Perché il mondo sia salvato per mezzo di lui
Nm 21,4b-9 opp. Fi l 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17
14 SETTEMBRE
La verità è nelle differenze. Se le differenze ci sfuggono, anche la verità ci sfugge e tutto alla fine viene insegnato nell’errore o nella confusione. Tra le figure dell’Antico Testamento e Gesù Signore, che dona loro ogni compimento, sempre vanno colte le differenze a partire da Cristo. Le figure sono solo di orientamento. Non sono la verità.
Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita (Num 21,4-9).
L’episodio biblico del serpente di bronzo ci rivela tre verità: il popolo non crede nelle vie indicate da Dio per raggiungere la Terra Promessa e mormora contro di Lui e contro Mosè. Senza la guida del Signore il popolo entra in un processo di morte. Non c’è vita senza l’ascolto della sua voce. Fuori della Parola i serpenti velenosi mordono e si muore. Non ci sono rimedi umani. Occorre che Dio doni un suo rimedio. Qual è il rimedio del Signore? La fede nella sua Parola. Chi guarda il serpente guarisce. Chi non lo guarda muore. Osserviamo le differenze con Gesù. Ogni uomo è già nella morte, perché morso dal serpente antico con il peccato delle origini e con i peccati personali. L’uomo chiede un rimedio. È Dio che glielo dona fin da subito dopo il peccato. Questo rimedio è Cristo Gesù. Gesù non va guardato solo come rimedio innalzato sulla croce. Si deve credere in ogni sua Parola. Si entra nella sua Parola, credendo e obbedendo ad essa, ci si immerge nelle acque del Battesimo – infatti la prima verità annunziata a Nicodemo è il Battesimo – si diviene con Lui una sola vita, il serpente mai potrà mordere il corpo di Cristo e quanti sono in esso con la fede nella sua Parola. Altro antidoto contro i morsi del serpenti è il corpo e il sangue di Gesù dati a noi come corpo e sangue di vita eterna. Chi mangia me, vivrà per me. Se invece non si crede in Cristo Crocifisso, unico antidoto contro i morsi del diavolo, non si fa della sua Parola la nostra quotidiana obbedienza, non solo rimaniamo nella morte, cadiamo in una morte ancora più dura e pesante, perché non abbiamo creduto nell’Unigenito Figlio del Padre. La grazia della vita era stata a noi data. L’abbiamo rifiutata. La responsabilità è tutta nostra. Né il Padre né Cristo Signore possono essere detti responsabili della morte.
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Dio ha mandato il suo Figlio Unigenito non per condannare il mondo, ma per la sua salvezza. Non lo ha mandato come Giudice. Non è venuto per il giudizio finale. Lo ha mandato per predicare l’anno di grazia, cioè la volontà del Padre di rimettere all’uomo ogni debito contratto presso di Lui. La remissione è però condizionata alla fede in Cristo e in ogni Parola che è uscita dalla sua bocca. È condizionata alla rinascita da acqua e da Spirito Santo e anche dal rimanere nel suo corpo per tutti i giorni della sua vita. Se l’uomo rifiuta la Parola, rifiuta il battesimo, rifiuta di essere corpo di Cristo in forma invisibile e visibile, per lui non c’è salvezza, non perché Cristo lo condanni, ma perché è lui che si esclude dal cammino della vita. Lui è già nella morte. La scelta di passare nella vita, osservando le condizioni poste dal Padre, spettano solo a lui.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci di vera fede in ogni Parola di Cristo Gesù.