Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo! 

Eb 11,1-7; Sal 144; Mc 9,2-13
23 FEBBRAIO

In tutto ciò che lo Spirito Santo compie in Cristo, con Cristo, per Cristo, narrato nel Vangelo, vi è una sapienza eterna che solo Lui può svelare al cuore. Chi legge non comprende. Ma neanche chi era presente agli avvenimenti comprendeva. Sappiamo che neanche la Vergine Maria aveva la conoscenza del mistero nascosto nei fatti. Poi irrompe lo Spirito del Signore nel cuore con la sua sapienza divina e tutto diviene chiaro. L’evento della trasfigurazione diverrà l’evento sul quale lui fonderà tutta la sua fede in Cristo Gesù. Così come per Paolo Il Cristo Crocifisso visto nella sua gloria divina ed eterna, sarà il fondamento della sua predicazione. Tutta la Scrittura è carica di sapienza divina e celeste. La comprenderemo quando lo Spirito ce la  rivelerà.

Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio (2Pt 1,16-21).

Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini (1Cor 1,20-25).

Con la sapienza dello Spirito Santo ogni discepolo di Gesù è chiamato a scoprire qual è il fondamento della sua fede. Senza fondamento stabile, la fede non ha alcuna consistenza. È un insieme di parole che non trasforma la nostra vita, non aiuto nessun altro a lasciarsi illuminare da essa. Qual è il fondamento della mia fede? Su cosa poggia la sua verità? Sono solide le sue basi? Sempre siamo obbligati a rispondere.

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».

Sul monte Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti sono con Cristo. Anche il Padre è con Cristo. Chi non è con Cristo sono i suoi discepoli. Il Padre invita ad ascoltare il suo Figlio il suo amato. È cosa giusta chiedersi: oggi i discepoli di Cristo sono con Cristo? Sono per Lui? Sono in Lui. Dai loro pensieri, scelte, decisioni, sembra vi sia un distacco infinito. Sembra ci si trovi su due mondo distanti e anche contrapposti.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni discepolo sia con Gesù, per Lui, in Lui.