenza dello Spirito Santo.

Domande

Vedo la croce come la vede Gesù Signore, oppure per me è solo un supplizio contro il quale mi devo ribellare, perché venga tolta dalla mia vita? Porto ogni croce come l’ha portata Cristo Gesù? Trasformo ogni croce in un fuoco potente di amore che mi riduce in polvere, perché solo dalla polvere lo Spirito Santo mi potrà trasformare in uomo nuovo? Mostro agli altri come si porta la croce con amore, mitezza, grande sopportazione? Insegno ai miei fratelli come ci si deve lasciare incenerire dal fuoco dell’amore quando si è posti su di essa? La scienza della croce è la sola scienza che guida i miei passi? Desidero raggiungere anche nel mio corpo la perfetta configurazione con Gesù Crocifisso? Ho già offerto il mio corpo a Dio perché per mezzo di esso redima in Cristo, per Cristo, con Cristo, il mondo? Posso attestare con coscienza retta che so portare la croce nella perfetta imitazione di Gesù Signore?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, solo il tuo grande amore ha saputo trasformare un supplizio d’infamia in un rogo di amore sul quale incendiare l’intera umanità, riducendola in polvere, perché in essa fosse distrutto ogni peccato. Così agendo, hai indicato ad ogni uomo qual è la via per la redenzione dell’uomo: prendere ognuno la propria croce, trasformarla in rogo per l’olocausto, lasciarsi immolare su di essa fino ad essere ridotto in cenere. Una grazia ti chiedo: concedimi per un giorno il tuo stesso amore. Sarà vero fuoco divino che mi ridurrà in cenere, perché così lo Spirito Santo potrà farmi divenire uomo nuovo, non per un giorno, ma per tutti i giorni della mia vita. Con il tuo amore il mondo vedrà che amare è possibile e anch’esso desidererà salire sulla tua croce, per essere in te e per te un solo sacrificio al Padre.

5. La crocifissione e la morte di Gesù

Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19,16-37).

Breve riflessione

La croce è il solo albero di vita. I frutti da esso generati sono universali e infiniti. Ha prodotto il perdono del peccato del mondo. È venuta per noi la Vera Madre. È scaturito il fiume della vita che deve dare vita all’umanità esausta, arsa dal suo peccato, secca per i suoi vizi, condannata alla sterilità spirituale eterna. È sgorgato anche il fiume della grazia che deve ricolmare ogni uomo della sua più pura verità, perché tutti possano vivere portando a compimento quell’immagine e quella somiglianza nella quale erano stati creati. Narrare tutti i frutti nati dalla croce diviene impossibile. Basta osservare che su di essa si compiono tutte le antiche profezie di Dio e da essa è iniziata la nuova vita del mondo. Anche le porte del Paradiso sono state aperte e ora tutti, se lo vogliono, se accolgono Cristo, vi possono entrare.

Domande

Quanto credo nella croce? Quanto la amo? Quanto desidero essere una sola croce con Cristo Gesù? Quanto mi impegno per gridare al mondo che la vita solo su di essa si può cogliere e vivere? So che solo se innestato nel corpo di Cristo Crocifisso posso produrre frutti di vera salvezza e redenzione per l’umanità? Ma voglio essere oggi vero corpo Crocifisso in Cristo? Predico oggi Cristo Crocifisso, da crocifisso in Lui, come unica e sola via di salvezza per ogni uomo? Cosa mi trattiene dal predicare Cristo? Cosa mi fa vergognare della Croce del mio Salvatore e Redentore? Sono fermamente convinto con grande convinzione di fede che sola dalla Croce, sulla Croce, è il vero bene di ogni uomo? Se Dio ha portato la croce venendo sulla terra, vi potrà essere un solo uomo che possa liberarsi da essa? So rimanere in Croce con Cristo Gesù? Quali frutti produco io dalla mia croce? Il mondo vede me crocifisso assieme a Gesù Signore?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, hai abbracciato la croce e l’hai trasformata in vero albero di vita eterna. Concedimi la grazia di essere una sola croce con te e un solo corpo, così compirò nella mia carne ciò che manca ai tuoi patimenti per la salvezza del mondo. Insegnami, con il tuo Santo Spirito, come si vive la croce sul tuo modello ed esempio, così nessuna sofferenza andrà sciupata e di ogni dolore se ne fa un’offerta gradita al Signore per la conversione dei cuori. Dona anche a me la Madre tua come mia Madre e aiutami ad amarla come l’hai amata tu. Con Maria nella mia casa, lei mi insegnerà ad amare perché anche me prenderà per mano e mi porterà sul Golgota per divenire con te un solo amore, un solo sacrificio, una sola croce.

MISTERI GLORIOSI (O DELLA GLORIA)

1. La risurrezione di Gesù

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto (Gv 20,1-31).

