Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea

Leggendo il racconto dell’entrata messianica di Gesù in Gerusalemme, dobbiamo confessare che lo Spirito Santo custodisce Cristo Signore, proteggendolo da ogni accusa di insurrezione contro il potere di Roma. È vero. La folla lo acclama come re. Lo rivelano le parole del Salmo: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. Anche il compimento della profezia di Zaccaria lo manifesta. A quanti però in Gerusalemme chiedono cosa stia succedendo, la folla risponde: “Questi è il profeta Gesù di Nazaret di Galilea”. Essendo Gesù di Nazaret di Galilea, nessuno potrà pensare che Lui sia il Re dei Giudei, venuto per rialzare la capanna di Davide che era caduta. Al massino lo possono vedere come “un esaltato”, che predica la Parola di Dio, ma nulla di più. Il potere di Roma infatti non si interessa per nulla a questo evento. È un fatto puramente Giudaico che non dona alcun pensiero al Governatore di Roma. In verità è giusto attestare che nei discorsi di Gesù mai vi è stata una sola parola contro Cesare o contro il Governatore. Una sola volta Gesù ha chiamato volpe il re Erode, a causa della sua astuzia e furbizia nella conduzione del regno. Questi però sono i grandi miracoli dello Spirito Santo.

È giusto chiudersi: Perché lo Spirito Santo ha compiuto questo grande prodigio? Perché ha distratto l’attenzione sia del Governatore che di ogni altro suo stretto collaboratore? Perché non hanno visto né compreso quanto stava accadendo? Gesù oggi non doveva essere né arrestato e né condannato a morte con accusa politica. Lui doveva essere condannato solo per aver rivelato la sua verità, quella profetizzata da Daniele. Lui sarebbe dovuto essere condannato solo per aver proclamato, sotto giuramento, che Lui è il Figlio dell’uomo. Questo da un punto di vista della sentenza. Ma neanche doveva morire oggi, perché ancora Gesù non aveva celebrato la Cena, non aveva spezzato il pane, non lo aveva dato come suo vero corpo ai suoi discepoli. Non aveva istituito né il sacerdozio e né l’Eucaristia. Inoltre Lui è il Nuovo Agnello della Nuova Pasqua e solo il giorno della Parasceve gli agnelli venivano uccisi. Lo Spirito Santo sa qual è la missione di Gesù e tutto predispone perché Lui venisse catturato solo quando tutte queste condizioni si sarebbe compiute. Gesù è tutto nelle mani dello Spirito Santo ed è Lui che tutto dispone e tutto opera perché in Gesù tutto avvenga secondo la più pura volontà del Padre. Nessuno potrà mai nulla contro di Lui. A sua custodia il Padre ha posto lo Spirito Santo.

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma. I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea» (Mt 21,1-11).

Cosa dobbiamo imparare da questo evento. Osserviamo bene le cose. A Gesù il Padre chiede di compiere le profezie. Lui obbedisce. A noi il Padre chiede di obbedire alla sua Parola. Noi obbediamo. Senza alcuna paura. La Vergine Maria ci chiede di ricordare il Vangelo, la Parola di suo Figlio Gesù. Noi ascoltiamo il grido del suo cuore. Obbediamo. Se il Padre ci chiede obbedienza, se la Vergine Maria ci chiede obbedienza, se Lei ci indica una modalità ben precisa di compiere la missione della salvezza, significa che già il Padre ha chiesto allo Spirito Santo di vegliare così come ha vegliato su Cristo Gesù, conducendo ogni cosa perché solo la volontà di Dio si compia e non quella degli uomini. Gesù forse non lo dice? Anche i capelli del vostro capo sono contati. A noi è chiesta questa fede. Io obbedisco. Servo Dio. Servo la Vergine Maria. Lo Spirito Santo prende in mano la storia e la conduce secondo il disegno eterno del Padre. Se Gesù non avesse obbedito alla Parola del Padre, non avesse compiuto le profezie, non avesse ascoltato ogni mozione dello Spirito del Signore, mai la vera salvezza si sarebbe compiuta per noi. Quando Dio dona un comando, ad esso va data ogni obbedienza. Quando la Vergine Maria chiede qualcosa, ad essa va dato ogni ascolto. Nessun uomo potrà impedire che il disegno di Dio si compia. Solo l’uomo lo può ostacolare, rallentare, spegnerlo per sé, non per gli altri, con la sua disobbedienza alla Parola. Gesù sa che compiendo ogni profezia, si sarebbero spalancate per lui le porte della morte, passando per una dolorosissima passione per crocifissione. Lui sa che questa è la sola via possibile per operare la redenzione e Lui volontariamente si incammina verso di essa. Quando si dona la propria volontà al Padre, essa è donata per sempre. Mai più va ritirata. Il dono dato, è dato. Non è più nostro. Ora in ogni sacramento la vita è data a Dio per sempre, secondo una specifica e particolare modalità.

Madre di Gesù, Angeli, Santi, convincete ogni cuore che il dono fatto a Dio, è fatto per sempre.