Prenderemo dimora presso di lui
At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
26 MAGGIO
La verità del proprio essere obbliga al rispetto di essa. Con il battesimo si diviene corpo di Cristo. È questa la verità di tutto il nostro essere. Siamo corpo di Cristo, che è santissimo. Esso va rispettato nella sua altissima santità. Esso mai si dovrà portare nell’immoralità, nell’idolatria, nella trasgressione della Legge. Va conservato puro.
«Tutto mi è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla. «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1Cor 6,12-30).
Mai vi potrà essere accordo e comunione tra la santità, la verità, la luce che siamo noi e le tenebre, gli idoli, la superstizione, il male morale e spirituale. La verità deve rimanere sempre verità, la luce sempre luce, la santità sempre santità. La confusione tra luce e tenebre, tra pietà ed empietà, tra latria e idolatria non si addice al tempio di Dio. La santità di Cristo ci obbliga per natura alla stessa santità.
Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò e sarò per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il Signore onnipotente (2Cor 6,14-18).
Gesù vuole fare del cuore dell’uomo la dimora della Beata Trinità. Quando questo sarà possibile? Quando il discepolo fa della Parola di Gesù la sua casa, senza mai più uscire dal essa. Il discepolo dimora nella Parola, obbedisce ad essa, vive per essa, per essa anche muore, e il Padre, Cristo Gesù e lo Spirito Santo faranno del discepolo la sua casa. Sappiamo che con la nostra morte saranno Dio e Cristo Gesù il nostro tempio, la nostra casa eterna. Abiteremo per sempre nella loro luce. Questo avverrà se al momento della morte la nostra casa è la Parola di Gesù. Tutto è per la Parola.
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Urge prestare molta attenzione a Satana che vuole trasformare il nostro cuore in sua dimora e in sua abitazione. Le strategie da lui usate sono molte e sempre aggiornate. Sappiamo che lui non si dona pace finché non ci avrà nuovamente conquistati.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia» (Mt 12,43-45).
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che rimaniamo in eterno dimora del nostro Dio.