Breve riflessione

Pietro e Giovanni, avvisati da Maria di Magdala, corrono al sepolcro. Vedono. Credono che Gesù è risorto. Se ne vanno. La loro è una fede dottrinale. È una verità per Gesù. Ancora non è la loro verità. Maria invece cerca Gesù. Lo vuole trovare. Toccare. Se è ancora morto, prepararlo per una degna sepoltura. A Lei non interessa né la verità della morte né la verità della vita. Lei vuole vedere Gesù ad ogni costo. Il suo cuore troverà la pace solo dopo aver trovato Gesù. Ma anche ciò che viene dopo, nel Cenacolo, deve essere letto alla luce della fede di Maria di Magdala. Non basta aver visto il Signore. Non è sufficiente aver ricevuto la missione e neanche che siano stati colmati di Spirito Santo. Gesù deve essere cercato ogni giorno, ogni ora, ogni istante. Lui deve essere più che l’aria che si respira. Il discepolo non può vivere senza cercare perennemente, in modo ininterrotto Gesù. Lui deve essere più che la sua stessa anima, più che il suo cuore. Il giorno che Gesù è il Gesù di ieri e non più il Gesù di oggi, Lui non è più il Gesù vero. Maria di Magdala è questa verità e la sua fede deve essere la nostra fede, la sua ricerca la nostra ricerca. Gesù per lei è più che la sua stessa vita.

Domande

La mia fede in Cristo Gesù è simile alla fede iniziale di Pietro e Giovanni? Sono soddisfatto perché sono a Lui consacrato e questo mi basta? Quanto la fede in Cristo cambia la mia vita? Il mio Cristo nel quale credo è il Cristo di ieri, l’altro ieri, un anno fa, oppure è il Cristo che oggi ho cercato e che domani dovrò cercare ancora, perché Lui sia sempre vivo nel mio cuore e dinanzi ai miei occhi. Vivo nello spirito di ricerca di Maria di Magdala? Avverto nel cuore l’esigenza di incontrare Cristo? Chiedo allo Spirito Santo che ogni giorno me lo mostri tutto nuovo? Chiedo alla Madre di Gesù che lo partorisca ogni giorno nel mio cuore? So che se cammino con un Cristo vecchio, tutta la mia vita sarà vecchia, sterile, vuota? Ma io credo veramente nella risurrezione di Gesù? O per me è un mistero che interessa solo Gesù Signore? Quanto vive Cristo risorto in me? Quanto io vivo in Cristo risorto? La sua risurrezione cambia la mia vita?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, sei risorto. Non permettere che io viva solo una fede razionale, scientifica, astratta, come verità che riguarda te e non riguarda me. Fa che io creda nella tua risurrezione risorgendo ogni giorno con te come essere spirituale e morendo come essere carnale, spogliandomi dei vizi che tengono prigioniero il corpo in un carcere di peccato e indossi le tue sante virtù che liberano l’anima e lo spirito perché possano compiere solo la tua volontà. Solo risorgendo ogni giorno in te, mostrerò al mondo la bellezza della tua risurrezione.

2. L’ascensione di Gesù al Cielo

Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo» (At 1,1-11).

Breve riflessione

Gesù è Dio in principio presso Dio. Si fa vero uomo rimanendo vero Dio. Assume la carne e compie il percorso della vita crescendo di grazia in grazia e di sapienza in sapienza fino a divenire sulla croce olocausto consumato dal fuoco del suo amore per il Padre suo. Oggi sale in cielo portando non la carne assunta nel seno della Madre sua, ma trasformata in luce per opera dello Spirito Santo. Nel Battesimo il cristiano diviene corpo del suo corpo e in questo corpo, con esso e per esso, deve iniziare il cammino per la trasformazione della sua carne in spirito, luce, verità, amore, verità, sapienza. La carne deve divenire corpo santissimo di Cristo, per manifestare la stessa vita di Cristo. Solo con il fuoco dell’amore di Cristo nel cristiano, il percorso potrà essere completato. Oggi Gesù può dire al Padre: “Missione compiuta. Mi hai dato un corpo di carne, l’ho trasformato in corpo di luce, di spirito, di vita eterna”.

