Quale segno ci mostri per fare queste cose?

La domanda rivolta dai Giudei a Gesù è senza alcun fondamento storico. La rivelazione fatta da Dio a Mosè non dice che il Profeta che Lui manderà, compirà segni e prodigi. Dice invece che ogni Parola proferita dal Profeta si realizzerà. Lui sarà riconosciuto vero Profeta del Signore a motivo della sua Parola che si compie. Prima viene la Parola. È la Parola che si compie. Questo i Giudei devono osservare. Essi devono porre attenzione ad ogni Parola di Gesù. Se essa si compie, Lui è vero Profeta del Dio vivente. Se non si compie è solo un falso profeta. Leggiamo e comprenderemo: “Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”. Forse potresti dire nel tuo cuore: “Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detto?”. Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore. Il profeta l’ha detta per presunzione. Non devi aver paura di lui (Dt 18,15-22). Le regole per appurare la verità mai deve stabilirle l’uomo. Esse sono date da Dio assieme alla verità. Guai quando l’uomo si sostituisce a Dio e stabilisce sia la verità che le regole di essa. Nulla devono chiedere i Giudei a Gesù.

Osserviamo con delicata attenzione ogni Parola di Gesù. Lui dice alla lebbra di scomparire ed essa lascia il corpo di un uomo. Impone alla febbre di fuggire ed essa fugge. Ordina allo spirito impuro di abbandonare la sua preda e lo spirito obbedisce con pronta e immediata obbedienza. Dice al mare di calmarsi e il mare di calma. Comanda al vento di placare la sua furia e il vento si placa. Ordina ad un morto di alzarsi e il morto non pone alcuna resistenza, si alza e riprende la sua vita. Vi sono ciechi sulla sua strada, lui ordina alla vista di ritornare nei loro occhi ed essi vedono di nuovo. Così anche impone alla lingua muta di parlare ed essa parla, al sordo di udire ed esso ode distintamente ogni cosa. Non vi è nessuna parola proferita da Gesù che non si realizzi. Al contrario della parola dei suoi discepoli. Questi hanno comandato ad uno spirito di uscire dal corpo di un uomo e lo spirito è rimasto sordo al loro comando. Non appena riceve l’ordine da Gesù Signore, all’istante, con grande chiasso, si precipita fuori e scappa via. Veramente, mai, nessuna parola di Gesù è rimasta senza efficacia. Lui dice e le cose sono secondo il suo comando. Sembra, osservando Cristo Signore, di essere alla presenza del Padre il giorno della creazione. Lui ordina e tutto viene fuori dal nulla. Così è per Gesù. Lui ordina e tutta la creazione si ricompone, entra nel suo vero ordine, abbandona ogni disordine.

Dopo questo fatto scese a Cafàrnao, insieme a sua madre, ai suoi fratelli e ai suoi discepoli. Là rimasero pochi giorni. Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo (Gv 2,12-25).

Gesù il segno lo dona ugualmente. Non lo nega loro. Dona il segno della sua gloriosa risurrezione. I Giudei lo uccideranno, lo distruggeranno, ma Lui si riedificherà, si ricomporrà, tornerà in vita, risusciterà. Sarebbe sufficiente questo solo segno, anzi questa sola parola che si è compiuta perfettamente, così come essa è stata proferita, ad attestare che Gesù è il vero Profeta promesso da Dio al suo popolo. Se Gesù è il vero Profeta, ogni sua Parola si compirà, si realizzerà. Non vi sarà nessuna sua Parola che rimarrà incompiuta, senza realizzazione. Questa verità dovrebbe far pensare ogni figlio di Abramo. Ogni figlio d’Israele, credendo in Cristo, il vero Profeta mandato da Dio, potrebbe aiutare ogni altro uomo, più di ogni altro uomo, a trovare la vera salvezza in Gesù. È Lui il nome nel quale è stabilito che tutti siamo salvati. Fuori del suo nome non vi è altro nome dato agli uomini. È verità eterna. È Parola di Gesù.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri testimoni della verità di Gesù.