Quando verrà, troverà la fede sulla terra?

Alla fine della parabola sulla necessità di pregare sempre, senza mai stancarsi, Gesù pone una domanda senza dare ad essa nessuna risposta: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Si può dare risposta, chiedendoci, prima di ogni altra cosa, qual è la verità della fede. In mancanza di questa luce sulla verità della fede, ogni risposta potrebbe risultate errata, parziale, lacunosa, totalmente falsa. Si mancherebbe del solo fondamento o principio primo dal quale partire. È corretta metodologia trovare sempre il principio da porre a fondamento del discorso o dialogo e poi iniziare a riflettere su di esso. Iniziare con falsi principi o errate conclusioni sposta tutto l’asse del dialogo e mai si potrà pervenire alla verità. Quest’errore è molto più frequente di quanto si possa pensare e coinvolge ogni uomo. Molti dialoghi sono sterili, addirittura ingannevoli, perché ognuno insegue i suoi pensieri. Il pensiero dell’uno o dell’altro non è principio valido di dialogo. Anzi è della verità del dialogo condurre un uomo ad abbandonare i propri pensieri per abbandonarsi, consegnarsi alla verità.

Diciamo subito, senza alcuna ulteriore tergiversazione o sciupio di tempo e di sane energie della mente e del cuore, che la fede è Cristo Gesù. La fede è la sua Parola, il suo Vangelo, la sua Croce, la sua Risurrezione, il suo Santo Spirito, il Padre suo, la sua Chiesa, la sua grazia, la sua verità, la sua luce, la sua Eucaristia, i suoi Sacramenti. Se questa è la fede, possiamo già dire che quando Lui verrà, di fede ne troverà ben poca. Già la stessa sua Chiesa si sta facendo promotrice di un Dio unico, senza Cristo, senza lo Spirito Santo, senza la stessa Chiesa. Già i figli della Chiesa stanno portando innanzi la costruzione di una religione senza più il Vangelo come verità essenziale su cui impostare la loro vita. Già ancora molti figli della stanno asserendo che tra battezzati e non battezzati non vi è alcuna differenza e altri si sono affannati a scrivere che basta essere cristiani anonimi, cioè senza Vangelo e senza grazia, senza verità e senza luce, per essere salvati. Altri figli della Chiesa hanno già declassato Cristo Gesù al rango di fondatore di religione come tutti gli altri fondatori, senza nessuna singolarità o unicità.

Se le previsioni sono giuste, procedendo di questo passo, fra qualche anno Cristo Gesù sarà scalzato da fondamento unico della fede, il suo Vangelo declassato a pensiero storico di ieri, la sua verità abrogata, la sua Legge cancellata, la sua luce dichiarata non più necessaria né obbligatoria come via per raggiungere il Regno Eterno. Ognuno avrà una coscienza da seguire. Che forse oggi non si sta elevando la coscienza a ultimo legislatore di ogni norma morale? Non si sta insegnando che è la coscienza che determina il bene e il male, cadendo in quella orrenda confusione tra male e peccato? Il male è la trasgressione della Legge di Dio. Il divorzio è male. L’omicidio è male. Il furto è male. L’adulterio è male. La falsa testimonianza è male. Il male è anche peccato? Se il male non è peccato dell’uomo che lo compie, è peccato per colui che non ha illuminato la coscienza. Il male è sempre male. Se non è peccato attivo per chi lo commette a causa della sua ignoranza, è sempre peccato grave di omissione per colui che essendo proposto ad insegnare all’uomo ciò che è bene e ciò che è male, non educa e non forma.

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,1-8).

Ogni discepolo di Gesù, qualsiasi mansione, ministero, ufficio, sacramento, consacrazione, incoronazione abbia ricevuto, deve essere testimone di Lui dinanzi al mondo, davanti agli uomini. Lui vive per far conoscere Cristo, Cristo manifestare, Cristo rivelare, Cristo Testimoniare, Cristo affermare, Cristo difendere, Cristo giustificare, Cristo annunziare, Cristo donare ad ogni cuore. Deve essere tutto a servizio di Cristo secondo la Parola di Cristo, il Vangelo di Cristo, la grazia di Cristo, la luce di Cristo, la verità di Cristo, la Chiesa di Cristo, lo Spirito Santo di Cristo, il Padre di Cristo. Per lui non vi dovrà essere altro Dio se non il Padre di Cristo Gesù né altra Parola se non quella di Gesù Signore. Se lui consacrerà la vita per il dono di Cristo alle genti, ai cuori, agli stessi suoi discepoli, la fede rimarrà sulla terra e porterà frutti di vita eterna. Se per lui la fede è morta, per lui nessuna fede Gesù troverà sulla terra. Non solo ha lasciato che essa morisse, con la sua accidia spirituale l’ha anche uccisa e poi sepolta. È oggi questo il peccato cristiano più grande: uccidere Cristo nei cuori, non solo per mancata predicazione, ma anche per falso annunzio del suo Vangelo e della verità sulla sua Persona.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da questo orrendo peccato.