Domande

Posso io dire che sto compiendo la mia missione? Sto divenendo nel mio corpo vera manifestazione del corpo di Cristo, della sua sapienza, grazia, amore, verità, giustizia, obbedienza, umiltà, mitezza? Quanti ritardi sto accumulando nella conformazione a Cristo della mia vita? Ma credo che il Padre dei cieli, nello Spirito Santo, mi ha affidato in Cristo, per Cristo, con Cristo, una missione particolare da portare a compimento? Se morissi in questo istante, potrei dire al Padre come Gesù Signore: “Padre, la missione da te affidatami è stata portata da me a compimento?”. Lo so che se la missione non viene portata a realizzazione perfetta, non ci sarà posto per me nel Paradiso perché in esso si entra nella luce senza alcuna ombra? Ma so anche che se è del tutto fallita non ci sarà posto per me nel Paradiso per l’eternità? Sono pronto a iniziare da oggi stesso a dare vita alla missione, finora vissuta nella pigrizia e spesso anche nell’accidia? So che da oggi la missione di Gesù è stata posta interamente nelle mie mani? So che se io evangelizzo il mondo sarà evangelizzato? So anche che se io non evangelizzo, il mondo mai potrà evangelizzarsi? Ma io sto evangelizzando il mondo per condurlo a Cristo?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, metti nel mio cuore lo stesso fuoco d’amore che prima ha consumato la tua anima nella perfetta, piena, perenne obbedienza al Padre tuo e che poi ha reso la tua carne cenere, perché da essa il Signore ti trasformasse in luce. Fa’ che per il tuo amore, si compia in me il tuo stesso percorso: giungere trasformato in luce nella luce eterna. Senza il tuo amore, attinto giorno dopo giorno nel tuo cuore, nessun percorso si compie e la dissolutezza del corpo, non governato dalle virtù, trascina l’anima nella perdizione. Signore, liberami dal fallimento della mia vita che è anche fallimento e tradimento di te e della tua missione.

3. La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce» (At 2,1-13).

Breve riflessione

Gesù viene colmato di Spirito Santo dopo il battesimo nel Fiume Giordano e fa della sua vita una purissima obbedienza al Padre suo. Nello Spirito Santo conosce ciò che il Padre vuole e nello Spirito sempre compie ogni cosa non solo secondo la verità del Padre, ma anche secondo le sue divine modalità. Non c’è nessuna autonomia in Gesù, né nella verità, né nelle opere, né nei pensieri, né nelle modalità. Egli fa sempre cosa, dove, quando, come il Padre gli comanda. Oggi lo Spirito Santo scende sugli Apostoli. Per loro tramite dovrà essere dato ad ogni altro uomo, nel pentimento, nella conversione, nella più pura accoglienza della Parola e nell’ascolto della divina volontà. Quando lo Spirito di Dio ha operato in Cristo, dovrà operarlo in essi. È lo Spirito Santo che libererà quotidianamente il cuore dalla prigionia che lo incarcera in se stesso e lo apre al compimento della volontà del Padre secondo le sue modalità. Nel momento in cui il discepolo non ascolta lo Spirito, smette di essere missionario di Cristo Gesù. Diviene missionario non della verità e della carità di Cristo, ma della sua falsa verità e falsa carità.

Domande

Sono io missionario di me stesso, della mia falsa verità e falsa carità? Quanto nelle mie opere, pensieri, desideri viene dallo Spirito Santo e quanto invece viene dal mio cuore? So che per ascoltare lo Spirito del Signore devo crescere in sapienza e grazia come Gesù Signore? So che ogni vizio mi rende sordo allo Spirito di Dio e mi fa pronto per ascoltare il principe del male? La mia missione è obbedienza al come, quando, dove, cosa il Signore mi comanda? La mia obbedienza allo Spirito è sempre pronta e immediata? Ma io voglio obbedire allo Spirito? Se vivo nel peccato, nelle imperfezioni morali so che non voglio obbedire?

Preghiera di proponimento

Spirito Santo del Padre e del Figlio, vieni nel mio cuore. Trasformalo in cuore di carne capace di amare. In esso porta il cuore di Gesù e della Madre sua, perché solo con essi si può ascoltare il Padre che parla attraverso di Te e indica la missione da portare a compimento. Con i tuoi santi doni, opera la conformazione piena a Cristo Gesù, perché in Lui, con Lui, per Lui possa dire sempre sì a Dio e trasformare in vita per il mondo ogni Parola di salvezza e redenzione. Nella tua comunione fammi verità e carità di Cristo Gesù per la redenzione di molti cuori.

4. L’assunzione di Maria Vergine al Cielo

«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica. Affinché poi questa Nostra definizione dell’assunzione corporea di Maria vergine al cielo sia portata a conoscenza della chiesa universale, abbiamo voluto che stesse a perpetua memoria questa Nostra lettera apostolica; comandando che alle sue copie o esemplari anche stampati, sottoscritti dalla mano di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di qualche persona costituita in dignità ecclesiastica, si presti assolutamente da tutti la stessa fede; che si presterebbe alla presente, se fosse esibita o mostrata. A nessuno dunque sia lecito infrangere questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o ad essa opporsi e contravvenire. Se alcuno invece ardisse di tentarlo, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo (Dato a Roma, presso S. Pietro, nell’anno del massimo giubileo 1950, 1° novembre, festa di tutti i santi, nell’anno dodicesimo del Nostro pontificato – Noi PIO, vescovo della chiesa cattolica, così definendo abbiamo sottoscritto).

