Riferirono ciò che del bambino era stato detto loro
1 GENNAIO (Lc 2,16-21)
Vi è una differenza sostanziale tra il riferire dei pastori e il riferire del cristiano. I pastori riferiscono per atto esterno, per conoscenza rivelata, per annunzio angelico. L’Angelo del Signore si manifesta, annunzia loro il grande evento, li manda a Betlemme. Essi accorrono, vedono, testimoniano quanto avevano appreso per rivelazione celeste. La storia conferma che quanto avevano appreso corrisponde a purissima verità. Quel Bambino nella mangiatoia è il loro Salvatore. Possono tornare dai loro greggi.
Differente è il riferire dell’Apostolo Giovanni. Lui vede Cristo con gli occhi, lo tocca con le mani, lo contempla con il suo spirito, dice al mondo intero la sua scienza di Gesù Signore. Non si tratta di una scienza inventata, ma fondata su una solida esperienza storica. Lui opera il passaggio inverso: dalla storia alla fede, dalla visione alla scienza.
Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena (1Gv 1,1-4).
Differente da quella di Giovanni e da quella dei pastori deve essere la notizia che il cristiano dona di Cristo Gesù. Lui dovrà ogni giorno immergersi nella Parola di Cristo Signore, viverla anche nelle sue più piccole prescrizioni, osservare i minimi precetti. Da questa obbedienza nasce una comunione di vita tra il cristiano, Cristo Gesù, il Padre e lo Spirito Santo. Lo Spirito forma Cristo nel cuore del cristiano e questi parlerà del Cristo che lo Spirito di Dio forma giorno dopo giorno in Lui. Senza questa formazione lui parlerà di un Cristo scientifico, ma non certo del Cristo che è la sua vita. Il Cristo scientifico non salva nessuno. Il Cristo che è vita in Lui salva e redime il mondo.
Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Gv 14,22-26).
Il cristiano non dovrà mai riferire per conoscenza esteriore, dovrà invece parlare del Cristo che giorno per giorno è formato in Lui dallo Spirito Santo. Dovrà parlare per assimilazione nel suo essere della vita e dell’essere di Cristo Gesù.
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Cristo Gesù è vera carne dalla carne di Maria. Lei sì che può dire: “Questa volta egli è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa”. Lei è vera Madre di Dio. Questo però non basta perché Lei possa parlare secondo pienezza di verità di Cristo Gesù. Lei deve parlare dalla pienezza di Lui e questa pienezza è data non solo dall’essere naturale di Gesù, ma anche dalla sua vita, dalla stalla in cui nasce, dalla croce sulla quale muore, dalle persecuzioni e sofferenze della sua missione, dalla sua sottomissione a Lei e a Giuseppe. Poiché Lei vuole parlare bene di Gesù, ha fatto del suo cuore una teca, uno scrigno, un vaso dove custodire ogni più piccolo evento di Gesù, per meditarlo e trovare in essi la pienezza della verità del Figlio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci l’intelligenza di Gesù.