Profùmati la testa e làvati il volto
15 GIUGNO (Mt 6,1-6.16-18)
Trasformare la fede in opere in funzione di se stessi, a servizio della propria gloria è sempre possibile. Gesù mette in guardia i suoi discepoli. Essi dovranno sapere per chi operano, se per se stessi o per il Padre celeste. Se operano per il Padre non possono operare per la propria gloria terrena. Se operano per la propria gloria terrena non si illudano che stanno operano per il Padre. Chi lavora per il Padre è ricompensato dal Padre. Chi lavora per se stesso, il suo lavoro è già la sua ricompensa. Nulla si deve attendere dal Padre. Qual è il risultato? Perde ogni ricompensa eterna. Non si salva.
Gesù vede un certo mondo religioso tutto intento a lavorare per la sua gloria. Prega per pavoneggiarsi in mezzo alle piazze. Fa elemosine per mostrare agli altri la larghezza delle sue mani. Digiuna e ostenta agli altri il duro peso della sofferenza che la privazione del cibo gli causa. È evidente che il padre celeste in nulla è glorificato e in nulla li potrà ricompensare. Costoro operano per la propria gloria effimera. La considerazione o il biasimo degli uomini sarà la loro ricompensa. Nulla hanno fatto per il Signore e nulla riceveranno da Lui. Hanno lavorato vanamente. Questo insegnamento Gesù lo dona come regola perenne ai suoi discepoli.
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato (Mt 23,1-12).
O si fa tutto per la gloria di Dio, in vista della ricompensa eterna, o le nostre opere sono vane. Si può anche consumare una vita in opere di bene, se però sono fatte per la nostra gloria, Dio mai le potrà ricompensare. Se Dio non le ricompensa, la gloria che essi producono è veramente poca. È come un fuoco di paglia. Dura un istante. Poi resta solo la cenere. Dio per esse mai potrà benedirci. È verità eterna.
State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
È evidente che Gesù sta parlando delle cose del suo tempo. Sempre i tempi scoprono altre cose, ma sempre il discepolo di Gesù deve porsi una sola domanda: per chi sto lavorando? Per il Signore o per me stesso? Per la gloria eterna o per una meschina, povera, ingannevole gloria terrena? Anche l’esercizio del proprio ministero può essere vissuto per la nostra gloria o per la gloria di Dio. L’attenzione deve essere somma.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci a servizio del Signore.