Breve riflessione

La Vergine Maria è piena di grazia fin dal primo istante del suo concepimento perché il Signore ha voluto manifestare in Lei tutta la potenza, la forza, la grandezza, l’altezza, la profondità, la larghezza della sua misericordia. La Madre di Gesù è associata alla gloria del Figlio nei cieli eterni, perché visse con il Figlio, per il Figlio, nel Figlio tutto il mistero della sua obbedienza, del suo dolore, della sua croce. Lei è nella più alta gloria del Cielo perché sulla terra è stata schiacciata come Gesù Signore sotto il potente peso del peccato del mondo che anche Lei ha portato con amore, per amore. Cristo e la Madre, anche se per differente sacerdozio, sono una sola croce e un solo olocausto. Oggi, pur nella differenza della gloria, della luce, della missione, sono nella gloria del Cielo in corpo e anima. Si compie in Maria ciò che si è compiuto in Cristo. “Per crucem ad lucem”. “Per la croce alla luce, per il dolore alla gioia, per l’umiliazione all’esaltazione”. La gloria di Maria è anche il frutto della obbedienza sempre pronta ad ogni comando del suo Dio e Signore. Senza obbedienza non c’è gloria.

Domande

So che nella disobbedienza a Dio non ci sarà gloria per me nei cieli eterni? Quanto nella mia vita è obbedienza ai Comandamenti, alla Beatitudini, all’ascolto di ogni Parola e mozione dello Spirito Santo. So che ogni vizio rallenta l’obbedienza? So che il peccato mi taglia fuori da ogni ascolto del mio Signore? Cosa faccio per liberarmi da vizi e peccati? Credo nei sacramenti, vie attraverso le quali tutta la potenza della grazia di Dio si riversa nella mia anima? Ma io credo nella grazia di Dio? Credo nella gloriosa risurrezione? Attendo questo momento nella fede?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, Assunta in cielo in corpo e anima, metti nel mio cuore il tuo stesso desiderio, la tua volontà di fare della tua vita una ininterrotta obbedienza al tuo Signore. Fa che ogni giorno anch’io possa dire al Signore: “Avvenga per me secondo la tua parola”. Fa’ che mai vi sia in me un calo di fede nella beata speranza della gloria futura e che possa camminare verso di essa con la tua stessa purezza di cuore e di mente, nella libertà da tutte le cose della terra. Fa’ che faccia della mia vita un cammino verso il cielo, contemplando la tua gloria.

5. L’incoronazione di Maria Vergine

Allora si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è disceso sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo» (Ap 11,19-12,18).

Breve riflessione

La Vergine Maria è la Creatura elevata da Dio al sommo della gloria. Lei è posta sopra tutti i cori degli Angeli (Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potenze, Principati, Arcangeli, Angeli), sopra i Patriarchi, i Profeti, gli Apostoli, i Martiri, i Confessori della fede, le Vergini, ogni altro Santo. A Lei si sottomette ogni potenza infernale. Il Signore ha disposto che Lei fosse Regina del Cielo e della terra. Sopra la Madre del Signore vi è solo il Signore nel suo mistero eterno di unità e trinità. Alla Vergine Maria manca solo l’eternità e la divinità. Ogni altra grazia, potenza, onore, gloria, dominio le sono stati donati. Tutto questo anche a motivo del martirio dell’anima che ha trafitto il suo cuore tutto pervaso di amore per il suo Dio. Questa è la Madre di Dio e questa la sua gloria immortale che durerà per i secondo eterni.

Domande

Quanto in me c’è di partecipazione alle sofferenze e alla croce di Gesù Signore? So che ogni sofferenza offerta in olocausto, in sacrificio al Signore produce due frutti divini: converte i cuori a Cristo, e nella fede nel suo Vangelo, prepara una grande gloria eterna per l’anima e per il corpo? So che più mi libero dal peccato e più divengo obbediente al Signore, per me vi sarà una grande gloria nel cielo ad attendermi? Ma io lavoro per la gloria del cielo, oppure consegno i miei giorni alla gloria effimera della terra? So che se dimentico il cielo, la terra mi terrà prigioniero e mi consumerà nelle sue frivolezze di peccato per tutti i giorni della mia vita? Possiedo una chiara visione delle realtà ultime? Mi lascio ingannare da tutti i pensieri falsi che proclamano che il Paradiso è per tutti, senza bisogno di alcun impegno da parte nostra?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, metti nel mio cuore un forte desiderio del Cielo e ponimi sulla giusta via dell’obbedienza ad ogni Parola di Gesù perché lo si possa raggiungere. Non permettere che mi lasci attrarre dalla parola dei molti falsi profeti che dichiarano che la gloria del cielo è per tutti e che l’inferno è vuoto. Tu mi aiuterai, Madre Santa, e io camminerò con te verso la gloria eterna.

