Prima che Abramo fosse, Io Sono

Nel rapporto tra Dio e gli uomini, Cristo Gesù è la differenza, perché Lui è il Differente. Se mettiamo da una parte Adamo, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, Samuele, Davide, Salomone, Osea, Amos, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, Giona, Zaccaria, Abacuc, Malachia, Giovanni il Battista insieme a tutti gli altri profeti, giusti, sapienti dell’Antico Testamento e dall’altra parte Gesù, dobbiamo confessare che Gesù fa la differenza perché Lui è il Differente. Nessuno è come Lui. Tutti gli altri non sono. Gesù è “Io Sono”. Tutti gli altri, anche se grandi agli occhi di Dio, sono solo uomini, semplicemente uomini.

Gesù anche come uomo fa la differenza, perché anche come uomo Lui è il Differente. Lui è il solo uomo vero, il solo uomo santo, il solo uomo che manca dell’io umano, pur avendo la natura umana perfetta, fatta di anima, corpo, spirito, volontà, desideri, cuori, mente, pensieri, perché il suo IO è solo l’IO divino, l’IO della seconda persona della Beata Trinità, l’IO del Figlio eterno del Padre. Gesù è infatti il Figlio eterno del Padre fattosi vera carne, vero uomo, perfetto uomo. Manca però della personalità umana perché in Gesù vi sono due natura, quella divina e quella umana, due volontà, quella divina e quella umana, ma una sola è la Persona, quella eterna.

Gesù è “Io sono”, cioè vero Dio, non solo prima di Abramo, ma anche prima di Noè, prima di Adamo. Prima che Dio creasse l’uomo, “Io sono”, la seconda persona in Dio è. Il Verbo è. Il Figlio è. “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Il Verbo è la vita del Padre e per mezzo di questa vita, in vista di questa vita, il Padre crea la vita sulla terra, anzi crea lo stesso universo. Ora Gesù è la vita di Dio nella carne. È vita nella carne per creare nuovamente la vita in tutti coloro che l’hanno persa. Lui viene per operare una nuova creazione. Chi si lascia creare da Lui, ritorna nella vita. Chi non si lascia, rimane nella morte.

Nessuno sulla terra potrà mai ridare la vita all’uomo. Potrà indicargli un’altra maniera di vita. Ma si rimane sempre in quella vita che è morta. Lo potrà far vivere nelle caverne, nelle grotte, nelle palafitte, nei tuguri, gli potrà indicare una nuova filosofia o modalità di concepire la sua vita, ma è sempre la vita che è nella morte. Gli potrà anche annunziare un’antropologia nuovissima, pensata oggi stesso, ma ci si trova sempre dinanzi ad una vita morta. Un morto si può seppellire in mille modi e per lui si possono immaginare mille fogge di bare differenti, ma il morto rimane sempre morto. In lui non c’è vita e così dicasi di ogni uomo: in lui non c’è vita.

Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».

Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio (Gv 8,48-59).

Gesù è la vita eterna, divina, la vita del Padre, venuta nella carne, immolata sulla croce, per farsi vita di ogni uomo che è senza vita. Che l’uomo oggi sia senza vita, lo attesta la sua incapacità cogliersi nella sua stessa natura. La morte spirituale, che sempre si trasforma in morte fisica, oggi è talmente forte, da oscurare la mente, rendendola incapace di cogliere anche le più elementari verità della sua natura, che sono le verità del suo essere uomo, donna, madre, marito, moglie, figlio, padre. La cecità spirituale che la morte sta creando è così spessa che l’uomo non distingue più chi è maschio e chi è femmina. Tanto fitta è la sua cecità.

Chi potrà liberarlo da questa morte è solo Cristo Gesù. Ma l’uomo ha deciso di distruggere totalmente Cristo. I cultori della moderna libertà di pensiero, negano la libertà di esistere solo a Gesù Signore. Per tutti gli altri c’è spazio nel loro pantheon, solo a Cristo è vietato ogni accesso. Lui, il solo vero Dio, nel pantheon dei falsi dèi che l’uomo ogni giorno si costruisce, non trova posto. Non può trovare posto, perché se Cristo Gesù venisse introdotto in questo tempio, gli altri dèi rovinerebbero dai loro posti come gli idoli dei Filistei dinanzi all’arca del Signore, introdotta nei loro templi. Rimane però la morte dell’uomo e da essa solo Gesù può liberare. Solo Lui potrà introdurci nella vita vera. Gli idoli lasciano l’uomo nella sua morte.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù Signore.