Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono

L’umanesimo, il vero umanesimo, mai potrà sorgere sulla terra, finché ogni uomo non si convincerà che è suo dovere non essere anello della catena di peccato e di male che avvolge l’intera umanità. Parliamo chiaramente e senza parabole o similitudini. Alcuni hanno deciso – ognuno tutto può decidere per la sua vita sapendo che è responsabile in eterno dinanzi al suo Signore, Creatore e Dio, dal momento che nessuno si è fatto, ma tutti siamo stati fatti da Lui e mandati nel mondo solo per operare il bene e fuggire il male – che il genere della persona vada costruito ponendo i bambini sul tavolo settorio della loro fantasia. Questa decisione rimarrebbe solo nella loro mente, se i politici non la trasformassero in legge. Ma anche una volta trasformata in legge, rimarrebbe solo carta, se ogni preposto alla sua applicazione rifiutasse il suo appoggio perché contraria alla verità naturale dell’uomo che è maschio e femmina.

Tutte le disumanità che si compiono sulla terra sono il frutto di una catena di peccato che lega gli uni agli altri. Se questa catena ognuno non la spezza, impegnandosi in ogni momento a non divenire anello di essa, sempre vi sarà la disumanità e sempre l’uomo sarà sacrificato al tiranno che perennemente sorge nella storia. Non è il tiranno il responsabilità della disumanità dilagante, siamo tutti noi che in parte o in toto ci lasciamo saldare alla sua catena con quale imprigionare il mondo nell’iniquità e nella disumanità. Anche il ministro del Signore è anello di questa diabolica e infernale catena se omette la giusta predicazione della verità, se altera la Parola di Gesù e da Parola di luce eterna la trasforma in parola di tenebra, accomodante ogni idolatria e ogni infamità che si commette nel mondo. Quando uno, a qualsiasi titolo, per attività o passività, diviene anello di questa catena, è responsabile di tutto il male che si commette.

Chi è allora Gesù? Prima di tutto è colui che nell’Orto degli Ulivi prega sudando sangue per non peccare di omissione. Il Padre lo ha mandato per spezzare questa catena infernale della disumanità e Lui non può sottrarsi a questa divina missione. Lui deve andare sulla croce, deve spezzare questa catena, deve privare il tiranno infernale di ogni suo potere di male, deve mettere gli uomini nella possibilità di grazia e di verità perché nessuno divenga anello di questo circuito di morte. Per questo Lui si inginocchia. Non per chiedere qualche grazia, per stare bene, per essere liberato, perché il Padre cambiasse missione alla sua vita. Lui prega, si prostra, si inginocchia, suda sangue per potersi collocare nella pienezza della divina volontà. Solo così Lui non diviene responsabile del male del mondo. Altrimenti anche Lui sarebbe stato responsabile di tutta la disumanità perché non ha adempiuto la missione affidatagli.

E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo (Mc 14,43-52).

Chi è allora Gesù? È colui che conoscendo la volontà del Padre su di Lui – deve spezzare ogni circuito di morte che avvolge l’umanità, deve ridurre all’impotenza ogni potenza diabolica e satanica – si consegna volontariamente alla missione. Giuda lo bacia come segno di riconoscimento e Lui si lascia baciare. I soldati lo catturano e Lui si lascia catturare. Pietro vorrebbe risolvere ogni cosa con la spada e Lui lo ammonisce, invitando a porre la spada nel fodero. Chi di spada ferisce, di spada perisce. La spada non rompe la catena della disumanità. Essa rende chi la usa anello indistruttibile della malvagità dell’uomo. Si comprende allora che costruttori del vero umanesimo non sono coloro che fanno cose per l’uomo, ma come anelli di quella catena infernale, bensì tutti coloro che hanno spezzato questa catena con la forza dello Spirito Santo e si sono collocati al di fuori di essa. Dalla catena non si costruisce umanesimo.

Gesù ci ha dato un esempio, perché come ha fatto Lui facciamo anche noi. Qual è l’esempio che Lui ci ha dato? Quello di lasciarsi anche noi inchiodare su un duro legno pur di non venire meno alla missione che il Padre ci ha affidato. Ogni battezzato non ha forse ricevuto la missione di essere luce del mondo e sale della terra? Se non siamo disposti a morire con Gesù sulla croce della verità e della luce per dare compimento perfetto alla nostra missione, mai saremo costruttori di vero umanesimo. Ci illudiamo di lavorare per il bene dell’umanità, invece siamo soltanto degli abili fabbri che saldano anelli ad anelli, rendendoli sempre più robusti e inossidabili. Siamo anelli di questa catena infernale, ma ci professiamo amici dell’uomo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci anelli della catena della Croce.