MISTERI LUMINOSI (O DELLA LUCE)

1. Il battesimo di Gesù nel fiume Giordano

Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,13-17).

Breve riflessione

Nella Scrittura Santa, l’acqua è simbolo dello Spirito. Gesù si immerge nelle acque del Giordano non per un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati. Lui è il Santo e il Giusto. Non conosce il peccato. Non deve vivere nessun rito di conversione o di purificazione. Lui si immerge nelle acque del Giordano per significare che la sua vita è tutta immersa nello Spirito Santo, per il compimento della volontà di Dio. Si immerge come per lavarsi, spogliarsi della sua volontà perché la volontà del Padre, nello Spirito Santo, nella sua sapienza e intelligenza, sia da questo momento la sua unica e sola volontà. Quello di Gesù è un battesimo di consegna. Possiamo dire che Gesù ebbe una duplice “morte” nella sua vita: la morte a se stesso, alla sua volontà, nel fiume Giordano; la morte nel suo corpo offerto in olocausto al Padre sulla croce. Ma è questa morte alla volontà, al cuore, ai pensieri per assumere volontà, cuore, pensieri del Padre che conduce Gesù all’altra morte, a quella cruenta sul Golgota.

Domande

Quanto della mia volontà, dei miei pensieri, del mio cuore è ancora mio e quanto invece è stato dato a Dio? So che senza questo dono nessun altro dono sarà possibile? So che spesso sono incapace di offrire il dono della mia volontà al Padre? So che a volte la dono superficialmente, ritualmente, ma poi subito attesto nella storia che tutto è ancora mio e che nulla è stato dato al Padre? So che senza il dono della volontà a Dio, il Signore nulla potrà fare per me, in me? So che ogni giorno sono tentato perché mi riprenda ciò che ho dato a Dio? So che Satana viene con sette angeli peggiori di lui per strapparmi dal Padre al quale mi sono consegnato? Credo che nessun sacramento produrrà in me frutti spirituali se non dono la mia volontà a Dio? Sono pronto oggi a immergermi con Cristo nello Spirito Santo per essere associato alla sua missione di salvezza e di redenzione? Cosa mi impedisce di essere tutto di Cristo Gesù?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, tu ti sei dato tutto al Padre, sei tutto e sempre del Padre, nell’eternità, nel tempo, dalla nascita alla tua gloriosa risurrezione, passando per la via della croce. Aiuta anche me perché faccia della mia vita un dono al Padre, lasciandomi ogni giorno mondare nelle acque dello Spirito Santo. Tu pregherai per me, Gesù Signore, mi affonderai nello Spirito Santo, mi sommergerai in Lui, io ti darò la mia volontà, il mio cuore, i miei pensieri e tu potrai vivere in me, e per me compiere la tua missione di salvezza, oggi e sempre. Se tu mi farai tutto tuo, tu potrai attraverso il mio corpo, la mia anima, il mio spirito, salvare oggi il mondo intero.

2. Le nozze di Cana

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,1-11).

Breve riflessione

Al centro delle Nozze di Cana lo Spirito Santo pone la Vergine Maria. È Lei che muove il Cielo e la Terra, il cuore del Padre e il cuore del Figlio assieme al cuore dei servi perché obbediscano a Gesù Signore in ogni cosa. Lei è posta come “Motore” per mettere in un movimento sincronico di grazia ogni altro “motore”: Cristo Gesù, i servi, il direttore del banchetto, gli stessi invitati che sanno distinguere sempre il vino buono dal vino meno buono. Senza la presenza della Vergine Maria nessun movimento di grazia, nella verità di ciascuno, sarebbe avvenuto e il banchetto si sarebbe concluso in un giudizio di lamentela da parte di tutti gli invitati. Per gli sposi vi sarebbe stato un grande sconforto, perché accusati di incapacità di fare bene ogni cosa. La Vergine Maria è presente e tutto trasforma in onore, gloria, benedizione per quella casa. Questo ci rivela la “Lettera della Scrittura”. Ignoriamo per il momento tutti gli altri insegnamenti contenuti nel racconto. Oggi ci serve vedere la Vergine Maria, come il Motore che tutto mette in movimento.

