Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?

Dio è verità. Satana è falsità. Dio è vita. Satana è morte. Dio è luce. Satana è tenebra. Dio è beatitudine eterna. Satana è dannazione per sempre. Questa stessa differenza va affermata del cristiano e del mondo. Il cristiano è verità. Il mondo è falsità. Il cristono è vita. Il mondo è morte. Il cristiano è luce. Il mondo è tenebra. Il cristiano è beatitudine. Il mondo è tristezza. Cristo Gesù è l’offerta di vita fatta da Dio all’uomo. La vita di Dio è offerta al mondo attraverso la Parola di Gesù. Cosa risponde il mondo a questa Parola, nella quale è offerta la vita eterna? Con il totale rifiuto: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”( multi ergo audientes ex discipulis eius dixerunt durus est hic sermo quis potest eum audire – Polloˆ oân ¢koÚsantej ™k tîn maqhtîn aÙtoà epan, SklhrÒj ™stin Ð lÒgoj oátoj: t…j dÚnatai aÙtoà ¢koÚein;). Dichiarazione chiara e inequivocabile. Il discorso è duro. Si deve rinunziare alla propria mente, al proprio cuore, alla stessa antica religione se lo si vuole accogliere. Anche Mosè va messo da parte. Si deve entrare in una nuova mente, nuovo cuore, nuova vita, nuova alleanza, nuova religione per poterlo accogliere. Quello di Gesù è un discorso dirompente. Si lascia un mondo, si entra in un altro. Dinanzi ad una dichiarazione di durezza e di rifiuto cosa si deve fare? Trovare una via di compromesso, rinunciando alla verità, o restare fermi nella verità e rinunciare al compromesso?

Gesù rifiuta ogni compromesso e resta ancorato sulla sua verità, anche a costo di perdere tutti i suoi discepoli. Si può per la verità perdere il mondo intero? Ma se si perde il mondo, a che gioiva restare noi nella verità? Prima di tutto è obbligo per noi restare nella verità della nostra offerta. Ognuno deve darsi all’altro nella pienezza della verità. Un papa deve darsi al mondo nella sua verità di papa, così un vescovo, un presbitero, un diacono, un cresimato, un battezzato. La salvezza è nel dono di Dio. Un profeta è dono di Dio nella verità, non nella falsità. Il mondo lo può accogliere o rifiutare. Ma è del dono donarsi sempre nella verità del suo dono. La vita è nella verità del dono, non nella falsità di esso. Se Gesù avesse ritirato il dono dell’Eucaristia, si sarebbe dato al mondo, ma senza verità. A che serve un Cristo senza verità? A che serve un papa, un vescovo, un presbitero, un diacono, un cresimato, un battezzato senza la sua verità? Il dono non è dipendente dall’ascolto o dall’accoglienza. Il dono va dato sempre nella più alta verità. L’Eucaristia è verità di Cristo, come verità di Cristo è ogni sua Parola. Ogni cristiano è verità di Cristo e come verità di Cristo deve darsi al mondo. Se si dona dalla falsità, si dona dal Maligno, da Satana, dal Diavolo, di certo non si dona da Cristo Gesù, da Dio.

Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici (Gv 6,59-71).

Chi deve risolvere il problema non sono gli altri. Ogni singolo discepolo di Gesù – papa, vescovo, sacerdote, presbitero, diacono, cresimato, battezzato – poiché da Dio è chiamato e consacrato nello Spirito Santo ad essere dono della verità, giustizia, santità, carità, misericordia che sono in Cristo Gesù, che sono Cristo Gesù, è obbligato per volontà di colui che lo ha chiamato a rimanere nella più piena obbedienza. Nessun discepolo di Gesù può darsi al mondo se non dalla verità di Gesù. Se si dona dalla verità di Gesù, collabora con Cristo alla redenzione dei suoi fratelli. Se invece si dona al mondo dalla falsità del mondo, lascia il mondo nelle sue tenebre. Se vi fosse un solo uomo che vorrebbe convertirsi accogliendo il Parola e il dono in essa contenuto, non potrebbe, perché il discepolo di Gesù non si è donato dalla verità di Cristo, non ha donato Cristo verità, ma si è donato dalla falsità del mondo. Anche se tutta la Chiesa domani decidesse di darsi al mondo secondo il mondo, tradendo Cristo e la missione ricevuta, su ogni singolo incomberebbe l’obbligo di rimanere nella verità del suo dono. La defezione degli altri non giustifica la nostra defezione. Il fatto che tutti si danno dalla falsità del mondo, non giustifica noi dinanzi a Dio, se ci doniamo dalla falsità. La vocazione è personale, la risposta è personale, il dono è personale, l’accoglienza della vocazione è personale. Tutto si vive nella comunione, ma la comunione si vive nel dare agli altri il nostro dono nella più grande e perfetta verità che viene da Dio e non dalla terra. Nessuno è giustificato dal peccato di omissione o di tradimento dell’altro. Ognuno dinanzi a Dio deve rispondere della verità del suo dono. Nel giorno del giudizio non saremo giudicati dalla falsità degli altri, ma dalla nostra personale falsità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero dono di Cristo in Cristo.