Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue

Per comprende quanto Gesù compie nell’Ultima Cena, necessariamente dobbiamo andare ai piedi del Sinai ed esaminare attentamente quanto è avvenuto in quel luogo: “Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!»” (Es 24,3-8). Mettiamo in evidenza ogni dettaglio: 1) Mosè riferisce al popolo tutte le Parola del Signore. 2) Tutto il popolo si impegna a eseguire ogni Parola del Signore. Risponde come fosse una sola voce. È un impegno collettivo. L’alleanza è con il popolo. Se un solo figlio della popolo si pone fuori dell’alleanza, danneggia tutto il popolo di Dio. 3) Mosè scrive a perenne memoria tutte le Parole riferite al popolo. Le scrive perché rimanessero inalterate per sempre. 4)  Erige un altare, che è insieme simbolo di Dio e del popolo. Lo erige con dodici stele, una per ogni tribù d’Israele. 5) Vengono uccisi giovenchi e offerti al Signore in sacrificio si comunione. 6) Mosè prende la metà del sangue, e la mette in tanti catini e ne versa la meta sull’altare. 7) Prende il libro dell’alleanza e lo legge alla presenza del popolo. 8) Il popolo si impegna ad osservare quanto Mosè ha letto. 8) Mosè prende il sangue e asperge il popolo. 9) Aspergendo il popolo dice: “Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole. Con questa alleanza, nasce il popolo del Signore.

È giusto allora che ci chiediamo: qual è il sostanziale cambiamento operato da Cristo Gesù nello stipulare con i suoi discepoli la nuova alleanza e, in loro, con il mondo intero? La risposta è ovvia: tutto è nuovo nella sostanza e nella forma. Manca Dio, manca l’altare, mancano i vitelli,. Manca il popolo, manca l’aspersione, manca la Legge, manca l’impegno solenne. Tutto è Cristo. Cristo è Dio, è Legge, è Sangue, è Impegno, è l’Alleanza. A questa novità necessariamente ne dobbiamo aggiungere un’altra. Cristo Gesù che è tutto questo, che è la vita eterna del Padre non nel simbolo, ma nella realtà del sangue, si dona ai discepoli perché lo bevano e diventino vita nella sua vita, vita dalla sua vita, vita per la sua vita. Solo divenendo una sola vita in Lui, saranno il suo corpo, che è perennemente condotto dallo Spirito Santo, che è la Legge perenne del suo corpo. Non esiste il Corpo di Cristo che non sia guidato dallo Spirito Santo secondo la più attuale volontà del Padre. Non esiste il cristiano che non sia vero corpo di Cristo. Il cristiano si accosta a Cristo, beve il suo sangue, diviene vita di Cristo, nel corpo di Cristo. Come il sangue è reale e non simbolico, anche la vita è reale e non simbolica. Il sangue dei vitelli era reale come sangue, simbolico come vita di Dio alla quale il Signore univa il suo popolo. Il sangue di Cristo è reale, vero, vera vita di Cristo, nella quale è la vita di Dio. Ecco perché tutto è il sangue di Cristo e tutto è in esso e per esso. Il sangue va bevuto con questa unica e sola finalità: divenire, essere, rimanere Corpo di Cristo per essere Cristo dinanzi a Dio e al mondo. Senza questa finalità, s riceve vanamente e anche peccaminosamente il sangue di Cristo. Non lo si beve per essere Cristo, lo si vuole bere per non essere Cristo.

Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22,14-20).

Il sangue Gesù lo versa realmente, realmente è dato, realmente è bevuto, perché si divenga realmente corpo di Cristo. È questa la potente forza che vi è nel sangue: quella di trasformare ogni uomo in Cristo, perché sia nel mondo manifestazione visibile della vita di Cristo e anche perché versi il suo sangue nella realtà della sua vita perché molti altri possano divenire alleanza di Cristo in Cristo. Per questo non ci si può accostare con superficialità al sangue di Cristo e neanche nella separazione dal corpo di Cristo, operata dal peccato. Se il sangue di Cristo deve farci alleanza di Cristo, vero corpo di Cristo, può il corpo di Cristo essere guidato dal principe del mondo e dalla sua falsità? Per questo urge che ci si lasci prima lavare dal sangue di Cristo nel sacramento della Penitenza e una volta mondi e puri rinnoviamo la nostra volontà di essere vero corpo di Cristo, vera alleanza in Cristo, per vivere la vita di Cristo ed operare in Lui, con Lui, per Lui la redenzione dell’umanità. Nulla è fuori dal Corpo di Cristo. Tutto è nel suo sangue.

Madre di Gesù, Angeli, Santi, aiutateci perché viviamo questo mistero nella verità sempre.