Domande

So che lo Spirito Santo ha costituito anche me motore perché per la mia sapienza, grazia, attenzione, ogni altro dono da Lui elargitomi, metta in moto tutto il mondo attorno a me, perché si giunga alla più pura fede in Cristo Gesù? Quanto della mia giornata vivo nell’apatia e nell’indifferenza, senza neanche pensare al ministero che mi è stato affidato? Ma io credo realmente che è per me che la storia della salvezza debba mettersi in moto? Mi penso un essere inutile, insignificante, non necessario, non indispensabile nell’opera della redenzione? So che senza fede nel mio ministero Dio, Cristo Gesù, lo Spirito Santo, la Vergine Maria, il Cielo tutto, sono costretti a rimanere immobili nella loro eternità? Voglio realmente mettere in movimento tutto il Cielo? Credo in questo compito che mi è stato affidato? So che per vivere bene il ministero mi devo liberare dalla catene del male che mi immobilizzano nella stoltezza, nell’insipienza, nell’idolatria? Finora ho messo in moto ogni cosa?

Preghiera di proponimento

Vergine Maria, ricolmami dello Spirito che trabocca in te, perché solo se sarò pieno di Spirito di Dio potrò mettere in moto tutta la storia che si vive attorno a me. Tu non hai messo in moto tutta la storia dell’umanità, ma quella particolare che oggi si vive dinanzi ai tuoi occhi. Così tu vuoi che io metta in movimento tutta la storia particolare nella quale sono chiamato a vivere. Mettendo in moto questa storia, tutta la storia si mette in movimento. Concedimi la grazia, Madre della Redenzione, affinché per me la storia mai rimanga nella sua accidia di vizio e di peccato, ma sempre si metta in movimento di salvezza per la redenzione di molti cuori nella più pura fede in Cristo Gesù e nel suo Vangelo di verità, grazia, vita.

3. L’annuncio del Regno di Dio

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano (Mt 4, 12-25).

Breve riflessione

Gesù entra nelle scena del mondo come purissima luce e intorno a Lui inizia un movimento inarrestabile. È un movimento di verità, grazia, annunzio del regno di Dio, carità, compassione, invito alla conversione e alla fede nel Vangelo, chiamata di alcuni uomini perché lo seguano, per continuare domani, nel suo nome, nella sua autorità, nel suo Santo Spirito, lo stesso movimento che dovrà creare il vero uomo sulla nostra terra. Ma cosa è il vero uomo che Gesù è venuto a creare nello Spirito Santo? È l’uomo capace di vivere ogni croce, portare nel suo corpo e nel suo spirito tutti i peccati del mondo, vincere sempre con il bene il male, consacrarsi all’amore dei suoi fratelli, insegnando loro come in Cristo si vince il mondo e invitando tutti a lasciarsi fare in Cristo creature nuove. Tutto questo movimento ha origine nel cuore del Padre, ma viene realizzato dal corpo di Cristo, per opera dello Spirito Santo. È il movimento di amore che si vive in seno alla Beata Trinità e che deve essere vissuto tutto sulla terra, oggi e sempre attraverso il corpo di Cristo, nel cristiano che diviene vero corpo di Cristo.

Domande

Sono io il continuatore di questo movimento eterno dell’amore trinitario che si vive in seno alla Beata Trinità? Mi lascio fare dallo Spirito Santo ogni giorno vero corpo di Cristo, nuova creatura in Lui, per Lui, con Lui? Quale vizio rallenta o frena in me questo movimento di amore? Quale trasgressione dei Comandamenti impedisce che il movimento venga portato avanti? Credo veramente, realmente che Gesù mi ha chiamato ad essere il continuatore della sua vita sulla terra, nel mio tempo? Chiedo allo Spirito Santo che elimini dal mio corpo e dal mio spirito tutto ciò che intralcia questo movimento di vita e di salvezza? Mi servo della grazia di Dio per crescere come vero corpo di Cristo? La preghiera per essere vero corpo di Cristo è vissuta da me senza interruzione? Mi dimentico spesso che sono io il responsabile della morte di questo movimento e di tutti i danni spirituali che il suo mancato funzionamento provoca?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, tu mi hai costituito continuatore del tuo movimento di salvezza e di redenzione eterna, di giustizia e di pace, di verità e di amore per il mondo intero. Ricolma me del tuo Santo Spirito con la stessa intensità e pienezza con la quale il Padre celeste ha colmato te. È lo Spirito il Motore Eterno del tuo movimento. Fa’ che sia forte in me come è stato forte in te. Tu manderai da oggi il tuo Santo Spirito, e in me, tuo corpo, tu continuerai a muovere i cuori verso la salvezza che si compie nell’adesione alla tua Parola e divenendo tuo corpo oggi per l’eternità beata. Mandalo ogni giorno dal Cielo perché ogni giorno le anime hanno bisogno di te.

4. La trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor

«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio». Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto (Lc 9,22-36).

