Rabbì, quando sei venuto qua?
I discepoli salgono sulla barca e si dirigono alla volta di Cafarnao. Gesù romane a terra. È buio e non li ha ancora raggiunti. Soffia un forte vento e diviene impossibile per i discepoli raggiungere la riva. Ora Gesù compie un miracolo che mai nessuno aveva compiuto prima. Cammina sul mare e si avvicina alla barca. Essi hanno paura. Gesù li rassicura. Sale sulla barca ed essa tocca subito la riva alla quale erano diretti. Nulla nella vita del Maestro avviene a caso. Tutto è voluto e stabilito dal Padre suo. I discepoli devono fare la differenza tra un cammino senza Gesù Signore e un cammino con di Lui. Con Lui sulla barca sempre si raggiunge la riva e la riva da raggiungere è l’eternità, compiendo però la traversata del mare della storia nella barca della Chiesa. Se Gesù non è con noi, e si è nella Chiesa, si rimane impigliati nel vortice del vento del mondo e dei suoi pensieri. Si cerca di remare, ma inutilmente. Non si va da nessuna parte. Viene Gesù, lo si prende con noi, e subito la barca raggiunge la sua meta. Quanto è avvenuto in quella notte, avviene in ogni notte del tempo e senza Gesù Signore sempre è notte nella nostra vita. Anche per Giuda è notte quando esce dal Cenacolo.
Quando nella Chiesa non si avanza verso la riva eterna, quasi ci si affatica inutilmente, consumando invano le nostre energie, è segno che Gesù Signore, nella pienezza della sua verità evangelica non è sulla nostra barca. Urge che venga preso su di essa. Ma come si prende Gesù sulla barca? Rimettendo il suo Vangelo nel nostro cuore e prestando ad esso ogni obbedienza di fede, secondo la verità posta in esso dallo Spirito Santo. Cristo Gesù e il Vangelo sono una sola cosa. Mai se ne possono fare due cose. Né il Vangelo si prende senza Cristo, né Cristo senza il Vangelo. Cristo Gesù e la sua Parola sono una cosa sola e come una cosa sola va messo sulla barca della nostra vita, che a sua volta deve stare nella barca della Chiesa. La tentazione vuole o che si prenda il Vangelo senza Cristo e senza la Chiesa o che ci si afferri alla Chiesa senza Cristo e senza Vangelo o che ci si attacchi al solo Cristo, ma senza Vangelo e senza Chiesa. Queste tre separazioni non sono solo di ieri, ma anche di oggi. Nel nostro tempo addirittura si vuole un Dio senza Cristo, senza Vangelo, senza Chiesa, ma rimanendo nella Chiesa. Mai sarà possibile essere nella Chiesa senza la Chiesa o essere adoratori di Dio senza Cristo, senza il Vangelo, senza la Chiesa. Cristo, Vangelo, Chiesa, Spirito Santo, Dio devono essere una cosa sola. Se una sola di queste realtà manca, si è mondo con il mondo e la nostra barca mai potrà raggiungere la riva del cielo. Il vero Dio è in questa unità.
Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?» (Gv 6,16-25).
La folla vede che Gesù non è più con essa. Neanche i discepoli sono con loro. Se non ci sono i discepoli è segno che anche Gesù ha abbandonato quel luogo. Decide di raggiungere l’altra riva del lago. Trovano Gesù e gli chiedono: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. La domanda non è di pura curiosità. I discepoli erano partiti. Gesù era rimasto. La barca era a riva. Come fa uno senza barca ad essere dall’altro lato del lago? Umanamente è impossibile. Noi sappiamo dal Vangelo che ci sono miracoli e cose che appartengono alla folla, e miracoli e cose che appartengono solo ai discepoli. Gesù quasi sempre ha compiuto prodigi per formare i suoi discepoli nella sua verità. Se il discepolo non è forte nella verità di Gesù, domani la sua predicazione rischia di essere senza alcuna vera fede in Cristo. Se la vera fede in Cristo non è il frutto della predicazione, a nulla serve predicare il Vangelo. La verità di Gesù è essenza del mistero della salvezza, perché è Gesù la salvezza del mondo e la sua redenzione eterna. Quando nel discepolo di Gesù viene a vacillare la fede in Lui, secondo purezza di verità, Parola, dottrina, il Vangelo che si annunzia e la predicazione che si svolge sono inutili. Come il Padre celeste tutto opera perché sorga nei discepoli la più pura fede nel Figlio suo, così ogni discepolo deve mettere la stessa cura e amorevolezza del Padre perché anche per la sua predicazione i cuori siano colmati della più pura fede e verità di Gesù Signore. Senza questa attenzione ogni lavoro è inutile. Non produce alcun frutto di salvezza, perché la salvezza è Cristo ed è Lui la nostra redenzione. Poiché oggi esiste una potente tentazione che vuole separare la vera fede dal vero Cristo, la vanità della nostra azione pastorale è assicurata. Il discepolo deve essere come il Padre: tutto deve fare per creare nei cuori la fede in Cristo Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci costruttori di vera fede in Cristo.