Perché credano che tu mi hai mandato
È giusto che ci chiediamo: per quale fine Gesù è venuto e per quale fine Lui opera, agisce, predica, annunzia, lavora, si reca di villaggio in villaggio e di città in città? Per un solo fine è venuto e per un solo fine Lui opera: per dare il Padre ad ogni uomo e ogni uomo al Padre. Quello di Gesù è un fine altamente teologico. Satana ha privato il Padre della sua proprietà, che è l’uomo. Cristo Gesù è venuto per ridare al Padre ciò che gli appartiene, che è suo per creazione, perché da Lui fatto a sua immagine e somiglianza. Sull’uomo Dio ha un diritto eterno e questo diritto Gesù Signore vuole che gli venga riconosciuto dall’uomo.
Gesù non è venuto per fare l’uomo buono, più buono, santo, più santo, misericordioso, più misericordioso, vero più vero. È venuto per fare uomo l’uomo. Gesù fa uomo l’uomo, facendolo ritornare al suo legittimo proprietario. Come però per sua libertà volontà si è fatto proprietà e schiavo di Satana, così per sua libera volontà dovrà farsi proprietà e figlio del Padre. Quella di Gesù non è pura antropologia. Se facciamo del Vangelo una pura antropologia, non abbiamo compreso nulla né di Gesù e né del Vangelo, né della sua Croce e né della sua Risurrezione. Senza il ritorno dell’uomo al Padre, l’opera di Gesù diviene inutile e vana.
Applichiamo questo principio operativo alla Chiesa, ai suoi ministri, ad ogni cristiano. Qual è il fine della missione nella Chiesa? Quella di portare ogni uomo al Padre, suo legittimo proprietario, unico suo legittimo proprietario. Come la Chiesa dovrà svolgere questa sua missione? Attestando in ogni sua opera che essa è da Cristo, non da se stessa. Lei vive di Cristo, Cristo vive in Lei, Lei agisce per Cristo, Cristo agisce per Lei. Senza questa unità di Cristo e della Chiesa, la missione si ridurrà a pura filantropia inutile. Infatti a nulla serve all’uomo un pezzo di pane o un rifugio, se poi rimane sempre proprietà di Satana, perché la Chiesa e i suoi figli non gli hanno attestato la loro vera identità, la loro profonda verità.
Oggi si parla di misericordia. Spesso però si tace la vera essenza della misericordia, perché neanche quanti parlano di essa, sanno cosa sia la vera misericordia. La vera misericordia è l’accoglienza che Dio fa dell’uomo quando pentito ritorna al suo cuore di Padre. La vera misericordia è la ricostituzione di questa alleanza familiare: Dio diviene il vero Padre per l’uomo, l’uomo diviene il vero figlio per il Padre. È in questa verità che ogni altra misericordia si deve vivere. È per raggiungere quest’unico fine che la missione della Chiesa va compiuta, allo stesso modo che Cristo Gesù ogni giorno compiva e realizzava la sua missione. Se non riveliamo il Padre, se non conduciamo al Padre, se non facciamo tutti figli del Padre, siamo inutili.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra.
Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare» (Gv 11,32-44).
Né dobbiamo vedere il peccato solo in relazione con la nostra coscienza. Abbiamo peccato, chiediamo perdono, ritorniamo nella nostra vita. Il peccato dell’uomo è uno solo: il rinnegamento della paternità di Dio, l’accoglienza della paternità di Satana. Abbiamo rinnegato Dio come nostro vero Padre, abbiamo scelto il diavolo come nostro padre. Tutta l’opera della Chiesa, la sua misericordia, la sua carità, a questo deve tendere: a strappare anche un solo uomo alla paternità di Satana e ricondurlo alla paternità di Dio. La Chiesa mai deve servire i figli di Satana perché rimangano figli di Satana. Essa deve servire i figli di Satana perché ritornino ad essere veri figli di Dio. La missione della Chiesa non è umanitaria. Essa è soprannaturale. È teologica. È cristologica. È di vera redenzione. È di autentica salvezza. È di vita eterna. Alla Chiesa urge che si rivesta della stessa coscienza, scienza, intelligenza di Cristo Gesù. O la Chiesa strappa anime a Satana, oppure ha fallito la sua missione. Agli occhi del mondo potrà anche essere grande, ma sarà sempre miserabile agli occhi di Dio, di Cristo, dello Spirito Santo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri redentori in Cristo dell’uomo.