Breve riflessione

Per divenire mistero nel mistero di Gesù, che è mistero di amore per obbedienza a Dio fino alla morte di croce, occorre fidarsi di Cristo Signore. Ma come si fa a fidarsi di Lui se non si crede nella sua Parola, nella manifestazione del mistero che Lui è venuto a realizzare sulla nostra terra? Quando la Parola non basta, quando i segni lasciano nella cecità la mente, quando nulla più serve perché si possa credere per andare avanti, allora Gesù sempre passa a misure altissime, divine, eterne, va ben oltre la storia, introduce nella sua eternità. Nella trasfigurazione Gesù abbandona per qualche istante la storia e con i suoi discepoli entra nell’eternità. Mostra loro la sua luce eterna e divina. Fa intervenire Mosè ed Elia. Chiama il Padre suo come testimone. Tutti attestano che la sua Parola è vera. È questa la via più alta vissuta da Cristo per convincere i suoi che la via della croce è la sola possibile. Non ve ne sono altre, né per Lui e né per i suoi discepoli. La salvezza è dalla croce e solo chi vuole andare in croce potrà essere suo discepolo. La croce è obbedienza ad ogni Parola di Cristo Gesù anche nei più piccoli precetti. La croce è amare sempre nonostante tutta la potenza del male si abbatte su di Lui.

Domande

So che Gesù mi ha dato il suo mistero da realizzare attraverso il mio corpo, il mio spirito, la mia anima? So che la croce che devo portare è l’obbedienza ad ogni sua Parola? Porto la croce dell’obbedienza alla Parola con amore? Credo nell’obbedienza come unica e sola via per la costruzione in me della mia vera umanità? Come mostro agli altri la mia fede nella croce? Credo che sono obbligato a fare ciò che ha fatto Gesù Signore, trovare cioè altre persone che vogliono costruire la vera umanità in esse e aiutare il mondo a divenire vera umanità? Ho chiamato qualcuno perché anche lui prenda la sua croce e mi segua per imparare come si porta la croce di Gesù Signore? Vivo un cristianesimo senza alcuna sequela? Quanti vorrebbero seguire me, ma non mi seguono, perché io non seguo Gesù Signore?

Preghiera di proponimento

Gesù Signore, porta anche me per un istante nella tua eternità e divinità, perché anche anch’io smetta di vivere una sequela amorfa, quasi matematica, per manifestare al mondo tutta la potenza del tuo mistero, nel quale l’uomo diviene vero, perché trova il suo Dio e Padre, lasciandosi immergere nel suo amore, per portarlo tutto nel mondo ed offrirlo agli uomini.

5. L’istituzione dell’Eucaristia

Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli (Mt 26,17-35).

Breve riflessione

L’Eucaristia è alleanza nuova ed eterna. Esso è il dono che Gesù ti fa di tutto se stesso nel suo corpo e nel suo sangue perché tu lo faccia vivere interamente, tutto, in te, per te, facendo divenire il suo corpo tuo corpo, il suo sangue tuo sangue, la sua anima tua anima, i suoi pensieri tuoi pensieri. Poiché nel suo corpo, in ragione dell’unione ipostatica, vi è tutta la natura divina e dove vive la natura divina, vive il Padre e lo Spirito Santo, non solo Gesù ti dona se stesso, ma anche il Padre perché l’amore del Padre divenenti tuo amore, la sua volontà tua volontà, il suo cuore tuo cuore nella comunione di verità e di luce dello Spirito Santo. Per l’Eucaristia tu divieni mistero trinitario in mezzo ai tuoi fratelli. Tu mangi il corpo di Cristo, ma per nutrirti del tuo Dio, perché tutto il tuo Dio oggi viva sulla nostra terra. Questa è la sublime verità della nuova ed eterna alleanza. È un mistero che va oltre ogni mente creata.

Domande

Vivo l’Eucaristia come vero sacramento del dono totale di Cristo, del Padre e dello Spirito Santo? Accostandomi ad essa voglio essere presenza nella storia del mistero trinitario del quale mi nutro? Mi accosto all’Eucaristia con leggerezza, superficialità? Chiedo a Cristo Signore che annulli me perché lui viva tutto e sempre per me e in me, per essere Lui mia vita e mio tutto? Mi consegno a Lui come Lui si è consegnato al Padre? Quanto volte ho ricevuto l’Eucaristia per abitudine, in maniera meccanica, in modo superficiale, da distratto, con il peccato nel cuore, con i vizi nel corpo, senza alcuna volontà di cambiare vita? So che tutto è dall’Eucaristia? So che se l’Eucaristia è ricevuta male, tutta la vita è solo peccato e morte?

Preghiera di proponimento

Signore Gesù, aiuta me a ricevere te con cuore nuovo, anima santificata, volontà di lasciare a te tutto lo spazio del mio cuore e della mia mente, perché solo tu passa vivere e non più io. Se vivo io, il mondo mai potrà salvarsi. Se vivi tu, il mondo ricomincerà a sperare, a vivere, a rialzarsi dal suo sonno di morte, l’uomo ritornerà ad essere di Dio, ad amare con il suo cuore, che è tutto nel tuo e che tu mi doni in questo altissimo mistero della fede.

CONCLUSIONE

Quanto è stato scritto nella presentazione dei Venti Mistero del Rosario, è la modalità più semplice, piccola, quasi priva di importanza per molti. Questa modalità può essere considerata come un modesto aiuto perché altri, anzi ognuno, possa iniziare a riflettere secondo le proprie personali esigenze con una sola finalità: fare in modo che il Santo Rosario non sia solamente una recita di molte o poche “Ave Maria” e di altre preghiere aggiunte come completamento.

Il Santo Rosario, attraverso i misteri della gioia, del dolore, della gloria, della luce, vuole immergere cuore, mente, sentimenti, volontà, desideri, aspirazioni, progetti, speranze, attese nel mistero di Cristo, della Madre sua, dello Spirito Santo, della Parola, perché tutto l’uomo possa essere completamente mistero di quel mistero, vita di quella verità, attualizzazione di quella speranza, realizzazione di ogni attesa del Padre celeste in ordine alla nostra vita.

Avendo però ricevuto ciascuno una sua particolare vocazione da portare a compimento, incarnandola in ministeri personali, con carismi anche personali, la meditazione dei misteri mai potrà prescindere dalla personale applicazione alla propria vita di quanto viene annunziato per essere contemplato. Recitare il Rosario diviene allora vera immersione della nostra vita nello Spirito Santo, il solo che può illuminarla, verificarla, orientarla sulla via della divina volontà.

Vi è una infinita differenza tra il pregare i Santi o la Madre di Dio con mille altre preghiere e la Recita del Santo Rosario. Le altre preghiere sono richieste anche santissime che vengono innalzate al suo cuore o al cuore dei Santi. La recita del Santo Rosario è meditazione e contemplazione della sua vita e della vita di Cristo Signore, perché diventi oggi nostra vita nella storia contemporanea, perché ogni uomo veda cosa Dio ha loro chiesto e come è stato vissuto.

Se, ad esempio, medito l’annunziazione dell’Angelo nella casa di Nazaret, e alla fine della meditazione, non faccio a Dio l’offerta della mia vita, ho detto delle “Ave Maria”, ma non ho meditato con frutto ciò che in quella casa è avvenuto. Non ho compreso che anche oggi il Signore chiede il mio corpo per dare Cristo Gesù al mondo ed io neanche ho pensato a questa esigenza di salvezza che è sempre del Signore Dio. Lui sempre ha bisogno di un corpo.

È attraverso il corpo a Lui offerto che ogni salvezza si compie. Maria dona il suo corpo. Glielo dona per intero. Cristo Gesù riceve il corpo dal Padre, lo dona tutto al Padre si compie la redenzione dell’umanità. Questa verità è mirabilmente rivelata nella Lettera agli Ebrei, la quale cambia lo stesso Salmo di riferimento, aggiungendo il dono del corpo necessario alla redenzione, alla salvezza. Senza l’offerta del corpo mai avverrà una sola conversione.

Lettura del Salmo senza alcun riferimento al corpo della redenzione e del sacrificio.

Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati.

Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea. Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre, perché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere: sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. Dégnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. Siano svergognati e confusi quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Il Signore è grande!» quelli che amano la tua salvezza. Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare (Sal 40 (39)1-18).

Lettura della Lettera agli Ebrei con l’aggiunta del corpo della redenzione, del sacrificio.

La Legge infatti, poiché possiede soltanto un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici – sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno – coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà».

Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. A noi lo testimonia anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:

Questa è l’alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente, dice: e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso (Eb 10,1-23).

È questo solo un esempio. Da un solo mistero meditato può cambiare tutta la nostra vita. Se la Vergine Maria, dopo aver ascoltato le richieste del suo Dio, a Lui ha offerto il suo corpo e in modo verginale, posso io conservare gelosamente il mio corpo per me, impedendo al Padre celeste di poter compiere oggi la redenzione del mondo per mancanza di un corpo? Quanto vale per il primo mistero, vale anche per ogni altro mistero.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, insegna ai tuoi figli a divenire mistero del tuo mistero e del mistero del Figlio tuo Gesù, nello Spirito Santo, attraverso la meditazione e contemplazione dei “misteri” del tuo Santo Rosario. Angeli, Santi, non permettete che sciupiamo nella vanità questa altissima preghiera attraverso la quale, per intercessione della Madre di Dio e Madre nostra, la nostra vita dovrà divenire vero mistero di salvezza, di redenzione, di santità.

Catanzaro 8 settembre 2016